Linea d'ombra - anno II - n. 12 - novembre 1985

Sandrine Bonnaire in Senza tetto né legge. BibliotecaGino Bianco CINESCRITTURA INCONTROCONAGNÈSVARDA a curadi Paoladi Montereale Da dove è venuta l'idea di Sans toit ni loi, l'idea di questa storia? Si pensa spesso che si comincia dalla storia e non è mai la storia che comincia. Per me quello che sta all'inizio di una sceneggiatura è spesso un'emozione o un'impressione molto forte. Ciò a cui lavoro, da due o tre anni in qua,.è qualcosa che ha a che fare con le case ... vede fino a che punto questo film ne è lontano. L'interno e l'esterno. Fuori dalla casa e dentro la casa. Avevo già fatto, negli Stati Uniti, un film che si chiama Documenteur, il titolo è un gioco di parole. È la storia di una donna che cerca una càsa per sé e il figlio e visita case, e cerca di fermarsi, di impiantarsi in una casa. Poi ho girato, l'anno scorso, un film che si intitola Sept pièces, cuisine, sai/e de bain. Su un enorme appartamento, abitato da una famiglia che vediamo giovane all'inizio, e poi invecchiare, con i figli che diventano grandi. C'è sempre quest'idea del dentro-fuori. C'era una ragazza che avrebbe voluto lasciare la casa e c'era una vecchia che non avrebbe voluto andarsene perché non voleva andare all'ospizio. Tutte le finestre, ora tutte aperte e ora tutte chiuse, davano su dei platani. Il fogliame nascondeva la casa e faceva come un muro, dalla casa non c'era altra vista che queste foglie di platano. Si potrebbe definirlo un film tutto estivo. Sans toit ni loi continua quel film, continua quell'idea, ma adesso è del "fuori" che si parla. I platani non hanno più foglie e siamo fuori dalla casa. La storia riguarda qualcuno che non ha casa. E come un ciclo di pensieri che vanno avanti per associazioni, emozioni, impressioni. Questo ciclo mi ha portata, dall'estate in cui le foglie di platano occultano l'esterno della casa, a mettermi al di fuori, con dei platani senza foglie, con la possibilità di vedere la casa. Questo ciclo di emozioni mi ha condotta all'idea di un film invernale su qualcuno che non ha casa. Un'altra forte emozione è venuta dal fatto che nel sud della Francia ci sono moltissime seconde case, villaggi di vacanze per l'estate. Nel villaggio che la ragazza attraversa il camionista le dice che ci sono ottantasettemila letti vuoti. Mentre ogni inverno c'è gente che muore di freddo. È stata la prima ispirazione. Allora sono partita. Ha fatto freddo molto presto l'inverno scorso, a novembre era già come dicembre, e sono partita per il sud della Francia per fare un'inchiesta negli ospizi per i poveri, nella stazioni, nei commissariati di polizia, nelle stazioni di servizio ... Ho donato anche il sangue. Partivo con gli autostoppisti. Ho fatto tutte queste cose per sapere, per vedere dove Monà abitava, tra gli squats. Ho caricato sulla mia macchina molti autostoppisti, sempre con molto piacere, da sola; ho incontrato soprattutto ragazzi, e poi due ragazze, prima una e poi l'altra, e allora ho pensato che è ancora più impressionante quando· sulla strada è una donna. E ho deciso: il film tratterà di una ragazza sulla strada. Ma questo è venuto all'ultimo momento. Avevo già scelto le vigne... Sono cresciuta in questa regione, a Sète, conosco queste vigne, questi vini senza a/Iure, senza gloria. Non siamo nella Cote du Rhòne, e in più è una costa che non ha gloria in confronto alla riviera. In questo dipartimento ci sono stazioni e strade bellissime, del tutto sconosciute. Volevo mostrare queste vigne d'inverno, queste case isolate. Qui una volta abitavano i protestanti e l'architettura è molto chiusa, non è gradevole, ci sono case austere come in certe parti dell'Italia. Penso che il film in certi momenti faccia pensare a dei paesaggi italiani: ci sono cipressi, il paesaggio è un po' aspro. È un tipo di paesaggio che mi ispira profondamente. Dal momento che mi ha chiesto da dove viene q].lesto film, vorrei parlare solo di quello che c'è prima del film. La fonte di un film è da una parte l'ispirazione, dall'altra qualche idea, che viene guardando il paesaggio, tenendo conto della memoria del paesaggio e cercando dei personaggi, come faccio sempre, anche quelli secondari, ancor prima di elaborare una storia. È da certi volti che nascono le vicende narrate? Vedo il campo di uUvi, sono ulivi vecchi, mi piacciono molto, e allora cerco a chi chiedere il permesso di potervi girare. Mi mandano al villaggio da qualcuno,

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