Linea d'ombra - anno II - n. 10 - giugno 1985

pretendeva le stesse carezze e la stessa disponibilità di mangiatore di loto! Un'altra volta una signora di Brema minacciò di raggiungermi a Napoli, se non l'avessi io raggiunta al più presto nella sua casuccia sul Baltico, e mi mandava lettere tra l'arrogante e l'implorante, ricordandomi i nostri abbracci del Castiglione, fino a quando non le scrissi che il mio lavoro mi conduceva in Egitto, da dove difficilmente sarei tornato. Vedevano il mio scintillio estivo, guai se avessero conosciuto·it purgatorio dei miei autunni e i miei inverni; o i lunghi pomeriggi a oziare, fuori la porta della Agenzia, sfumacchiando in compagnia del venditore di cornici affianco, come un qualsiasi bottegaio senza clienti! Perché nel mio lavoro vi era veramente qualcosa di levantino, con lunghe pause sonnolente e improvvisi rigurgiti: contrattare branchi di pensionati zurighesi con portieri d'albergo romani, o cedere a questi ultimi paralitici monegaschi di ritorno dalle acque minerali di Ischia, con discorsi smozzicati da impresario di pompe funebri, su cui sarebbe stato bene calare un velo pietoso: "L'anno scorso tu chiedevi ventimila a cranio, quest'anno capisco bene che l'inflazione ti mangia gli utili, facciamo dunque venticinque mila, ma mi devi un pensionato in più ogni dozzina!" Ma parlavamo di amori e di sofferenze. Mi capitò in qualche o~casione veramente di irretirmi, di abbandonarmi al flusso docile di Eros. Ne ero lusingato, e credevo che l'importante fosse padroneggiare gli eventi, non esserne padroneggiato. Conobbi B. su quel maledetto aliscafo che traghetta i turisti tra Napoli e Ischia. (Maledetto per i venditori di orologi, per la canea dei pendolari, per l'odore di nafta che veniva dalle caldaie.) Per quanto mi sforzi, non riesco a ricordare se il padre fosse tirolese e la madre italiana, o viceversa. Credo anche che fosse mezza luterana e mezza ebrea, oltre che cattolica naturalmente. Metà di tutto, la medietà e la sazietà in persona, finanche nel corpo florido, ma tutt'altro che ingombrante. Una piccola stazza, per capirci, come iljumbo che ci sballonzolava verso Ischia. Credetti di innamorarmene, e per quanto cercassi di resistere ne fui ad un certo punto conquistato. Avevo bisogno di vederla e avrei mandato in malora una comitiva di miliardari texani pur di sentire il suo odore. E poi: era anche lei un agente di viaggio, era colei che accompagnava coloro che accompagnavo: e lo faceva emergendo tra la folla dei moli con un incredibile parapioggia a strisce gialle su cui campeggiava l'emblema di un'agguerritissima marca di vini atesini. Con quanta abilità svicolava le auto e le api infiocchettate di Lacco Ameno per dirottare, con questo suo ombrellino sollevato in alto come la bandiera del reggimento, i suoi vecchi turr.;ti verso stufe sotterranee e bolle d'acqua radioattive! Con più sfrontato cinismo di quanto io potessi mai usare, la vedevo giocare come una ladra con questi sfiancati megalomani ingualdrappati, illusi di poter arginare il loro disfacimento con quella blanda esposizione da pellicola fotografica ai raggi che venivano su dal melmoso fondo mediterraneo! Sì, l'amavo; o almeno ho creduto di amarla, fino a quando non mi chiese perché non ci sposavamo. Se non ricordo male, S10RIE/LAMBIASE eravamo in una trattoria dalle parti di Casamicciola e ci tenevamo teneramente per mano, mentre nel piatto languiva un mortifero cefalo arrosto. Mi carezzò il pelo del braccio. "Sposiamoci e andiamo a vivere dove vuoi tu. Napoli, Capri o Merano non fa nessuna differenza." "Spo ... Spo ... " Non avevo il coraggio di pronunciare quel verbo. Pronunciandolo avrei riconosciuto il suo potere, sarei caduto in balia di avvenimenti che non avrei più potuto rintuzzare. Le lasciai la mano per tormentare con la punta della forchetta il languido occhio del pesce. "Non posso abbandonare i miei turisti!" Mi fissò turbata. "I tuoi turisti?" "Vi sono milioni di turisti che attendono di essere traghettati tra Napoli e Capri. Ve ne saranno sempre di più in futuro. Bisogna pure che qualcuno faccia questo mestiere!" Diede un pugno sul tavolo. Non l'avevo mai vista così infuriata. Fu uno scossone così forte che l'ampolla dell'olio si rovesciò sulla tovaglia. Credetti a quel punto di fare dello spirito. "Brava, ora ci saranno sette anni di guai!" Ma la mia osservazione, anziché calmarla, ne ingigantì la rabbia. S'era alzata aggrappandosi all'orlo della tovaglia, come per strapparla. "Almeno trova una osservazione più decente per dire di no!" "È l'unica cosa sensata che ti posso dire. Una guida turistica non può impunemente sposarsi, così come nel medioevo un filosofo non poteva prendere moglie, pena la decadenza dalla sua professione!" "Nel medioevo?" "Sì. Le cose stanno giusto così". Ecco, afferrò il cefalo e mi colpì in pieno viso, con un gridolino quasi di trionfo. Dinanzi a una platea di convitati inorriditi, prima che divertiti, mentre il padrone correva dal fondo, con un pentolone in mano. Mi colpì più volte, con la naturalezza con cui un altro mi avrebbe schiaffeggiato con un guanto, mentre blaterava tra le lacrime un "Filosofo di merda!" che mi risuona ancora nelle orecchie. Ma questo è accaduto parecchio tempo fa, quando ancora mettevo nel mio mestiere un'ansia di assoluto. Darsi cullare da incredibili barcarole con un fiore di loto fra i denti,o dormire lungo la riva del mare dinanzi al fiato caldo del Mediterraneo! Come nelle stampe che mostriamo ai turisti, come nei golfi mistici su sfondi di similoro, sotto campane lenticolari che ingigantiscono ghiaie trafficate da ridicoli pescatori e guaglioni più nudi delle lastre di von Gloeden! Nella realtà finivo per conoscere soltanto lefornaci ardenti dei jumbo e la noia dei treni per Ercolano più pieni di carichi orientali o di scalcinate tradotte peruviane, coi sedili gli uni dirimpetto agli altri, per cui tutti si guardavano straniti 81

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