so nando, giudicando, classificando, paragonando, commentando se stesso, ininterrouamente - sempre comunque (ricordatelo) con l'intento di rovinare l'Io tranquillo, silenzioso. Questo Io ciarliero, che non ha altro da fare che auaccar discorso con l'Io tranquillo, non vede albero, non ode fruscio, non sente radice sollo i piedi - parla e basta, sempre, riporta e nuoce (come il Miuler di Goethe), mentre l'Io mefistofelico diviene allora tutt'occhi, naso, pelle - Natura (in realtà l'altro Io non è il mefistofelico, ma quello stolto). - Esiste poi un qualcosa che abbraccia i due Io antagonisti e fa superare i contrasti: il pensiero che s'interrompe, rallenta, fantastica, esplicito: che è poi la mia scintillante armatura; oppure: l'Io che fantastica (ri-fantasticando) è il mio scrivano Domanda a Matisse: "Crede in un dio?" - "SI, quando lavoro." (Quello che lo citava prendeva la risposta per una balluta) Sinistri e disgustosi sono i leuori onnivori (leggono le riviste come libri, libri come giornali) Un artista si presenta, quando parla, non come filosofo, non come legislatore, non come docente, ma neppure come artista, bensl come: "Finalmente io!" La neve - un profondo respiro di sollievo. SI, respirare a fondo le cose! (Aufatmen I die Dinge [Respirare a fondo/ le cose]: così vorrei tradurre M'illumino I d'immenso)2 Kafka, scrivendo, non ha forse schivato la cosa più difficile - di mettere la natura in una sequenza? Non ha forse voluto vedere, anziché la natura, sempre e soltanto le sue manifestazioni oniriche, la cui sequenza si profila già da sé? - Di un paesaggio diurno vorrei leggere una buona volta in Kafka, del suo energico "Uno tira l'altro"! La televisione m'incenerisce l'anima. Ma quando la sera mi collega con gli altri avvenimenti mondiali, lo si può dire una "piccola opera di bene" Un non-scrittore (o meglio: lo scrittore-per-finta) è riconoscibile anche dal fatto che per Luiil concetto "Illusione" è a priori qualcosa di deleterio Ogni avventura mistica protratta nel tempo - com'è lo scrivere - mi rende più lucido, più preciso, più ragionevole, e trascina via me, il lettore, sempre più lontano dallo spenzolare di Kafka, verso la chiara opera diurna di Virgilio Di rumori non ce n'è forse di più sgradevoli che gli schiamazzi notturni e le risate nelle piccole città di provincia: "Un'epica non è più possibile", pensai; gli uni blaterano per le strade, gli altri guardano la televisione. - Ma uno, forse, sta leggendo Orazio, e qui nell'atrio vuoto del cinema, tetra sotto la luce cruda, c'è una donna anziana, sola Odio Franz Kafka, l'Eterno Figlio Sono salvo - da quando a quindici anni ho letto William Faulkner -, e da allora ho continuato ogni volta a salvarmi Quando poco fa ho visto brillare di giallo il primo, minuscolo, semischiuso calice di ranuncolo di quest'anno, pensai nell'intimo: "Oh!" - Sono forse deficiente per il fatto che simili cose mi allietano in questo modo, e che trovo degno fissare la peculiare forma di questa gioia? No, non sono deficiente. Ma sono forse un reietto. Forse che simili cose contano solo per un reietto? SI, cose del genere contano solo per un reietto: - e toccano tutti. - E con ciò, noi reietti, non vorremmo mica vincere, rimpatriare, essere riabilitati? No, noi vorremmo disarmare, disarmare, disarmare "A mo' di pogrom" Mandel'stam era costretto a chiamare la lanugine dei tigli nell'aria di maggio: non gli era concesso di vivere in modo da poter chiamare le cose per nome come Virgilio, che semplicemente poteva dire: tilia levis, il lieve tiglio Le campagne, specie quelle del venerdì alle tre, mi rafforzano nelia mia debolezza (commune dolor3 è la parola del Petrarca per il venerdl santo) Risolutamente mi perderò {traduzione di Rolando Zorzi) I • In tedesco vuol dire simultaneamente "si mostra riconoscibile, si fa riconoscere". 2 . 3 - In italiano nel testo originale. Copyright Handke/Suhrkamp Verlag 1983
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