Linea d'ombra - anno II - n. 12 - novembre 1985

APERTURA/GORDIMER sì fondamentalmente coinvolto in ciò che porta all'alienazione degli esseri umani da immaginare per ciascuno di noi il ritorno alla completezza (la totalità che l'arte rivoluzionaria cerca di creare per l'uomo alienato) in una forma dell'Essere che i due sessi percepiscono come un tutt'uno - qualcosa di più vicino a una società senza classi che a una stranezza sessualmente ermafrodita. La trasformazione de/l'esperienza resta il gesto essenziale dello scrittore, il trarre da una categoria limitata qualcosa che rivela il suo pieno significato solo quando l'immaginazione dello scrittore lo ha dilatato. Ciò non è mai stato così evidente come nel contesto di tragiche esperienze personali che hanno segnato gli scrittori del ventesimo secolo. John Bayley ha scritto di Anna Achmatova: "Un distico violentemente laconico alla fine del Requiem parla della morte del marito, del figlio in prigione ... E un esempio valido quanto un altro della capacità che ha la grande poesia di generalizzare e di esprimere la condizione umana nelle sue manifestazioni più estreme, perché in realtà forse lei non aveva mai amato Gumilev, dal quale aveva vissuto separata per anni, mentre il figlio era stato allevato dalla nonna. Ma questo sentimento (espresso nella poesia) non è rivolto a se stessa bensì alla "sua gente", con la quale, in quel momento, era unita dalla sofferenza". Gli scrittori sudafricani che sono "solo scrittori" vengono talvolta rimproverati da quelli - bianchi o neri - che, in termini rivoluzionari, sono qualcosa di "più che scrittori", per aver scritto di determinati eventi come se loro stessi fossero stati coinvolti nell'azione, nello sforzo, nella sofferenza. Molti scrittori neri, pur essendo vittime delle umiliazioni e limitazioni imposte alla vita quotidiana dall'apartheid, non erano tra i ragazzi su cui la polizia faceva fuoco negli anni Settanta, né tra gli studenti e i minatori uccisi, picchiati e gassati negli anni Ottanta, né vivono alla macchia con le forze della resistenza, così come la Achmatova non era una moglie dal cuore infranto né una madre separata dal figlio che aveva allevato. Date queste circostanze, la loro pretesa di generalizzare e di parlare di una tragica condizione umana nasce dalla loro capacità di farlo, e lo sviluppo di questa capacità rappresenta la loro responsabilità verso coloro ai quali sono uniti da questa estrapolazione di sofferenze e resistenza. Gli scrittori bianchi che sono "solo scrittori" aprono il fianco a un rimprovero analogo di "rubare la vita dei neri" perché costituisce un buon materiale. Il loro diritto ad accedere a questo "materiale" è pari a quello degli scrittori neri, con un'importante distanza esistenziale di cui sarebbe impossibile non tener conto. Il gesto essenziale può essere compiuto solo con l'integrità che Cechov esigeva: "descrivere una situazione in modo così vero che il lettore non possa ignorarla''. 1 Lo scrittore è alla perenne ricerca di una entelechia nel suo rapporto con la società. Ovunque nel mondo, ha bisogno di essere solo e al tempo stesso di avere un legame vitale con gli altri; ha bisogno di libertà artistica e sa di non poter esistere senza questo più ampio contesto; sente dentro di sé BibliotecaGino Bianco due presenze - la concentrazione creativa e la coscienziosa autoconsapevolezza - e deve decidere se esse siano impegnate in una lotta all'ultimo sangue o se siano in realtà dei feti uniti in un fecondo gemellaggio. Sarà capace - e gli permetterà il mondo - di diventare quell'ideale di scrittore come essere sociale, il narratore di Walter Benjamin, colui che "lascia che lo stoppino della sua vita venga consumato completamente dalla dolce fiamma della sua storia"? (traduzione di Maria Teresa Marenco) 1 Le società americana e britannica non esigono questa "ortodossia" dai loro scrittori perché (e su questo si potrebbe discutere) i loro valori non sono minacciati da una crisi che si concentra su una singola questione morale; il che non autorizza i sedicenti "commissari" culturali a decidere se gli scrittori di altri paesi stiano o no compiendo il gesto essenziale nell'ambito delle loro società. 2 V.H.I.E. Dhlomo, Valley of the Thousand Hills; Solomon T. Plaatje, Mhudi, Native Life in South Africa e Boer War Diary; e Thomas Mofolo, Chaka. 3 Fra gli esempi più recenti: Njabulo Ndebele, Fools; Ahmed Essops, The Emperor, e Es'kia Mphahlele, Africa my Song. 4 Viassrion Belinskij, 1810-1848. Ho tratto la citazione da un mio quaderno di appunti, non sono in grado di precisare la fonte. 5 In Avvicinarsi ad Artaud, raccolto in Interpretazioni tendenziose: "Autori ... riconosciuti dai loro tentativi di sradicarsi mediante la volontà di non e~~eremoralmente utili alla comunità, mediante la loro inclinazione a presentarsi non come critici sociali ma come Veggenti, avventurieri dello spirito e paria della società." 6 Lei/era a Max Brod, citata in Kafka di Ronald Hayman. 7 Citato da Isaiah Berlin in Russian Thinkers. Copyright Nadine Gordimer 1985. Questo testo è apparso su "Granta", n. 15, Londra 1985. SalonePierLombardo Via Pier Lombardo14,20135Milano, telefono584410-5457174 fino a venerdì 31 gennaio o diEschilo Traduzioneed interpretazionedi Con RobertoAnglisani,Gim·anna801.zolo, EmanueleSc,·erino reaJiu.atada Marino Campanaro, GiancarloCondé. FrancoParenticon la collaborazione Daniele Demma,TeodoroGiuJiani, di GianmaurizioFercioni, AnnaGoel, CorneliaGrindatto. LujsaCasiraghi,MaurizioSchmidt Margaretavon Kraus,.MassimoLoreto. con FrancoParentie LucillaMorlacchi. AndreaNm'icov,AntonioRosti, Jocelyne Saint Denis, PaoloTriestino. StagioneTeatrale1985/1986

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