DANILMOARAMOTTI 1) Forse un momento di incontro tra due linguaggi diversi lo era ai tempi di Y ellow Kid, ora mi sembra un linguaggio autonomo. 2) In rapporto alla letteratura è limitativa la fissità delle immagini; c'è più continuità nell'immergersi nella lettura di un libro. Per la pittura non saprei (tra libro e fumetto una certa analogia c'è perché tutti ·e due raccontano una storia), un quadro dovrebbe più che altro suggerire una sensazione, un'emozione, cose così. A meno che non ci si paragoni alla pittura antica, agli affreschi delle chiese che in passato descrivevano delle storie, raccontavano cose accadute. Ma è un genere molto lontano. 3) Disegnare per se stessi potrebbe avere un senso come terapia psicanalitica, in effetti il punto di partenza di ogni lavoro è sempre una cosa molto personale. Ma il risultato no, è tutto il contrario (personalmente non tengo in gran conto gli originali quanto il prodotto finito, rimpicciolito e stampato in più copie). Immagino che il pubblico a cui piacciono le mie storie sia fatto di persone per certi versi un po' simili a me, che so, nei gusti, nelle letture. 4) Il punto di partenza è sempre un'ambientazione particolare o un'atmosfera (come quando da bambini dici: ora giochiamo ai pirati, agli indiani), la storia la costruisco dopo. 5) Preferisco leggere romanzi perché l'immersione nella storia è più totale, senza i continui stacchi di un libro di racconti. Se scrivo una sceneggiatura per fumetti preferisco non ·avereil limite di un piccolo numero di pagine, se invece disegno è più facile realizzare un racconto corto perché hai meglio sotto controllo l'omogeneità del disegno. 6) Non è più artigianale della penna o della macchina da scrivere·. È anche vew che sono nato nel '50, non so in che modo disegnerei se fossi nato oggi, in un mondo più tecnologico. 7) Credo di aver letto praticamente di tutto, tranne la letteratura russa. Se dovessi naufragare con un solo libro vorrei che fosse L'isola del tesoro di Stevenson. I primi· registi che mi vengono in mente: Ford, Hawks, Landis, Spielberg. Mi piacciono tutti i film di Fellini in bianco e nero e nessuno di quelli a colori (Otto e mezzo è bello solo a metà). In genere sono d'accordo per il film-spettacolo, con un minimo di ironia. Non sono mai riuscito a vedere per intero film come Il cacciatore e la cosa più brutta, BibliotecaGino Bianco INCHIESTA/MARAMOTTI COMt STA I.! IMPERATORE ? Danilo Maramotti, da Love Lace, 1984. noiosissima e pretenziosa che mi abbia fregato ultimamente è stata C'era una volta l'America. 8) Sicuramente il cinema, soprattutto quello visto da bambino. Quello con Sabù sul tappeto volante, con Stewart. Granger che duella con il cappello, Shirley McLaine supersexy nel costume di Donna-Vampiro in Artisti e Modelle. Quindi anche la televisione come contenitore inesauribile di vecchi film avventurosi e commedie hollywoodiane. Danilo Maramotti (Savona 1949) ha insegnato discipline plastiche e pittoriche e diretto per qualche anno, a Varazze, un laboratorio di ceramiche. Ha collaborato alla rivista "Horror" e altre testate delle edizioni Sansoni e poi a "Frigidaire", "Rockerilla", "Reporter", "Alter". Ha realizzato fumetti pubblicitari per la Pirelli. Lorenzo Mattotti, da Fuochi, 1984. LORENZMOATTOTTI Non ho risposto a tutte le domande, ma mi pare, comunque, che queste risposte diano indicazioni abbastanza ampie. 1) Il fumetto è un mezzo complesso, nel senso che elementi diversi entrano in maniera determinante a far parte della sua creazione. La domanda mi sembra riduttiva. Di sicuro nel fumetto non c'è suono, oppure movimento, ma il· montaggio e il ritmo sono elementi specifici del cinema e del resto recitazione e atteggiamento sono strettamente legati al mezzo teatro. Quindi mi sembra inutile sostenere una pretesa autonomia che dovrebbe risolvere i miei complessi di inferiorità nei confronti degli altri mezzi più nobili. Mi sembra anche che sia un problema un po' datato. Di fatto il fumetto è un mezzo di comunicazione che per 83
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