Ma questo sarebbe già il grido di un Mal-Aiméche avesse raggiunto la coscienza diabolica del Sedu1tore, sarebbe già un'altra storia, non più quella di Carmen e don José; ma sempre possibile, verosimile, nell'universo dei rapporti di forza, in cui si dispensa e si ritira l'amore, si fanno doni che dall'al1ro vengono considerati obblighi, e così via. La musica Il passaggio dal tesio le1terario all'opera di Bizet è come la scoperta di un nuovo mondo. Vi sono, d'accordo, dei cambiamenti strulturali. L'introduzione del personaggio un po' mieloso e strappalacrime di Micaela, l'opposizione più acuta tra dovere e passione, che fanno di don José un povero albero squassato da due forze: la madre e la sposa che gli è destinata, da una parte, la zingara-demonio, d~ll'altra. Inoltre, l'introduzione di cori, scene della vita militare e zingaresca, con misurata e sapiente ricerca di effe1ti (a volte fin troppo facili), fa sentire la mano di abili libre1tisti, oltre che di un musicista di grande talento, che non nascondeva di essersi cimentato DISCUSSIONE/SCHIAVO anche nell'operetta. Eppure, Carmen è qualcosa di più di un'opera gradevole e ben riuscita. Dicevo prima che passando dal racconto di Mériméeall'opera sembra di entrare in un altro mondo. Il fatto è che entriamo in un mondo essenzialmente musicale. Nel racconto, l'incontro con Carmen, l'accenno al suo aspetto, al suo fascino, sono descrizioni, non rappresentazioni immediate di quelle qualità e dei loro effetti. Come il Don Giovanni di Molière (anche in questo caso è Kierkegaard a guidarci) è rispetto all'opera di Mozart una specie di rinessione morale sulle avventure di uno scellerato, senza che si rappresenti mai emotivamente quel che il seduttore mette in opera, senza che si veda mai "quel che fa'', così, con.le dovute differenze, anche il 1es10di Mérimée rimane un sobrio ma pallido racconto di una seduzione, non la rappresentazione di essa: questa ce la offre solamente la musica. Ed è in questo senso che le due opere, i due personaggi, pur così diversi tra loro, don Giovanni e Carmen, si incontrano. È il loro far 1u1t'uno con la seduzione musicale che li unisce. Ritmo galoppante con tragici rallentati e richiami minacciosi, nel Don Giovanni. Sensualità e apparenza chiassosa in Carmen con improvvisi, cupi accenni musicali alla scelta ed alle sue conseguenze. Perché, Carmen, a differenza di don Giovanni, distingue e sceglie, in amore. Nella famosa habanera canta: ''L'un parie bien, /'mare se tait I et e' est /'mare quejepréfere / il n'a rien dit mais il me plair". La scelta è un momento grave e minaccioso: in guardia! Ma c'è contrasto, del resto anch'esso seducente, fatale, tra una scelta che, per sedurre, si dichiara assoluta e subito dopo si smentisce, aperta al cambiamento, al libero riproporsi altrove. Tutto questo poteva essere espresso solo in termini musicali. La musica stessa, infatti, sembra custodire gelosamente questi doni d'incontrollabilità cdi inspicgabilità,comc fonte del proprio fascino. Si fa amare sottraendosi ambiguamente ad ogni spiegazione sugli effetti che scatena, tendendo anzi a dissimulare con eleganza i complicati congegni di cui dispone e che usa sapientemente, quasi sorgesse dal nulla, senza radici sociali: irresistibile, magica ... E non è forse così che, grazie alla musica, appare Carmen? Nell'opera di Georges Bizet l'ornamento, la raffinala apparenza danno il meglio di sé. Questa musica vuole piacere a qualsiasi costo. Anche il presagio cupo, la morte, sono sopportali perché, con mondano senso della misura, appena accennati, subito sostituiti da motivi più giocosi ma quasi macabri, alla fine, nella deliberala ricerca di spensieratezza, come per qualche attimo si"percepisce nella scena delle carte. Il racconto di Mérimée, la commedia di Molière si possono sottrarre meno facilmente alle loro origini sociali. La musica può invece, come una bella sconosciuta, mimare l'assenza di origini, porre la propria apparenza accattivante come suo unico essere. Per questo è così adatta a rappresentare la seduzione e le sue trappole. La finzione ("Sappiamo dire cose false simili alle vere, e sappiamo, quando vogliamo, vere celebrarne" fa dire Esiodo alle Muse nella sua Teogonia) che si fa verità è l'essenza stessa di ogni seduzione: capace di 27
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==