16 STORIE/CARVER all'ospedale, capite? Io e Terri non eravamo sposati, allora, e mia moglie si era tenuta la casa, i bambini, il cane, tutto. Io e Terri vivevamo in un appartamento. Certe volte, stavo dicendo, mi arrivava una telefonata in piena notte e dovevo andare all'ospedale, alle due o alle tre del mattino. Era buio, fuori nel parcheggio, e sudavo freddo, per arrivare alla macchina. Non sapevo mai se sarebbe saltato fuori dai cespugli, o da dietro la macchina, e avrebbe cominciato a sparare. Voglio dire, quell'uomo era pazzo. Era capace di qualunque cosa, anche di mettermi una bomba. Telefonava alla mia segreteria a tutte le ore e diceva di aver bisogno di parlare col dottore. Quando lo richiamavo, diceva, 'Figlio di puttana, hai i giorni contati.' Cosette del genere. C'era da aver paura, ve lo dico io." "Nonostante questo, provo ancora compassione per lui," disse Terri. "Sembra un incubo, questa storia," disse Laura. "Ma cosa acc_addeesattamente, dopo che si sparò in bocca?" Laura fa la segretaria in uno studio legale. Ci siamo conosciuti in veste professionale. Senza nemmeno accorgercene, ci siamo innamorati. E oltre a essere innamorati, ci stimiamo a vicenda e ci divertiamo molto, insieme. È facile, stare con Laura. Dosa accadde?" disse Laura. Mel disse, "Si sparò in bocca, in una camera d'albergo. Qualcuno sentì il rumore dello sparo e avvertì il direttore. Entrarono in camera sua col passepartout, videro cos'era successo e chiamarono l'ambulanza. Per caso, io ero in ospedale quando ce lo portarono, vivo ma J?iùdi là che di qua. Sopravvisse per tre giorni. Gli si gonfiò la testa. Era il doppio di una testa normale. Non avevo mai visto niente del genere prima, e spero di non vederlo mai più. Terri voleva andare ad assisterlo, quando scoprì cos'era successo. Ricordo che litigammo. Io non volevo che lo vedesse in quello stato, e penso ancora di aver avuto ragione." "Chi la spuntò?" disse Laura. "Ero con lui, quando è morto," disse Terri. "Non riprese mai conoscenza. Ma io restai con lui. Non aveva nessun altro." "Era pericoloso," disse Mel. "Se questo è amore, per te, tientelo pure." ·"Era amore," disse Terri. "Certo, la maggior parte della gente non capirebbe. Ma lui era pronto a morire, per quell'amore. È morto, per quell'amore." "Col cazzo che lo chiamerei amore, io," disse Mel. "Voglio dire, nessuno sa perché si sia sparato. Ho visto un sacco di suicidi, e nessuno riesce mai a capire perché la gente si suicida." Mel si mise le mani sulla nuca e inchinò la sedia all'indietro. "Questo genere di amore non mi interessa," disse. "Se questo è amore, te lo lascio volentieri." Terri disse, "Avevamo paura. Mel aveva perfino fatto testamento e aveva scritto a suo fratello, in California. Suo BibliotecaGino Bianco fratello era nei Berretti Verdi. Mel gli scrisse che se gli fosse successo qualcosa, avrebbe dovuto cercare Ed." Terri bevve un sorso. Disse, "Ma Mel ha ragione - vivevamo come clandestini. Avevamo paura. Mel aveva paura, non è vero, tesoro? Una volta chiamai perfino la polizia, ma non ci furono di grande aiuto. Dissero che non potevano intervenire, se Ed non faceva davvero qualcosa. Incredibile, no?" Versò tutto il gin rimasto nel proprio bicchiere e agitò la bottiglia. Mel si alzò e andò alla credenza. Prese un'altra bottiglia. "Be', io e Nick sappiamo cos'è l'amore," disse Laura. "Per noi, voglio dire," disse Laura. Sfiorò il mio ginocchio col suo. "Tocca a te dire qualcosa, adesso," disse Laura, e girò verso di me la faccia sorridente. Per tutta risposta, presi la mano di Laura e me la portai alle labbra. Feci una gran scena, di quel baciamano, feci ridere tutti quanti. "Siamo fortunati," dissi. "Voi due," disse Terri. "Smettetela. Mi fate venire la nausea. Siete ancora in luna di miele. Troppo presto, per parlare. Aspettate, aspettate. Da quanto tempo state insieme? Quanto? Un anno? Più di un anno?" te. "Quasi un anno e mezzo," disse Laura, rossa e sorriden- "Oh," disse Terri. "Aspettate ancora un po'." Teneva in mano il bicchiere e guardava Laura. "Sto scherzando," disse Terri. Mel aprì la bottiglia e fece il giro del tavolo versando gin nei bicchieri. "Ecco qua, ragazzi," disse. "Brindiamo. Propongo un brindisi. All'amore. All'amore vero," disse Mel. Brindammo. "All'amore," dicemmo in coro. D uori in cortile uno dei cani cominciò ad abbaiare. Le foglie del pioppo vicino alla finestra sfiorarono i vetri. Il sole del pomeriggio era come una presenza, nella stanza, la luce spaziosa del benessere e della generosità. Avremmo potuto essere chissà dove, in un luogo incantato. Alzam- · mo di nuovo i bicchieri sorridendo come bambini complici in una marachella. "Ve lo dico io, cos'è il vero amore," disse Mel. "Voglio dire, vi do un buon esempio. Poi tirerete voi le conclusioni." Si versò dell'altro gin. Aggiunse un cubetto di ghiaccio e una fetta di limont,. Aspettammo, sorseggiando i nostri gin tonic. Le mie ginocchia e quelle di Laura si sfiorarono ancora. Le misi una mano sulla coscia calda e non la ritrassi. "Che cosa ne sappiamo noi dell'amore?" disse Mel. "Siamo soltanto dei principianti, mi sembra. Diciamo di amarci, e ci amiamo, senza dubbio. Io amo Terri e Terri ama me, e voi due vi amate. Lo sapete di che genere di amo-
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