Linea d'ombra - anno II - n. 12 - novembre 1985

82 INCHIESTA/GIACON Elfo, da Chicago Blues, 1983. iniziale. Il racconto implica lucidità ed efficacia immediata, va più controllato. Il romanzo permette digressioni, stacchi, ripensamenti mentre lo si costruisce. Li amo entrambi, ma forse le cose che riconosco più mie sono i racconti. 6) Non sono più molto giovane (ho 34 anni), e quando ho iniziato a fare fumetti, nel '77, questo mezzo permetteva spazi di libertà creativa che forse oggi è più immediato cercare nei video, nella computer graphic, ecc. Per me tuttavia il fumetto mantiene una sua forza e delle sue radici più profonde: ha storia, è cultura. Ti permette non di sperimentare, ma di fare, qui e subito. 7) In letteratura amo gli americani (nord e sud) in genere. Non sopporto gli italiani (salvo Morselli, rileggerei Fenoglio). Trovo stucchevoli i tedeschi, e amo un francese (Queneau). Per il cinema, ho amato il Godard politico, l' Antonioni di Blow Up e soprattutto il cinema satirico inglese e americano degli anni sessanta: Stranamore, Il caro estinto, Morgan matto da legare, ecc. Non stravedo per Wenders e trovo il cinema attuale tragicamente scisso tra seriosità e stupidaggine. In pittura, espressionisti e surrealisti. 8) Il cinema, perché ha una componente epica nella fase di· lavorazione, che manca agli altri media, e che trovo presente nel fumetto come desiderio in potenza. Il video in confronto mi sembra triste e impiegatizio, claustrofobico. Elfo (pseudonimo di Giancarlo Ascari, Avellino 1951) vive da anni a Milano, dove BibliotecaGino Bianco si è laureato in architettura. Ha collaborato a "Alter" (dal 1977, con le storie di Paolo Valera), "Linus", "Il corriere dei piccoli" (le avventure di Capitan Cuoredibue), "Nemo", "Secondamano", "Per lui", "Alfabeta", "Linea d'ombra"; e a "Pilote" (Francia), "Babel" (Grecia), "Epi.x" (Svezia). Ha collaborato all'organizzazione di molte mostre dedicate al fumetto ed è stato tra i fondatori, nel 1979, della cooperativa Storiestrisce, di cui continua a occuparsi attivamente. MASSIMOGIACON I) Penso che il fumetto sia una tecnica per raccontare e far vedere più che un linguaggio. Questa tecnica elabora un sistema molto vasto di linguaggi che non sono più solamente iconici o letterari. Posso citare altre forme di comunicazione come la musica, il sistema di informazioni televisive e computerizzate che è ormai cosa di tutti i giorni. Tutti stimoli esterni che poi possono venire rimontati e rivisitati con la tecnica del fumetto. 2) Ogni tecnica ha i suoi limiti e i suoi vantaggi, ciò non la rende più o meno interessante delle altre. Oggi chiunque operi creativamente però è sempre più stimolato a non avere un interesse unico. Possiamo parlare oggi di una tendenza diffusa a maturare un progetto (o una serie di progetti) applicabile a diversi campi (moda, fumetto, video, arte, musica, design, architettura). 3) Da piccolo volevo fare due mestieri nella vita: il clown e il figlio di Tarzan. Il fumetto mi ha consentito di intraprenderli ambedue. Non mi interessa raccontare storie: il mio rapporto con il lettore è un rapporto essenzialmente di gioco. Gioco con lui a nascondere molti elementi all'interno di strutture apparentemente semplici. Il suo divertimento dovrebbe stare proprio nello scoprire i pezzi nascosti e magari anche i pezzi mancanti. 4) Il punto di partenza resta un progetto di base. Un elemento qualsiasi può essere analizzato attraverso questo filtro e costituire un primo passo per una storia (un manifesto, una frase ascoltata per radio, alcuni fotogrammi di un film, il particolare di una foto). 5) Penso che anche i miei racconti brevi possano essere ricollegati a un unico romanzo, anzi a una specie di saga-universo in cui tutto si mischia e si ricompone in un caleidoscopio di segni. Le carte sono le stesse ma il risultato cambia. 6) Il fumetto è tecnologico e industriale (anche se può non sembrarlo). Mi stupisce che non ve ne siate accorti. 7) Sono molto instabile nei miei amori e odi creativi. Non amo né odio nulla di particolare. Anche un autore per me particolarmente irritante può servirmi. Soprattutto quando capisco cosa mi irrita di lui. 8) La televisione con il telecomando: miniera di immagini e informazioni sugli animali, la vita delle piante e gli usi e costumi venusiani. Massimo Giacon (1961) è autore di storie '' erotiche/fantagiocattolo/mimetiche'' pubblicate su "Linus", "Alter", "Frigidaire". Ha fatto anche parte di gruppi musicali (collaborando con Roberto Antoni e gli Skiantos e con gli Spirocheta Pergoli), e del progetto multimediale Trax. Massimo Giacon, da Olio solare all'aroma di cocco, 1983.

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