Linea d'ombra - anno II - n. 10 - giugno 1985

La zia sposata con un figlio dice, La verità, siate sincere. Siete andate? Un'altra zia entra nella stanza. Ha parlato a mia madre, la donna nella cui pancia ho preso carne e forza e sono diventata io. Lei dice Ci sono guai veri nel mondo, lasciate in pace le bambine. È appena arrivata negli Stati Uniti e non è ancora stata condotta alla pazzia da tutte le esigenze di salute totale e di igiene assoluta. Quella sera, mia nonna racconta una storia. Parla la lingua comune delle nonne • cioè non una parola d'inglese. Dice È venuto a me dal nord. Io gli ho detto No, voglio fare la maei>'lra.Mi ha detto Certo, perché no. Io ho detto E i figli? Lui ha dello No, bambini, non sono indispensabili. Non tanti, non più di due. Perché si dovrebbe averli? Lui mi piaceva. Dissi Va bene. Ne nacquero se1. M1 nonna disse Tu capisci questa storia. Vuol dire fai qualcosa di te stessa. Proprio così, dice una zia, quella che veniva presa in giro per non essersi sposata, la cui bellezza, dal punto di vista della famiglia, era inutile perché nessun marito se ne era servito. • E un'altra cosa, disse, mi sono appena ricordata di dirti. Cara, disse, lo so che vuoi andare alla manifestazione del Primo Maggio con le tue amiche, ma sai cosa? Non portare la bandiera. Io voglio che tu ci vada. Non ho detto di non andarci. Ma non portare la bandiera. Chi porta la bandiera delle volte viene ucciso. La polizia diventa matta quando vede quella bandiera. Io avevo sognato di marciare avanti con una bandiera -la bandiera americana il 4 di Luglio, la bandiera rossa dei lavoratori il Primo Maggio. Come lo sapeva la zia? Perché ti conosco come le mie tasche, disse, da quando sei nata. Non sei anche figlia mia? La sorella madre è quella che incoraggia sempre. Puoi far questo, puoi prendere un dieci, puoi ballare, puoi mangiare zucca senza vomitare, puoi scrivere una poesia. Ma un paio di anni più tardi quando l'amore e il sesso si allearono in vivace amicizia la sorella si schierò dalla parte ansiosa della madre che poi era la parte triste, perché mia madre sarebbe presto morta. Una sera sento la gente in camera da pranzo dire che mia madre deve morire. Rimango nell'armadio a muro in ascolto. Non morirà presto, sento dire. Ma succederà. Uno degli uomini a tavola dice che mi si deve dire. Non devo essere viziata. Altri non sono d'accordo. Dicono che devo andare a scuola e fare i compiti. Devo giocare. E poi succederà fra diversi anni. Non mi si dice niente. Da lì in avanti io mi dedico al non riconoscimento di quella informazione. Vedo che mia madre mi guarda a lungo con aria triste, non di rimprovero ma con uno sguardo ansioso mentre io vado di qua e di là fra le altre madri, e mi appoggio alle loro ginocchia, scrivo lettere, faccio lunghe telefonate. Lei non è d'accordo con le loro idee politiche, cosa avverrà delle mie? Insieme alle zie e alla nonna ha lavorato per rendere mio padre abbastanza forte e S10RIE/PlLEY istruito così che potesse infine guadagnare abbastanza da mantenerci tutti. Ci è riuscita. Malgrado questa fatica, il tempo è passato. La sua vita è una forma nota, conclusa. Io lo capisco. E lei? Questo è l'ultimo segreto. Poi per diversi anni abbiamo timore l'una dell'altra. lo temo la sua morte. Lei ha paura per la mia vita. Della quale cinquant'anni sono passati, con mia grande sorpresa. Consumando in modo esuberante i giorni e le notti, sono arrivata al presente, figlia di madri e madre di due persone adulte. Hanno lasciato casa. Cosa ho dimenticato di dire? Gli ho detto di essere gentili. Perché mia madre lo era. Gli ho detto quando fanno cadere una monetina (o anche una camicia) di lasciarla per chi la vuol raccogliere. Dice così nella Bibbia e l'idea mi piace. Gliel'ho detto di lottare sempre per i trasporti pubblici e di non dipendere dall'automobile? Be', questo lo sanno. Come tutti gli altri bravi figli di estrazione socialista, sanno individuare l'oppressore che sorride fra gli oppressi. Gioite nella lotta contro quella persona, quella classe, quella realtà. Fa molto bene alla circolazione: sono sicura di aver detto questo. Siate coraggiosi, siate veritieri, ma lo sanno che prima viene l'amicizia e poi la competizione, come dicono i cinesi? Ho certamente detto Meglio avere un mestiere, dovete conoscere qualcosa su cui contare quando i tempi sono difficili, non sapete cos'è stata la Depressione, l'avete avuta facile. Gli ho detto ogni cosa che era stata detta a me o vicino a me. Quanto al resto, c'è lo spazio solito e il tempo duro. zie, nonni, vicini, tutti i miei colleghi di lavoro, il parco giochi e l'associazione insegnanti-genitori. È in occasione del loro centomillesimo bicentenario che io ho ricordato tutte quelle altre madri e le loro storie. ASCOLTASRTEORIE Sto cercando di tenere a freno l'individualismo che ho coltivato per anni e che mi è sempre apparso cosi piacevole. Era la canzone che cantavo nel mio mondo privato e naturalmente potrebbe non rivelarsi utile nei tempi duri che ci aspettano. Cosi, quando Jack disse a cena, Cosa nei hai fatto oggi del tuo anno di congedo, decisi di fare un immediato rendiconto pubblico della giornata, per non innaffiare il cervello col tempo che avevo passato a coltivare brillanti pensieri privati. Dissi, Vuoi che cominci dall'inizio? Sì, disse lui, mi sono sempre piaciuti gli inizi. Agli uomini piacciono, risposi. Nessuno sa se gli passerà mai. Ci sono state scritte sopra centinaia di migliaia di parole, tanto free-lance che su commissione. Eppure nessuno lo sa. Oh, sì, lo so. Gli chiesi, Questo è dovuto all'età o alla recente proliferazione di articoli di giornale? Non lo so, disse. Me lo chiedo spesso, ma mi sembra che mio padre, che era un brav'uomo - tutto casa e ufficio - mi 17

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