Linea d'ombra - anno II - n. 12 - novembre 1985

62 STORIE/GUARNIERI con una sua connotazione che magari i più neppure coglievano, che magari neppure avrebbero ammesso ma che a me si andava sempre più delineando in termini precisi. Ed ora mi pareva che il mio mondo, quello a me consueto fosse compreso in termini precisi; mi bastavano poche pedalate, mi bastava un breve tratto di strada ad immettermi in una zona diversa, a me persino estranea. E non era soltanto il fatto che al di là di quei confini non avrei incontrato persone che conoscevo e che mi conoscevano; che, mentre percorrevo quei luoghi, mentre passavo per quei paesi nessuno mi avrebbe chiamato, mi avrebbe chiesto di fermarmi a chiacchierare, magari seduti al tavolo di un'osteria; ma mi pareva che là proprio la natura fosse diversa, più ampi i prati, più dolci le colline e più vivaci i loro colori; e nella zona collinare a ridosso della montagna più frequenti le ville, i villini, di fattura recente e di una qualche civetteria; segno di un'agiatezza soddisfatta nella cura di ogni particolare: nella rifinitura degli intonaci, degli infissi; e poi vi erano taluni paesi che avevano perduto, ed ormai da tempo, la loro connotazione primitiva ed ormai ne avevano assunta una nuova, intonata alla vacanza, paesi divenuti soggiorno e meta di villeggianti nella bella stagione, ma che tali sarebbero rimasti anche durante quella invernale, come se la loro esistenza fosse definitivamente condizionata in un solo senso; e quindi, giù nella pianura, eccone altri che andavano assumendo un aspetto cittadino, affollati di nuove, moderne costruzioni all'insegna di una nuova efficienza, con negozi dalle vetrine vistose, con supermercati provvisti di parcheggio per le automobili. E gli uni come gli altri definivano un ambiente più vivace, più lieto e festoso di quello in cui vivevo, ed anche di un costume diverso; come di chi è ben conscio della prosperità raggiunta, entrato in un giro che permette una disinvolta sicurezza di sé, dei propri modi, delle proprie iniziative; e ne è compiaciuto, persino orgoglioso. Ed ancora, queste gite in tali zone a me non ignote ma neppure famigliari, proprio per il senso di estraneità che mi coglieva una volta immesso in quei nuovi confini, mi sollecitavano anche con la suggestione dell'avventura, della piccola avventura che può capitare al ciclista improvvido, ma anche a quello che si sia cautelato per ogni evenienza ma che venga tradito da una improvvisa mancanza, da un incidente non previsto. Così la giornata che appariva serena al suo inzio, col passare delle ore si è andata abbuiando, le nuvole hanno ricoperto il cielo e si sono fatte sempre più fitte; e dapprima è cominciata a cadere una pioggia rada ma che è andata infittendo di grado in grado, e mi ha costretto ad arrestarmi quando già ero sulla via del ritorno, e son dovuto entrare in un caffè, ed il telefono, che pur vi era, non funzionava, e non potevo avvertire a casa del ritardo cui ero costretto; ed appena un po' rallentava la pioggia risalivo in sella, mi affrettavo, spingevo vieppiù sui pedali, con la volontà di ricuperare almeno in parte il tempo perduto, ed il gusto di sentirmi disponibile, pronto a quello sforzo in più, quasi contento di quel contrattempo che mi rivelava una mia nuova possibilità. Ed ecco, altra volta, l'improvvisa foratura di BibliotecaGino Bianco una gomma, e la sosta per cambiarla con altra nuova, e l'accorgermi che il tubetto di questa non si adatta alla pompa ed essa non può essere gonfiata, e l'impossibilità di trovare comechessia una bottega, una officina per riparazioni aperta nella giornata festiva, e l'impossibilità di fermare un'automobile, di chiedere di salirvi senza saper dove lasciare la bicicletta, e lo sgomento di un tratto troppo lungo di strada da farsi a piedi; sinché, camminando pian piano rivolgendo in me propositi e progetti, ma sgomento per un'impossibile soluzione, ecco un distributore di benzina aperto, contro ogni previsione, ed il gestore cortese subito offertosi disponibile a sovvenire in quella contingenza sfortunata; ed il rimontare in sella con un senso di sollievo, ancor più invogliato a portare a termine l'impresa prevista, senza ridimensionarla, senza accorciarla, anche se abbia perduto del tempo, anche se la sera sia vicina. Ed infine ecco, altra volta, sulla via del ritorno, l'avvistamento davanti a me, sulla larga strada diritta, di un ciclista che procedeva nella stessa direzione, ed il mio graduale avvicinamento, senza che troppo mi proponessi di raggiungerlo, ma anche di tratto in tratto spingendo sui pedali com maggiore impegno; ed infine eccolo alla mia portata, ed ecco che mi rendevo conto che era una donna, una giovane donna, vigorosa nella sua pedalata energica; la quale forse non si era accorta di me; ed attendevo un lungo tratto in discesa, con la possibilità di innestare il rapporto più veloce, così da riuscire a sorpassarla in una progressione sempre più rapida così da dissuaderla da ogni resistenza; e su di lei avevo preso un lungo distacco, volgendomi la vedevo ormai lontana, o, se la strada si snodava in curve successive, neppur più la vedevo. E così rallentavo il mio passo, ormai nei pressi della mia città affrontavo l'ultima lunga ma ·non ripida salita al ritmo che mi era consueto; ma a metà di essa, ecco che, sorprendendomi, del tutto inattesa, la ragazza mi raggiungeva e mi superava; né io, preso di contropiede, le resistevo, e poi infine non era una gara, non era una sfida che mi si erano proposte in quel mio primo cimento, ma ero stato preso dal gusto di un'improvvisa sorpresa, come, di fronte a lei, diventato anch'io giovane, pronto allo scherzo; ed ora rientravo nella mia natura, nella mia condizione, accettavo anche la sua superiorità, me ne compiacevo; spiacevole sarebbe stato assecondare un puntiglio, gareggiare con lei e magari esserne, stavolta sì, sconfitto; in quello che era stato un gioco eravamo alla pari, una volta l'avevo sorpresa io, ora lei mi aveva sorpreso; ed ogni rivalità era rinviata ad una forse prossima occasione. Rientravo, e talvolta negli vltimi chilometri mi prendeva la stanchezza; se, passando per un paese, rispondendo al richiamo di un compagno seduto al caffè, mi fermavo per un saluto, scendevo di sella, sentivo le gambe irrigidite, che quasi mal mi sostenevano, interrotto all'improvviso il ritmo della pedalata; e pur sempre conservavo quel tanto di energia che mi permettesse di affrontare l'ultimo tratto di salita, pur ripida, per giungere a casa; come se il percorrerla a piedi costituisse per me uno scacco, ne dovessi sentire l'umilia-

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