SlORIE/PlllEY sembra che si era abituato a apprezzare molto le parti di mezzo proprio all'epoca in cui mia madre disse, Be', Willy, ora basta. Addio. Tieni i bambini al caldo e fai in modo che almeno lui (io) finisca la scuola superiore. Poi lo baciò, baciò noi ragazzi. Disse, Ti telefono la settimana prossima, ma non si è mai più fatta sentire. Dove può essere? Bene, ho sentito quella storia forse trenta volte e ancora non la reggo. Per la verità Jack la racconta ogni volta che prendo una posizione deci~amente antagonistica in pubblico per punirmi. Delle volte comincio a piangere. Delle volte mi limito a preparare immediatamente la minestra. Una volta ho pensato Oh! Gli stirerò la biancheria, ma non sono riuscita a trovare la prolunga. Non ho più bisogno di stirare da anni grazie alla famosa scienza americana che fornisce "lava e asciuga" in una provetta e gas nervino nell'altra. La provetta destra non sa cosa fa la provetta sinistra. Oh, sì, che lo sa, dice Jack. Perciò voglio continuare questo racconto. O forse ricominciarlo daccapo. Jack disse, Cosa hai fatto oggi del tuo anno di congedo? lo dissi, Mio caro, nella tarda mauinata sono uscita. Il "Times" era arrotolato sullo stoino dell'interno A. Sono riuscita a vedere che era nero di terremoti, guerre e delitti privati. Chiaramente la morte aveva vinto dappertutto ma non - l'ho visto quando sono uscita dal portone - nel nostro isolato. Qui era primavera, in parte perché è questa la stagione e in parte perché abbiamo un'associazione di quartiere impegnata nelle questioni dell'isolato che ci ha ricoperti di platani e ci ha aggiunto distinzione con un sorbo selvatico, due alberi di ginko e qui e li (poiché siamo parte del tutto) di ailanto, salvezza della città. Mi dissi, Che giornata! Penso che farò una corsa giù al negozio per prendere dei commestibili. Lo pensai veramente. Se solo fossi andata al negozio senza pensare, la parola commestibile non mi sarebbe mai venuta in mente. Mi sarei immaginata - fame cena Jack verdura formaggio negozio camminare strada. Ma a me questa lingua piace proprio - grano e pula - con le sue crescenti riserve di geni stranieri e poiché non avevo mai avuto occasione di dire commestibile mi fece piacere pensarlo. Dal droghiere incontrai un vecchio amico che aveva continuato la sua vita così come l'aveva iniziata - nell'avanguardia - ma non in modo egoistico. Aveva anche organizzato teatro di guerriglia per la strada e non aveva mai parlato male della gente. Gran parte degli artisti lo fanno perché hanno un pubblico molto ristretto e si arrabbiano perché non diventa più numeroso. Ma come fa a diventarlo? ho chiesto spesso. Possono passarsi parola, no? rispondono stizzosamente molti artisti. Be', dapprima io e il mio amico (che si chiama Jim) discutemmo del boicottaggio della lattuga. Era un boicottaggio di vecchia data. Gli raccontai del boicottaggio delle calze di seta durante l'invasione giapponese della Manciuria e la scomparsa della Sopraelevata della Sesta Avenue negli altiforni giapponesi da cui ci sarebbe stata restituita qualche anno dopo - talvolta proprio nel medesimo quartiere - sotto forma di schegge di granata conficcate nel corpo di giovani newyorkesi della mia generazione. E questo che ha portato a Pearl Harbor? chiese lui rispettosamente. Si rendeva conto che io avevo informazioni di prima mano su eventi accaduti quando lui era alle elementari. Quel suo rispetto mi dette tutto il vantaggio che mi ci voleva per essere aggressiva e critica. Dissi, Jim, volevo sempre dirti che non credo sia efficace il modo in cui hai fatto urlare i Vietnamiti nella nostra ultima manifestazione. Non credo che il significato della nostra lotta abbia nulla a che fare con tutto quel chiasso. Tu non capisci Artaud, disse lui. Credo che il teatro sia l'ancella della rivoluzione. li lacchè, vuoi dire. Prese atto della mia correzione annuendo col capo. Accetta le critiche con grazia visto che può sempre farvi fronte con un sorridente paraurti di opinioni ferree; Dovresti essere più informata su Artaud, disse. Hai ragione. Dovrei. Ma ho avuto cosi maledettamente da fare. E poi, una volta sapevo probabilmente parecchio di lui. In questi ultimi anni tutti i personaggi letterari mi si affastellano in testa. Talvolta il re Ubu appare proprio accanto a Mr. Sparsi! - o a Mrs ... A questo punto il macellaio disse, Cosa vuole, signorina? Rifiutai di dirglielo. Jack, a cui, se ricordate, stavo raccontando questa cronistoria della giornata borbottò, Oddio, no, l'hai rifatto. Sì, che l'ho fatto, dissi. È un insulto. Non si dice a una donna della mia età e che per giunta la dimostra, Cosa vuole signorina. Non gli ho risposto. Se si dice qualcosa del genere a una come me in realtà significa Cosa vuoi tu, vecchia megera patetica? Ti senti già così? chiese lui. Senti, Jack, diciamo le cose come stanno. Ammettiamo che il macellaio non volesse offendermi. Eddie non è poi così male. Gli ci vogliono due ore per venire a New York dal New Jersey. Poi altrettante per ritornare. Mi dispiace che debba viaggiare tanto. Ma dico sul serio. Non deve più permetterselo. Eddie, gli dissi, non chiamarmi in quel modo o non ti dico che cosa voglio. Come vuoi tu, tesoro, ma che cosa ti occorre? Be', mi potresti tagliare un paio di cosce di pollo da friggere? Senz'altro, disse. Io voglio della polpa di maiale, disse Jim. A proposito sai che stiamo facendo uno spettacolo al City College quest'estate? Non nell'auditorio - nel laboratorio di biologia. È un'idea nuova. Abbiamo dovuto strapparglielo con la forza. È la cosa più politica che abbiamo fatto dai tempi di Sciacallaggio. Ho sentito bene che hai detto City College? chiese Eddie mentre estraeva la piccola coscia di pollo dal suo incavo. Be', quando ero ragazzo, bambino - quello che chiamavano City College - sai allora era CCNY, lo chiamavamo Cittadi-
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