mi viene dall'amore per la letteratura piuttosto che dall'amore per la gente, dal mio sentire la gente. Qualche volta un racconto breve è più simile a una poesia che non a un romanzo. Sono entrambi poesia. Questa è la ragione per cui la mia destrutturazione mentale può misurarsi con questa scrittura e maneggiarla. Mio marito ha per lunghi periodi di tempo ampie prefigurazioni del lavoro a venire ... Sono contenta di non averlo incontrato quando ero giovane (è il mio secondo marito). Contenta di non aver cresciuto i bambini con lui. Voglio dire che lui è cosi capace di crearsi la sua solitudine, di appartarsi, che può segregarsi in modo tale da costruire le visioni che poi diventeranno scrittura. In futuro, anche se il mio futuro sta diventando sempre più corto, può darsi che anch'io scriva qualcosa di lungo. Ma io so quali operazioni bisogna fare su di sé e sulla realtà per riuscirci e non credo mi corrisponda. A me piacciono davvero le storie brevi. Mi piace l'idea di prendere così tanto da quello che mi sta intorno e raccontare, raccontare in questa dimensione ridotta. Lasciami dire un momento come lavoro io in generale: quando ho finito di scrivere, ritorno varie volte su quel che ho scritto, rimetto nel cassetto quel che non serve, elimino quello che non c'entra, tolgo quello che non è necessario e cerco di lasciare solo quello che occorre ... non è che scrivo così densamente dall'inizio ... scrivo di più e tolgo via roba: mi accorgo di aver detto troppo. Quello su cui si scrive non è quello che si conosce. Non scriviamo quello che sappiamo perché questo è davvero barboso ... Quello su cui si scrive è ciò che non si conosce del proprio soggetto. Perché questo permette di mantenere il mistero e la tensione. Noi abbiamo una vita diversa da quella degli uomini e la nostra scrittura non può che rispecchiare questa differenza. Solo il cambiamento delle nostre vite può cambiare la forma da noi scelta. Ho provato a pensare che ci fosse una specificità di scrittura femminile e forse in qualche altro paese è così. .. Ho ricordato La Storia di Elsa Morante. Per me non c'è uomo che avrebbe potuto scrivere quel libro. Quale uomo avrebbe potuto scrivere un libro così capace di guardare alla vita dei bambini? E alla vita degli animali? Lasciamo stare i bambini, ma il cane? Non un grande cane cattivo ma il cane dell'uomo, del bambino. Così ci sono storie che gli uomini non avrebbero potuto scrivere, ma non mi sento di parlare di stile. Sono le storie che noi abbiamo scelto di raccontare, questo è molto importante ... penso soltanto che il modo in cui le donne vivono le tenga lontane dalle astrazioni delle vite maschili che sono così lontane dalle cose comuni, di tutti i giorni. Penso in generale che le donne vivano dentro al proprio corpo mentre gli uomini vivono fuori dal loro. In un qualche modo folle le donne sono più vicine alla natura - ho paura ad usare la parola natura, l'abbiamo sbandierata troppo e io non so cosa voglia dire - ma le donne sono più vicine alla nascita e alla morte ... per il corpo che abbiamo, per quello che siamo, perché siamo donne. Questo non significa per sempre. Tutto quello che diciamo in questo momento ha significato rispetto al presente. Non vuol dire per sempre. Non vuol dire prima. Quando ho lasciato cadere la mia voce "inglese", diciamo la voce accademica ... e ho cominciato a scrivere nella mia voce? Quando ho scritto racconti. .. è stato veramente uno sfondare. Sfondare attraverso la mia stessa sordità. Sfondare la mia falsità letteraria ... Veramente, essendo andata a scuola da tutto il mio leggere e scrivere per così tanto tempo e dagli scrittori di racconti, non ho avuto problemi nel toglier via un sacco di roba ... Il lavoro di dare forma e tagliare. È come se sapessi già farlo ... Avevo veramente vissuto la mia vita con una specie di orecchio letterario ... troppo letterario ... Ma in qualche modo nella narrativa fui in grado di sentire con quest'altro orecchio - di usarli entrambi: la conoscenza colta, tradizionale di questo orecchio, e poi l'orecchio che era stato solo ad ascoltare la gente tutto il tempo e usava la lingua di quel posto e di quel tempo ... La poesia si rivolge al mondo e la narrativa fa che il mondo si rivolga a te. Quando fui in grado di entrare nella voce di qualcun altro ... di parlare con la voce di altra gente, trovai la mia voce. Io ho una basilare indolenza ... che è essenziale alla scrittura. I ragazzi adesso la chiamano "spazio attorno a te". È il tempo del pensare, del ciondolare, del sognare-ad-occhi-aoerti ... del ciondolare-vicino-al-letto, dello star-seduta-comeuna-stupida-sulla-sedia. E questo mi sembra essenziale per qualsiasi lavoro. Qualcuno lo farà stando solo seduto alla scrivania con una faccia seria, ma io no ... scrivo in ogni modo possibile ... sul retro di una busta, su un piccolo pezzo di carta, su un pezzo grande ... Non mi sento di aver veramente in mano qualcosa 23
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