crepitìo delle mitragliatrici tutti scappano a casa. Alle otto di sera c'è il cosiddetto coprifuoco. E anche le notti sono punteggiate di spari. La domenica siamo colti da una visione insolita, offerta dalla presenza di infermieri e infermiere volontarie. Stanno su dei semplici carri, dotati però di assi laterali e di barelle sporgenti: davanti ~ accanto al conducente - sta seduto un infermiere con una fascia rossa, dietro, spesso accalcati, gli altri, ognuno con una grande bandiera bianca che agita in continuazione. È una cosa strana a vedersi, sembra quasi di esser tornati nel Medioevo. Anche se procedono da soli, questi volontari· agitano lo stesso la bandiera: da lontano, infatti, è impossibile distinguere la fascia rossa. Vicino al municipio s'ono state collocate cinque mitragliatrici, alcune sono addirittura senza protezione e ogni tanto vengono spostate: stanno facendo delle prove. Si vedono anche delle pattuglie, in gruppetti di due, di tre, e civili, o soldati con indosso solo metà uniforme, o la divisa della marina; armi se ne vedono ancora poche, se le passano l'un l'altro. Dovrebbe essere facile aver ragione di questi pochi insorti, ma non si vede né si sente nulla delle truppe dell'esercito. D giorni della farina. Dallo scalo merci, attraverso il Parco, si vedono salire delle buffe figure: sono uomini, donne e bambini ricoperti di farina. Trascinano pacchi e sacchi, lasciando dietro di sé una striscia bianca.Non lontano dal viale, un carro scarica qualcosa davanti a una casa dove stanno aprendo un negozio di uova e farina: un uovo cinquanta centesimi, mezzo chilo di farina forse un marco. I poveri fanno ressa davanti al negozio. Sicuramente vendono alimentari sequestrati ai saccheggiatori. Le mitragliatrici sistemate nella piazza del municipio vengono ora improvvisamente dirette verso il Parco e la stazione, contro i buffi omini di farina. I pochi insorti che si vedono danno loro la caccia; chiunque sia in possesso di un pacco viene portato davanti alla scalinata del municipio, dove starno un gruppetto di persone e qualche soldato. Ogni pacco viene ispezionato; a chi è sprovvisto di documenti e risulta sospetto viene requisito il pacco. Sulla scalinata del municipio si forma ben presto un grande mucchio di sacchi e pacchi. Improvvisamente il tutto viene suddiviso, proprio come in un negozio di alimentari, e distribuito alla gente che esce ora a frotte dalle case con borse e ceste. I saccheggiatori non vogliono che la loro merce venga data via, gridano e minacciano; una donna urla che non vedeva della farina da chissà quanto e ora gliela requisiscono senza pietà; le dicono che può ritenersi fortunata se la lasciano andar via senza farle niente. La domenica mattina, fin dalle dieci, si sentono forti colpi risuonare proprio vicino; li si continuerà a sentire di tanto in tanto, fino a notte; molti devono essere caduti sul viale. Si è saputo di parecchi civili rimasti uccisi, soprattutto bambini che portavano acqua, e donne. A chi altri dovrebbero sparare? I vicini si rifugiano in cantina. Pare di essere arrivati a una APERTURA/D«;euN svolta. Non ci sono quasi più difensori. Che cosa si sta aspettando? Davanti a casa mia c'è un uomo con la mitragliatrice, impreca contro un altro che non sa usare la sua e ci mette un'ora prima di farla funzionare a dovere. La sera del lunedì -non si riesce più a capire, in realtà, che giorno sia - ormai si sente sparare in continuazione. Il martedì mattina le mitragliatrici sono ancora appostate, ma si vede molta gente - tra cui anche bambini - per strada, davanti alle porte delle case. Ed ecco arrivare dalla Normannenstrasse un ragazzo con l'elmetto d'acciaio, e dietro di lui un altro: portano via le mitragliatrici, a due per volta, proprio come erano state portate lì dagli insorti: hanno tutti la stessa tecnica. Sulla strada, ora illuminata dal sole, si vede sempre più gente: pare che siano arrivati i soldati dell'esercito, che i ribelli siano scappati, la notte stessa c'è stato uno scontro allo scalo merci, ma erano state tolte le munizioni dalle mitragliatrici. Nella luce chiara della Frankfurter Allee si vedono marciare imponenti colonne, e poi: cannoni, cucine da campo, carri: s'intuisce che le barricate non esistono più. Soldati sciamano da ogni angolo, c'è anche un cannone che, dipinto con i colori di guerra, viene sistemato davanti al municipio; si rimuovono delle pietre per poter scavare un buco e quella creatura dal lungo tubo, non ancora dotata di favella, viene sistemata proprio lì. È incredibile la massa di soldati che, improvvisamente, si vede raccolta sulla piazza. E c'è anche tanta gente per strada, gente mai vista in cantina nei giorni precedenti: uomini e donne benestanti, stanno prendendo un po' d'aria, e hanno qualcosa in mano: sigarette per i soldati; ci sono anche fiori, portati dalle osterie e dalle case. Ma qua e là vedo distintamente figure di donne e bambini: sono i nostri omini di farina, che camminano furtivamente lungo le case; chissà dove saranno andati a rifornirsi di commestibili. Si vedono - e si sentono - mitragliatrici ben più pesanti di quelle a cui si era abituati: assomigliano ad animali giganteschi che emettono rumori infernali, quasi simili a quelli di cannoni. Ma non so contro chi siano diretti: in guerra, di solito, si spara molto ma il bersaglio viene raramente centrato; e si sente sparare, sparare, perfino nel cielo. Che sia un segno di progresso? Proprio sopra le case degli aerei volano in circolo e sembrano voler centrare i tetti delle case. Una cosa è e mi resta incomprensibile: un aereo come quelli vola a velocità piuttosto elevata, chi pensa di colpire, di solito, l'aviatore? Al massimo noi. Ma sembra lo stesso esser successo qualcosa: anche per quanto riguarda i militari, bisogna avere un po' di comprensione. Nelle ore mattutine si vedono passare davanti alla scuola parecchie pattuglie. E ora si sente dire: ecco, vanno nelle case. Dopo mezzogiorno, camminando per strada, sento degli spari provenire dal cimitero, o forse dal cortile della scuola: dicono che stanno giustiziando qualcuno. Non ci credo, prima avevano raccontato anche di aerei che sganciavano bombe, e io stesso ho visto gli insorti insultare e spintonare un prigioniero, ma due minuti dopo sento una donna, che di sicuro non aveva visto molto più di me, dire che quell'uomo è stato ucciso, e la voce è girata subito per le case. Questa storia della corte marziale, ci scommetto, non è vera. 7
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