"No, ma queste non sono questioni private. Loro hanno un permesso rilasciato dalle competenti autorità per fare questo genere di lavoro?" "Non sapevo di averne bisogno", disse Stigman. "È d'uso farsi rilasciare un permesso dalle competenti autorità, proprio per evitare difficoltà quali quelle che ho appena menzionato. Tuttavia, lei è un turista, e talvolta passiamo sopra a ciò che fanno i turisti. Ma queste misurazioni, di che si tratta?" "Be' ... " Stigman fece un respiro profondo. "Ho detto che tentavo di localizzare un luogo che per me ha un certo valore sentimentale. Tanto che vi ho appena deposto una corona". "Una corona?" L'agente si volse a guardare l'aiuola. "Sì. Vuole che la tolga?" "Certamente. Desidero vederla". Tutti e tre si avviarono verso l'aiuola. Stigman raccolse la corona e la mostrò all'agente, il cui viso dava segni di un'estrema perplessità. "Sefior, si rende conto che ancora lei non si è spiegato". "Ho cercato di farlo". "Ma quello che mi ha detto non è una spiegazione. Le ho domandato che cos'era questa misurazione". "Gliel'ho già detto, che cos'era questa misurazione. Che spiegazione vuole che le dia?" "Aaron ... " lo mise in guarda sua moglie. "No, non ho altro da dirgli". Stigman tornò all'inglese. "Gli ho detto tutto quello che potevo dirgli. Che cosa vuole?" L'agente mostrò segni d'impazienza. "Sefior, ancora una volta: vuole spiegarmi che cosa stava facendo?" "Le ho già detto quello che stavo facendo". "Lei non mi ha detto niente. Niente che riesca a capire". "Questo non è colpa mia!" "Sefior!" L'agente alzò la mano che impugnava i guanti. "La prego di seguirmi". "Perché?" Stigman piantò le gambe per terra. "Ci sono troppe questioni private, in questa faccenda. Troppe cose che esigono una spiegazione. Da questa parte, por f avor. Anche la sefiora". "Be', per Dio", disse Stigman, guardando tetro sua moglie. Attraversarono la avenida fino al muretto di fronte alla Fàbrica de Tabacos, e qui l'agente voltò facendo strada in direzione della Menendez Pelayo, l'arteria principale. Due monaci che in quel momento venivano a gran passi verso di loro, vigorosi giovani barbuti con sandali ai piedi nudi e una corda bianca intorno alla tonaca marrone, notarono la corona in mano a Stigman e osservarono con aria sveglia il terzetto. Evidentemente ritennero che l'agente stesse scortando due turisti vòlti a un qualche atto commemorativo. E così altri apparivano ritenere - quelli che incontrarono mentre passeggiavano lungo il Paseo, e quelli seduti fra i tavoli e le sedie variopinte dei caffè all'aperto. Fotografi ambulanti che sistemavano i loro cavalli e tori neri in miniatura s'inchiBibliotecaGino Bianco STORIE/ROTH navano deferenti, e un venditore di castagne s'interruppe mentre le rigirava per scrutare la corona attraverso il fumo bianco. Fra il traffico e il muro - tra il frastuono dei veicoli sulla Menendez Pelayo, che rimbalzava contro gli edifici di stucco e le facciate dei negozi dall'altra parte della strada, e l'antico muro dell' Alcàzar che dispiegava le sue serie di calotte piramidali - i tre oltrepassarono i doppi pilastri del monumento a Colombo e si avvicinarono agli aranci dei Giardini di Murillo. Nella distanza, sopra la cattedrale, la banderuola della Giralda, fragile e diafana contro il cielo azzurro, sembrava accompagnarli nella loro camminata. Stigman gettò uno sguardo alla moglie come per essere rassicurato. Con le labbra socchiuse, lei sembrava centellinarsi la scena. Sembrava godersela. D'erano due uomini dietro la ringhiera nella tetra comisarla, uno alla scrivania e uno in piedi. Quello alla scrivania indossava un maglione blu e portava grandi occhiali colorati. Aveva la testa a pera, e questo, insieme agli occhialoni e al torso pesante nel suo maglione scuro, gli dava l'aspetto di un rospo. V'era un che di inaccessibile, in lui. L'uomo in piedi indossava un abito completo e una camicia bianca. Era insolitamente alto, per essere uno spagnolo; e il suo portamento, ricurvo e come cavo, era ancora più insolito. Sotto i fitti capelli color grigio ferro, i suoi lineamenti sembravano trasalire, come se il suo viso fosse troppo vicino al calore di un fuoco. Dietro i due uomini pendeva un ritratto di Francisco Franco, in cui il Caudillo guardava i nuovi arrivati con occhi benigni. Sotto il ritratto, attaccata alla parete con delle puntine da disegno, c'era una mappa del distretto. Un anello di pesanti chiavi antiche aveva segnato un arco nell'intonaco; sulla parete di fronte, le lancette di un orologio elettrico nuovo si avvicinavano a mezzogiorno. I due uomini al di là della ringhiera smisero di parlare. "Buenos dlas", disse Stigman, meccanicamente. Sua moglie ripeté il saluto. "Buenos dlas", risposero i due uomini davanti a loro. L'agente fece il saluto all'uomo alla scrivania. "Sefior lnspector", cominciò. "In due occasioni, oggi, ero alla glorieta di San Diego quando ho visto questo signore e sua moglie fare delle cose che mi sono sembrate molto strane. Nella prima occasione, sono andati via in tassì prima che avessi l'opportunità di interrogarli". I due uomini dietro la ringhiera osservarono Stigman e sua moglie con aria distaccata. L'agente iniziò una dettagliata esposizione di ciò che aveva visto e dell~ informazioni che aveva raccolto: che la coppia aveva usato strumenti per misurazioni sulla Avenida del Cid con scopi che si rifiutavano di rivelare; che avevano svolto questa attività in maniera frettolosa e furtiva; e che più tardi nella mattinata, secondo quanto asserivano, avevano deposto una corona su una delle aiuole vicino al Cid, corona che egli non li aveva neanche visti portare. "Il sefior ha con sé la corona", concluse. Stigman la sollevò. 25
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