Linea d'ombra - anno II - n. 12 - novembre 1985

Agnès Varda (foto di Fulvia Farassino). BibliotecaGino Bianco che mi manda dal garagista perché il garagista conosce il proprietario. Vedo questo garagista e mi sembra simpatico, mi dice: "Quand'ero bambino ho fatto la comparsa in Fanfan-la-Tulipe. Dico: "Le piace il cinema, se vuole può avere una parte nel film". "A disposizione", mi risponde. È il garagista del film, un personaggio del film. Mi dice: "Ho anche un figlio, un bel ragazzo". Dico: "Bene". Non ho visto il figlio, non c'era, ma tutto questo mi ha dato un'ispirazione. Mi sono detta: andremo in un garage e ci saranno un padre e un figlio. Anche senza avere visto il figlio. Poi cercavo una fattoria con delle bestie. Ne ho visitate molte, c'erano montoni, capre. A un certo punto incontro il pastore del film. Tante cose: il dopo '68, la filosofia del riciclaggio, l'ecologia. Lo faccio parlare molto, sempre prima di scrivere la sceneggiatura. In questi momenti non scrivo: incontro delle persone, vivo il viaggio che faccio. Prende nota di frasi, parole, dialoghi? Non molto. Qualcosa, a volte, ma molto poco. Non scrivo quasi nulla: incontro delle persone, parlo, ascolto. Come la vecchia signora Lidye. L'ho incontrata nell'appartamento del film, è proprio il suo appartamento, con quella grande cucina, e c'era anche la domestica belga Jolande, che poi lascerà il posto e andrà a lavorare ad Avignone. Ad Avignone era già apparsa nel film che ho fatto l'anno scorso. Tutte le cose continuano, anche quelle fuori del film, c'è come una trama sottile, una tessitura. Gli scrittori lavorano così, e anche i pittori. Ma parlavo della vecchia signora. Ancora l'idea della proprietà. Sette stanze, un grande appartamento in cui vive tutta sola. Ritorna l'idea di chi ha troppo mentre c'è la giovane coppia con un appartamento non abbastanza grande, che vorrebbe quello della vecchia. Si vorrebbero sempre spazi più grandi o più piccoli. Grandi spazi, piccoli spazi. Il tunisino del film ha uno spazio troppo piccolo, le campagne sono troppo grandi. È sempre grande-piccolo, dentro-fuori, ed è questo che ispira profondamente il film. I motivi per cui Monà si trova sulla strada non hanno importanza, a partire dal momento in cui è sulla strada e i fili si annodano. All'inizio di scritto c'erano solo due paginette. Come si "scrive" con la macchina da presa, al momento di girare? La musica viene scritta su uno spartito, e può essere suonata da chiunque. Se· c'è un progetto architettonico preciso, chiunque può costruire la casa. Invece non 21

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