26 STORIE/FINDLEY man Powell. È stato come una droga, presa per divertimento, a una festa. Finito l'effetto ci si chiede cos'era. Poi se ne vuole ancora. Poi ci si rende conto di essere assuefatti. E non ci si sofferma mai a pensare che forse si è stati tirati dentro di proposito. Si pensa solo alla sensazione deliziosa che si prova - e se ne vuole ancora. Ancora. Fino a quando, un bel giorno, si rifiutano di dartela. Non ce n'è più. O peggio, c'è, ma non te la do. E poi te la fanno ballare davanti al naso - continuano a fartela ballare davanti al naso, a fartela vedere - e ti dicono: no, basta, Fabiana. Mai più. E la buttano via, la sprecano davanti ai tuoi occhi. E se ne vanno - ti lasciano con la siringa vuota - e niente con cui riempirla. Niente con cui riempirti le vene. E non ti hanno nemmeno detto di cosa si trattava - così non sai come fare a trovarne dell'altra. Perché era unica; era la loro droga - erano loro a coltivarla, a raffinarla o a crearla dal nulla. E poi salgono su una barca e non dicono nemmeno addio. Se ne vanno. E lasciano solo un messaggio - che dice che se ne sono andati per sempre.'' Nessuno la guardava, mentre finiva di parlare. Invece, ciascuno accolse di buon grado l'anestetico che impediva, anche se solo per il momento, di prender forma all'idea che la speranza stessa - l'aspettativa - fosse sparita per tutti nel!'Amazzonia insieme a Jackman Powell. Michael guardò Olivia con gli occhi colmi di un panico tremendo. Louellen Potts - il più breve dei suoi sogni - si alzò per andarsene. "È ora di andare," sussurrò, perché aveva perso la voce nella recitazione di Fabiana. "È tardi," disse. E salì al piano di sopra a prendere il cappotto. De tre del mattino e Grendel ha fatto il giro della casa, rendendo nota la sua presenza a tutti i topi e i fantasmi che popolano il buio, compreso il buio ai margini dei sogni di ciascuno. Alla fine si è accovacciato ai piedi delle scale, e si sveglia ogni tanto per fissare oltre la porta aperta e la rete i marciapiedi lucidi di pioggia - e per ascoltare il rumore monotono delle voci nello studio, che per Grendel è come una caverna, abitata da orsi o forse da uccelli giganteschi che alzano le ali in costante ripetizione, gettando la loro ombra immensa sul pavimento vicino alle sue zampe. Le tende di Michael. Le guarda cauto, circospetto. Non dorme mai del tutto. Quando c'è il tuono, il piano ne echeggia il riverbero digradante, e il violoncello, nel suo angolo, manda una nota bassa, solenne. Anche i prismi di cristallo dei candelieri cantano, e il fuoco morente manda un'altra canzone, e le tavole del pavimento scricchiolano su, nella stanza con le vetrate, e le finestre sospirano in tutta la casa. Gli dolgono le orecchie - gliel'hanno morsicate durante una zuffa, la settimana prima - e ha le gengive tenere, perché ferite. Gli duole la schiena. Non trova una posizione comoda. Sono andati tutti di sopra - e lui è solo. Tutto il cibo - quello interessante, almeno - è chiuso in frigorifero o nella dispensa. Tranne .. Un osso, ricorda - messo da Michael sotto il tavolo della cucina. Grendel si alza, va a prendere l'osso e lo riporta ai piedi delle scale. Per un'ora intera lo tiene teneramente tra le zampe, demolendolo - molto lentamente - con i denti rotti e scheggiati. Il rumore di quel rosicchiare - osso contro osso - è il solo che si sente. Quello, e lo scroscio della pioggia. E la voce di Olivia, sdraiata a letto con gli occhi fissi sui disegni della tappezzeria. "Michael. .. ?" Sorride. Lontano, in Amazzonia, cade uno spillo. (traduzione di Marisa Caramella) Copyright Pebble Productions Inc. 1984. LIBRERIA DELLO SPETTACOLO "IL LEUTO" Tutto su cinema, teatro, danza. Testi italiani e stranieri. Manifesti. Foto. Cartoline. Vendita per corrispondenza. VIA DI MONTE BRIANZO. 86 . TEL. 65 69269 00186 ROM A
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