24 STORIE/ROTH Dhe avventatezza!" rifletté ad alta voce Aaron Stigman mentre con sua moglie di nuovo si avvicinavano alla Avenida del Cid, questa volta a piedi. "Perché non ho contato i passi e l'ho fatta finita lì? No, dovevo trovare il punto esatto. Che dici, sarà stata la mia passione per l'accuratezza? Oppure sto diventando un vecchio ridicolo?" "No, credo che sia soltanto Siviglia", rispose lei. "Perché?" Portava un impermeabile al braccio, e vi infilò sotto l'altra mano per aggiustare qualcosa. "Troppe cattedrali, troppi retablos, vetrate dipinte, santi, crocefissi, Vergini - Vergini! Perfino una mente Protestante come la mia si ribella". Rise. "È troppo, semplicemente troppo". "Sì, troppi martiri della loro fede. Nessuno per la mia - o che era mia una volta. Perché non dovrebbe esserci qualche riconoscimento?" "Be', certo, Aaron. È per questo che sono stata d'accordo". Era passato un.paio d'ore, e l' Avenida del Cid presentava un aspetto più vivace. Coppie d'innamorati, la mano del giovane spesso posata, secondo l'usanza spagnola, sulla spalla della sua bella, la percorrevano passeggiando, ora in pieno sole ora all'ombra delle acacie. Bassi, robusti soldati di fanteria nelle loro ruvide divise kaki, si mescolavano a seri sivigliani di ritorno dalla Messa. Su una cantonata, davanti alla Fàbrica de Tabacos, un venditore ambulante aveva aperto la sua bancarella e stava sistemando i suoi dolciumi e le sue sigarette sciolte. Dalle loro carrozze con le ruote gialle, turisti si guardavano intorno diffidenti mentre il cocchiere si piegava su un fianco per commentare i punti d'interesse. Tre giovani alti, ovviamente scandinavi, le teste nude che scintillavano come ottone nel sole di Siviglia, facevano girare la testa delle sefioritas spagnole che passavano. Tutte le paradas sulla avenida avevano adesso la loro coda di persone in attesa dell'autobus. Il traffico si muoveva in tutte le direzioni, convergendo sulle glorietas e allontanandosene; piccole spigliate Seat passavano ronzando, mescolate a petulanti ciclomotori e improvvisamente distanziate da ringhianti motociclette. Dal suo spartitraffico in mezzo a tutto ciò, il monumentale Cid, sempre eretto sulle staffe, brandiva la sua lancia di bronzo. "Sono certo che nessuno se ne accorgerà", disse Stigman mentre attendevano sul bordo del marciapiede. "No, non se ne accorgerà nessuno". "Avrei potuto fare la triangolazione per essere assolutamente sicuro, ma penso che una misurazione sia stata sufficiente. E poi, non c'era più tempo". Prese sua moglie per il braccio. "Possiamo attraversare, ora". ''Avevo solo paura che la misurazione finisse a quel bacino artificiale laggiù". "Oh, no! Che idea macabra! Eppure, lo sai, hanno davvero trovato ossa nei posti più impensati. Nessuno che sta guardando?" Avevano raggiunto lo spartitraffico e si erano fermati accanto ai segni che sua moglie aveva fatto in precedenza sulla pavimentazione. BibliotecaGino Bianco "No, non vedo nessuno", disse lei. "La metto qui, va bene?" Aveva fatto qualche passo sul prato fino all'aiuola. "Va bene?" "Va bene". Tirò fuori da sotto l'impermeabile che aveva al braccio una coroncina di felci e di bosso, e la posò sull'aiuola. "Ecco! L'ho fatto". Tornò indietro, sulla pavimentazione. "Un piccolo tributo dovuto. Piuttosto inadeguato, vero?" "Sono sorpresa di quanto la cosa mi tocca, Aaron. Non pensavo mi toccasse tanto". "Davvero?" Stava lì, immobile, a guardare l'aiuola. "Che fiori sono, quelli?" "Gigli di canna, credo. Sono stati tagliati". "Gigli di canna - non li conosco". Sul suo viso c'era un'espressione di tristezza meditabonda. "Il giardiniere, o qualcun altro, troverà una corona, qui, e si domanderà perché. Probabilmente la sposterà verso il Cid, ma non posso farci nulla. E comunque, c'è ben poco che uno possa fare contro l'oblio". Rimase in silenzio. "E ora?" Infine si volse verso sua moglie. "Dove andiamo, ora?" "Da qualsiasi parte. Il Parco Maria Luisa?" "D'accordo. Troviamo una panchina e mettiamoci a sedere". Costeggiarono la base del monumento - e videro, diretto verso di loro, un agente in divisa grigia. Ancora qualche passo e li raggiunse. "Buenos di'as, sefiores", disse, e fece il saluto. '"Buenos di'as", disse Stigman. "Per caso, sono loro la coppia inglese che stamattina è stata vista fare delle misurazioni? "Siamo americani, non inglesi", disse Stigman, parlando in spagnolo. "Ma sì, stavamo facendo delle misurazioni". "In questo caso, ho alcune domande da far loro". "Sì?" "Sono certo che potranno rispondere facilmente. Possono spiegare perché stavano facendo misurazioni?" "Sì. Stavo cercando di localizzare un punto che per me ha un certo valore sentimentale", disse Stigman. "Un luogo che non viene più incluso nelle mappe di Siviglia". "Che luogo, sefior?" L'agente era una figura poderosa. Capelli grigi spuntavano da sotto il berretto militare dal nastro rosso. Aveva il viso largo, e la pelle era rosea, come rasata di fresco. La sua competenza e il suo buon senso erano evidenti. "È un ... Be', preferisco non dirlo. È una questione privata". "Sefior, fare delle misurazioni in luoghi pubblici, in mezzo a edifici pubblici, non è una questione privata. Potrei inoltre farle notare che loro hanno steso un metro attraverso una arteria pubblica, intralciando il traffico ... " "È stato soltanto per un minuto". "Un minuto è sufficiente per un incidente. Loro hanno attratto folla". "Su questo, io non potevo farci nulla".
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