DA"POESIEA EIMHIR" Sorley Maclean 3 Mai suscitarono tale sgomento, tale affanno repentino nella mia carne le sofferenze di Cristo in terra né le stelle a miriadi del firmamento. E mai tenni conto del sogno fatuo - il bosco verde nel paese delle fiabe - come trasalì il mio caparbio cuore a quel sorriso argenteo, quei riccioli d'oro. E quella bellezza stese un velo sulla povertà e un'amara ferita sul mondo del pensiero di Lenin, la sua pazienza, la sua rabbia. 8 "Gli innocenti e i belli non hanno altro nemico che il tempo" (W.B. Yeats) Mi credevo d'accordo quando citasti le parole limate di quel poemetto; non pensavo, mi sembra, di vedere la tendenza dell'equivoco. Ma capii che era sbagliato il tuo pensiero quel lunedì quando vidi con i miei occhi l'elmo d'acciaio sul capo grazioso del mio amore. 10 Il mio travaglio forse non può dare frutti d'inquieta poesia, eloquente quanto stridore di cornamusa, con corde vibranti, o mite e pacata, anche se ebbi d'amore, di pensieri senza pace, di ansietà e di dolore quanto basterebbe a una schiera di poeti, quanto basterebbe alla schiera irrequieta, sconsolata, impaziente, agitata la cui dimora è fissata qui insieme a Yeats a Uilleam Ros. 14 In lotta contro un mondo degradato, il mercato dei talenti, la schiavitù che inganna l'umanità quasi intera, non sono, credo, un poeta che direbbe che la vendita dell'anima porti sollievo. Ma più d'una volta mi sono detto che per amor tuo venderei l'anima se fossero d'uopo menzogna e cedimento. Fu detto in fretta, avventatamente, che era perversione, era bestemmia. BibliotecaGino Bianco Perdonami d'averti creduta capace di accettare un misero, di spirito meschino, debole, basso, di accettare di vendermi, fosse anche per i pregi del tuo bel viso, del tuo spirito fiero. Perciò lo dico adesso nuovamente: per amor tuo venderei la mia anima due volte, prima per la bellezza e poi per quel merito - che tu mai accetteresti un venduto, uno schiavo. 17 Moltitudine del firmamento, crivellato da milioni d'astri dorati, freddi, lontani, fulgidi, leggiadri, muti, insensibili, inospitali. Sapienza compiuta è nel loro procedere per un vuoto ignorato, sehza mappe, silenzioso si volge l'universo, una mente isolata, in sé conchiusa. Il mio pensiero non fu mosso da loro, dal miracolo del gelido percorso; miracolo per noi è soltanto l'amore, l'universo illuminato nel tuo viso che s'accende. 19 Ti diedi l'immortalità: tu cosa mi desti? Le freccie acute soltanto della tua bellezza, un duro assalto, una pena lancinante, rancore nello spirito, un lampo doloroso di splendore. Se ti diedi l'immortalità me la desti anche tu; affilasti il mio ingegno, mettesti una scintilla nelle mie poesie; mi impedisti di capire il senso del conflitto, ma se potessi rivederti accetterei questo e altro. Se nella Terra di Gioventù, dimentico della mia pena, mi trovassi davanti sul prato la tua bellezza, forma perfetta, starei meglio lì, anche se ridiventassi infermo; alla pace dell'anima nuove ferite io preferirei.
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