musicali che da tempo compone, rappresenta e interpreta nei teatri di "Charas", in giro per il quartiere o in altri teatri della città: The Winos, o il recentissimo Coco Ba/è una storia ambientata a Puerto Rico nell'800, quando le autorità spagnole vietarono canti e feste tradizionali, "bombe" e "macambe". Perché è il teatro il veicolo più vivo della cultura del Lower East Side. E, visto che di teatro si parla, a pochi isolati di distanza da "Charas" (e dal "Life Cafè", altro importante luogo d'incontro), al 523 della East 6th Street, in un seminterrato poco illuminato, c'è lo Shu11le Theater. Ad aprirlo è stato Beppe Sacchi, un italiano sulla quarantina, dall'aria solida, positiva, convinta, che è a New York da parecchi anni e possiede una certa esperienza in fatto di locali "alternativi". S'è lanciato nell'impresa dello Shu11le Theater con enorme entusiasmo, dedicandoci tempo, soldi ed energie, ed i risultati cominciano a farsi vedere, se anche il" ew York Times" ha preso ad annunciarne gli spettacoli. Lo Shuttle. la "navetta"; perché, mi spiega Beppe, lo shu11/e non è un vettore che si perdt; nello spazio: parte dalla terra e vi fa ritorno, è un veicolo che mette in comunicazione, che riporta indietro qualcosa; ed è questo che intende fare il nuovo locale: mettere in comunicazione gruppi e individui, far si che i viaggi di scoperta non vadano semplicemente perduti. E, aggiungo io, lo Sh1111/eTheater ha davvero una funzione vitale e delicata, nel panorama di Loisaida: può operare da collegamento indispensabile tra il mondo della sperimentazione culturale che si stende alle periferia del quartiere, e la gente che ci vive, che sbarca il lunario in the streets, che vive e che lotta nel Lower East Side. Di una "navetta" queste due anime di Loisaida hanno giusto bisogno, per un confronto costante, per non restare estranee l'una all'altra, per evitare che l'una svolga il ruolo inconscio ma terribile di testa di ponte della ge111rifica1io11 e l'altra ripieghi su se stessa sotto i colpi della miseria e dell'abbandono. musicisti, piccoli gruppi teatrali, poeti come Allen ~Ginsberg passano dallo Shuttle Theater. con readings e performances. Ma soprattutto, in questo seminterrato dai lavori perennemente in corso per poter sfruttare ogni angolo di uno spazio avaro, ha ripreso vita una delle esperienze culturali fondamentali del Lower East Side: qui hanno ricominciato a incontrarsi quei poeti portoricani che, intorno a metà anni ·10. avevano creato il 1uyorican Poe1s· Cafè, grazie all'entusiasmo di Miguel Algarìn. Ed è proprio allo Shu11/e che ho modo di far conoscenza una prima volta con Pedro Pietri, Miguel Algarin, Miguel Pinero. la costellazione intorno a cui ruota il sistema in espansione dei 11uyorica11poets: Tato Laviera, Lucky Cienfuegos, Sandra Maria Esteves, Shorty Bòn Bòn, Luz Rodriguez, T.C. Garcia, Martita Morales, tanti altri. Di tutti, forse Pedro Pietri è il più conosciuto e al reading di quella domenica sera si presenta vestito come sempre di nero, uno sparato bianco disegnato sul petto della maglietta nera, un berretto floscio a visiera nero schiacciato sui lunghi capelli neri riccioluti, sui INCHIESTA/MAFFI bellissimi occhi neri da indio che di volta in volta si velano o scintillano di scherzo e ironia, mentre legge i versi eon la caratteristica voce cantilenante, il th inglese che diventa unas sibilante, le r che rotolano sonore come quando pronuncia il nome "Milagros" nella sua poesia più nota, Puerto Rican Obituary: un lungo poema amaro e tagliente, sulla vita, le aspirazioni, le illusioni dei Portoricani immigrati da poco tra i miti e i sogni d'America che dodici anni fa lo rese immediatamente famoso ("Juan. Miguel, Milagros, Olga, Manuel I ali died yesterday I today I and wi/1die aga in tomorrow I passùrg their bili coliectors 01110the next ofkin I ali diedwaitingfor the Garden o/ Eden to open up again I unaer a new ma11ageme111 / ali died dreaming about a miracle I waking 1hem up in the middle of the niglrt / screaming, Mira! Mira! your nome is 0111he wi11ni11glo11ery ticket..."). Da allora, Pedro s'è affermato come una delle voci più importanti di questa nuova poesia: con il tempo, forse, la sua vena s'è fatta più privata, il suo aggressivo surrealismo è passato da una dimensione più aperta e pubblica. Ma l'ironia, il sarcasmo, la beffa, l'amarezza, la follia sono rimasti intatti, e strappanp la risata e l'applauso al pubblico dello Shu11le. Soprattutto, è la musicalità straordinaria della sua voce, delle parole, del ritmo, della struttura delle sue composizioni, ad affascinare. Quando lo incontro di nuovo casualmente, per strada, e c'infiliamo in uno di quei bar irlandesi immersi nella semioscurità, Pedro mi parla delle sue origini di poeta: e dice Langston Hughcs, e Ted Joans, e Dylan Thomas, e tutto ciò è musica; e aggiunge poi Frankie Lymon, che è un'altra musica ancora, quella del rock 'n' roll anni '50 per le strade del ghetto. E la musica non è solo nella sua poesia, ma anche nel suo teatro. Perché Pedro è un affermato scrittore di teatro, e Josè Ferrer, il famoso attore, ne è un ammiratore tanto appassionato da aver diretto due ANGELO'$ FISH FRY SATURDAY, SEPT 29 OOOIIS OPEN 9 r,u SETS STAIIT 10 P~I $5 M~RSS4 LA TEIUtAZA THEATER 360 East 1OSt, (bct ween Ave. B and C) CONCESSIONSBY LUIS 95
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