Linea d'ombra - anno II - n. 10 - giugno 1985

24 GracePaley (/010 di A. Alecchi). finché non l'ho battuta a macchina. Non posso cominciare a lavorarci su finché non l'ho battuta ... Quando veramente ho in mano una storia, posso lavorare seduta su un treno, andando a Washington ... dovunque. Mi assorbe totalmente ... Penso che la gente abbia i "blocchi degli scrittori" perché non mette giù le cose. La loro mente è troppo lineare. Se solo si scrive, se si realizza cos'è la propria mente e che è sempre al lavoro, non si smette mai di meravigliarsi, di essere curiosi, di pensare alle cose ... Ho un'avidità terribile. Non mi piace rinunciare alla famiglia per scrivere. Non mi piace rinunciare a scrivere per la famiglia. Non mi piace rinunciare alla politica per andare alle feste di famiglia e non mi piace sentire la mancanza della mia nipotina solo perché devo finire un pezzo. Ho livelli di ambizione molto bassi. Sono così contenta di aver fatto bene come ho fatto. Sono meravigliata, contentissima, è straordinario per me che alla gente piacciano quei due libri e li leggano ... può essere particolarmente femminile, ma non così tante donne poi sentono lo stesso, questo lo so. È solo che io dò molto valore ad altre cose nella mia vita ... l'amore di sé, l'ammirazione di sé è troppo in contrasto con il fattore importante dell'attenzione a cosa sta di fuori, la qualità dell'attenzione a ciò che sta di fuori, o anche di dentro. È incrinata dalla vanità. Poiché si continua a cambiare la verità. La vanità è la distruttrice del vero. Ma l'ego ti aiuta a pensare che qualcosa è degno di essere buttato giù. lo scrivo per i miei amici, per raccontare la storia della loro vita ... Tendo a scrivere storie che ho bisogno di ascoltare. Ci sono cose di cui voglio sapere, e di cui non so... Solo perché ho detto in una storia che non credo nell'intreccio molta gente dice che non c'è intreccio, il che non è vero... Quello a cui sono contraria è il pensare all'intreccio. E non è il modo in cui scrivo io. lo costruisco un treno, e tutto a un tratto lo guardo e c'è il binario. Non avevo cercato il binario per metterci il treno sopra. E l'intreccio non fa muovere la storia. Sono le persone che ti trascinano verso l'evento successivo. La vita ti trascina. Si scrive di qualunque cosa sia composta la propria vita: quando comporta cambiamenti e variazioni si scrive di questo. Si va avanti. Dovunque sia la propria vita, che sia al parco giochi o in fabbrica o al Congresso, dovunque sia, è interessante e ci si scrive su... lo credo nei luoghi, che i luoghi sono veramente importanti. La gente proviene da un posto preciso e questo è un elemento. Questa è un'altra cosa che gli studenti fanno: scrivere nell'aria come se nessuno venisse da nessun luogo ... Cercano di scrivere letteratura in questo modo: e non si può fare. Tutti vengono da qualche posto, si guadagnano da vivere in qualche modo. lo ho molto il senso di New York ma non è l'unico posto al mondo ... Alcuni racconti li ho fatti molto in fretta. Alcuni di quelli molto brevi li penso a lungo e poi li scrivo. Ma per la maggior parte mi occorre molto, molto tempo. Penso che più persone farebbero opere veramente buone se si rendessero conto di quanto lavoro ci vuole. Le loro opere comincerebbero a prender luce e ne sarebbero sorprese. La verità è che la propria lingua a un certo punto della propria vita è chiara, semplice e veritiera e se la si scrivesse sarebbe bella - la bellezza è verità, la verità bellezza ... - ma succede che la maggior parte delle persone, specialmente i borghesi, vanno a scuola e la loro lingua si rovina immediatamente, se anche i loro genitori non gliel'hanno già rovinata. La lingua scritta viene immediatamente separata dalla lingua parlata. Se la gente non si allontana troppo dal proprio vero linguaggio, allora può veramente scrivere. Ma la maggior parte se ne allontana. E allora si tratta di tornare indietro. Ed ecco perché il linguaggio dei bambini è tanto spesso così bello, perché è così vicino alla loro vera lingua. D'altra parte è anche molto noioso perché non hanno esperienza della vita. A chi importa cosa ha da dire un bambino di cinque anni, giusto? Joan Miro, il pittore, dice: Non sono mai così felice come quando ho un'abbondanza di tele. Allora, quando mi alzo al mattino, ne sfrondo una, ne innaffio un'altra. lo mi sento nella stessa condizione. A volte si hanno storie in testa per anni e anni. C'è una storia nel mio secondo libro, Storie di emigranti, che io conoscevo già trent'anni prima di scriverla; l'avevo sempre in mente. Mi preoccupava e un giorno mentre passavo in rassegna cose che avevo scritto mi accorsi di aver scritto le prime pagine di quella storia un anno prima. Si tratta della forma e la forma ci viene data, se mi scusate, per grazia. Ecco cos'è veramente la forma e fino a che non si ha quella forma, fino a che non si ha il contenitore nel quale mettere la storia, non si ha la storia ... L'ispirazione della storia talvolta non è una persona specifica o uno specifico evento: potrebbe essere solo una frase che qualcuno potrebbe dire o potrebbe essere il linguaggio. Copyright Grace Paley 1985

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