LOWEREASTSIDE/ LOISAIDA N.Y. CULTURA EMERGENTE, CULTURA DELL'EMERGENZA Mario Maffi so p/ease whenI die... don't take me far a"·ay keep me ,rear by ,ake my ashes and scauer them thru 0111 the Lower Eas1 Side .. Miguel Pinero nulla soglia di "Charas", il centro sociale al 605 della ~ East 9th Strecl, nel cuore del Lower East Side(Manhattan), Bimbo Rivas mi dice che "Loisaida" non è solo la pronuncia portoricana di "Lower East Side". È uno stato d"animo,una condizionedella mente,comeil nuyorican che.vi si parla. singolare fusione di americano e caraibico, di sonorità latine e ritmo anglo-sassone (Migucl Algarì n: "Nuyorican is al state of mind.l it is a metaphysics I of bei11g"). In effetti, sono molti i modi con cui chiamare questo storico quartiere. Sono almeno tanti quanti sono i modi in cui ad esso ci si può accostare. Il Lower Easl Side è da sempre un ghetto, uno j/11111. un abisso di miseria e degradazione, una terra di nessuno dalle case diroccate come in seguito a un bombardamento o a un terremoto che non si sono mai verificati, una frontiera urbana saccheggiata dalla speculazione, dallo sfruttamento. dalla disoccupazione, dalla povertà. Nell'accezione comune, è uno di quei luoghi in cui "è preferibile non andare al calar del sole". Ed è vero: la prima volta che ci vai, contravvenendo a quell'elegante divieto, fra le case squarciate provi un involontario senso di disagio, quasi di panico. Non capita spessodi vederepanorami simili, e la contiguitàa WallStrect o ad altre zone scintillanti dell'acciaio-cristallo dei grattacieli è ancor più sconvolgente. ell'abbandono della Ave.e o della 6ast 10th Strect, amorano alla mente le immagini del londoniano "popolo dell'abisso", e ti senti come indifeso, alla mercè dell'ignoto. È un a11imo, ma rischi davvero di fare dietrofront e di lasciare il Lower East Side al suo mistero. Poi, però, ti accorgi che quel disagio è in realtà una sovrastruttura culluralc, è frutto inconscio, quasi subliminale, dello scandalismo-sensazionalismo di tanti mass media all'insegna della sequenza "miscria-degradazione-dclinquenza-violenra". E se vinci quei lampi di timore, capisci che le immagini che ti incalzano sono interne a quello stesso processo che è all'opera nel quartiere; capisci cioè che la strategia è di nuovo quella classica, del distruggere dall'interno prima ancora che dall'esterno. dello sgretolare l'immagine di un'intera comunità, agli occhi suoi e dei visitatori. Una medesima strategia vale per il Lower East ide come per il Bronx e decine di slums simili sparsi per l'America: prendere gli abitanti per fame, freddo, malattie. miseria,disgregazionesociale, degrado urbano. cacciarli a poco a poco. eliminando cosi una concentrazione pericolosa e ottenendo al contempo un'arca vasta e appetibile dal punto di vista della rendita fondiaria, da ristrutturare ad uso e consumo della medio-alta borghesia. dei giovani professionisti rampanti (gliyuppies), degli artisti in sella al grande mercato internazionale. Un meccanismo che ha nome ge11trifica1io11. on sono deliri di paranoia. Esiste effettivamente un programma dcll'amministra1ionc cittadina che prevede, nel giro di quindici-venti anni, la trasformazione dell'intera isola di Manhattan in uffici. E qua e là, a isole, il processo è in corso. Fiaccare le comunità, disperderle, cacciarle sempre più in là. Il fatto è che i 350.000 abitanti del Lower East Sidc non accettano rassegnati. Vivono in una condizione di totale emergenza nel cuore della metropoli più ricca e potente del mondo. Ma si battono. Lo senti proprio mentre cammini per queste vie angoscianti in cui t'è stato consigliato di non camminare. Te ne accorgi perché, in questa terra di nessuno, cogli un tessuto di storia presente e passata, di tradizioni orgogliosamente difese, che tiene insieme il reticolo degli isolati e delle vite. ne impedisce l'irrimediabile sfaldamento. D una storia cruda e affascinante, cominciata più di un secolo fa, quando queste viuzze nella zona sud-est di Manhattan, fra la East 14th Strect a nord, l'East Rivcr, le rampe d'accesso al Brooklyn Bridge a sud e la Bowery a ovest. presero a riempirsi d'immigranti da tutte le parti del mondo. "Gfre me your poor. yourtired. your /111ddledmassesi )' eaming 10 breathe free ... ". recitavano i versi della poetessa Mary Austin incisi sulla Statua della Libertà. E. dopo Irlandesi e Tedeschi, vennero gli Italiani, i Cinesi, i Turchi, gli Arabi, gli Ebrei dell'Europa Orientale. Il Lower East Side diventò allora "il cancello d'ingresso all'America": un quartiere dalle molte razze e dalle molte lingue, internazionale e internazionalista, pieno delle tensioni dell'americanizzazione, dei conflitti sociali, dei molecolari interscambi culturali. Fu questo a fare del Lower East Side un'area sui generis. terribile per miseria, straordinaria per fermenti e per la capacità di creare e resistere, dentro e coni ro l'emergenza. La sua storia è dunque la storia dei trenta anni che precedono la Prirna Guerra Mondiale, dell'incrocio di culture e tradi1ioni, delle grandi lotte operaie. delle tragedie come i roghi nei laboratori dell'industria dell'abbigliamento, cuore pulsante del quartiere fin dalla finedell'800, del lavoro nero e a domicilio, delle combattive organizzazioni sindacali. Ed è anche la storia di tulle quelle iniziative socio-culturali che ne esprimevano la vivacità: i centri sociali impegnati a combattere la disgregazione e l'abbandono, i luoghi d'incontro e di aggregazione, i giornali in yiddish e italiano e tcdc,co. iclub di ginnastica e autodifesa, il teatro ebraico. il music-ha/1. E Hutchins Hapgood e Jacob A. Riis e Lewis I lincchedanno inizio alla scuola americana di sociologia urbana e di fotografia sociale. O David \V. Griffith che vi gira uno dei suoi piccoli capolavori, The Musketeers of Pig Alley. Soprattutto, verso la fine dell'800, la scoperta del Lowcr East Side eia pane della lc11eratura: prima con il ritegno di un William Dean Howclls poi con la secchezza e amarezza polemica di uno Stephen Cranc o con l'irruenza un po' farraginosa di cene pagine di Theoclore Dreiscr (Sister Carrie. 1900). Ma sopra11utto, a cavallo dei due secoli, con le voci del ghetto. che alla lunga diedero origine alla letteratura ebraico-americana: dal capostipite Abraham Cahan a Mike Gold fino al più noto Henry Roth (Ca/1 /t S/eep. 1934). Ma la storia del Lowcr East Side e della sua cultura non si
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