Linea d'ombra - anno II - n. 10 - giugno 1985

TREQUADRI Virginia Woolf Quadro primo È impossibile non vedere quadri, perché se mio padre era un fabbro e il vostro un pari del Regno, dobbiamo per forza essere quadri l'uno per l'altro. Non possiamo uscir fuori dalla cornice del quadro in termini di linguaggio naturale. Voi mi vedete appoggiato a una porta d'officina con in mano un ferro di cavallo e passando pensate: "Com'è pittoresco!" lo, vedendovi seduto così comodo nell'automobile, quasi in procinto d'inchinarvi alla folla, penso a un quadro di vecchia Inghilterra lussuosa e aristocratica! Senza dubbio ci sbagliamo entrambi di grosso nei nostri giudizi, ma è inevitabile. Così adesso alla svolta della strada vidi uno di questi quadri. Lo si sarebbe potuto chiamare Il Ritorno del Marinaio o qualcosa del genere. Un bel marinaio giovane che portava un involto; una ragazza con una mano sul suo braccio; i vicini che si raccoglievano intorno; un giardino splendente di fiori; passando si leggeva in fondo a quel quadro che il marinaio era tornato dalla Cina, e che gli si preparavano in salotto grandi accoglienze; e che lui nell'involto aveva un regalo per la giovane moglie; e che lei presto gli avrebbe dato il primo figlio. Tutto era esattamente come si deve, tale sensazione si ricavava dal quadro. C'era qualcosa di integro e compiuto nella visione di quella felicità; la vita sembrava più dolce e più invidiabile di prima. Cosi pensando li oltrepassai, riempiendo Il quadro quanto più compiutamente e quanto più esaurientemente possibile, facendo caso al colore del vestito di lei, degli occhi di lui, guardando il gatto color sabbia che sgusciava dalla porta di casa. Per qualche tempo il quadro fluttuò nei miei occhi, facendo apparire la maggior parte delle cose molto più splendenti, calde e semplici del normale; e facendo apparire alcune cose assurde; e alcune cose sbagliate e alcune cose giuste, e più di prima piene di significato. A tratti, durante quel giorno e il successivo, il quadro ritornava in mente, sì da far pensare con invidia, ma con simpatia, al marinaio felice e a sua moglie; da indurre a domandarsi che cosa stessero facendo, che cosa stessero dicendo. L'immaginazione offriva poi altri quadri scaturiti da quel primo, un quadro del marinaio intento a spaccar legna, ad attingere acqua, e loro che parlavano della Cina; e la ragazza che riponeva il regalo di lui sul caminetto ben in vista di ognuno che entrasse; e lei che cuciva il corredino del neonato, e tutte le porte e le finestre aperte sul giardino allo svolazzare degli uccelli e allo sciamare delle api; e Rogers - questo era il suo nome - che non sapeva dire quanto tutto ciò fosse di suo gusto dopo i mari della Cina. Quando fumava la pipa, allungando un piede in giardino. Quadro secondo In piena notte un grido acuto si levò nel villaggio. Poi si udi un suono strascicato; e poi fu un silenzio assoluto. Tutto ciò che si poteva vedere dalla finestra era il ramo di lillà che pendeva fermo e pesante dall'altro lato della strada. Era una notte calda e immobile. Senza luna. li grido diede a tutto un'impronta di presagio. Chi aveva gridato? Perché lei aveva gridato? Era stata una voce di donna che una qualche esasperazione aveva reso quasi senza sesso, quasi senza espressione. Era come se la natura umana avesse gridato contro qualche iniquità, qualche inesprimibile orrore. C'era un silenzio assoluto. Le stelle brillavano perfellamente fisse. I campi si stendevano nella loro immobilità. Nessun movimento mostravano gli alberi. Eppure tutto sembrava colpevole, condannato, premonitore. Si sentiva che qualcosa avrebbe dovuto accadere. Una qualche luce avrebbe dovuto apparire, oscillante, agitata in un movimento. Qualcuno avrebbe dovuto scendere in strada correndo. Avrebbero dovuto esserci luci alle finestre delle case. E poi forse un altro grido, però meno asessuato, meno ineffabile, confortato, placato. Ma non ci fu alcuna luce. Non si udirono passi. Non ci fu nessun secondo grido. li primo era stato inghiottito, e c'era silenzio assoluto. Si giaceva al buio, tesi nell'ascolto. Era stata semplicemente una voce. Non c'era nulla a cui collegarla. Nessun quadro di alcun genere sopraggiungeva a interpretarla, a renderla intelligibile alla mente. Ma quando l'oscurità infine si dissolse tutto ciò che si vide fu una vaga forma umana, quasi indistinta, che sollevava invano un braccio gigantesco contro una qualche soverchiante iniquità. Quadro terzo li bel tempo continuava ininterrotto. Non fosse stato per quell'unico grido nella notte, c'era da pensare che la terra fosse approdata a un porto; che la vita avesse cessato di sopravvanzare il vento; che avesse raggiunto una qualche tranquilla insenatura e vi stesse ancorata, movendosi appena, sulle acque calme. Ma il suono persisteva. Ovunque si andasse, magari per una lunga passeggiata sulle colline, qualcosa sembrava mutare in modo inquietante sotto la superficie, facendo apparire un poco irreali la pace e la stabilità tutt'intorno. C'erano le pecore raggruppate sul fianco della collina; la valle si rompeva in lunghe affusolate ondulazioni come una cascata di acque lisce. Si incontravano solitarie case contadine. li cucciolo si rotolava nel cortile. Le farfalle svolazzavano sulle ginestre. Tutto l'insieme era tranquillo e sicuro quanto possibile. Eppure si continuava a pensare, un grido l'aveva abitato; tutta questa bellezza ne era stata complice quella notte; aveva acconsentito; per conservarsi calma, per essere ancora bella; da un momento all'altro tutto ciò avrebbe potuto nuovamente lacerarsi. Questa bontà, questa sicurezza erano solamente in superficie. E allora per rincuorarsi da questo stato di apprensione ci si volgeva al quadro del ritorno del marinaio. Lo si rivedeva tutto da capo produrre tanti piccoli particolari - il colore azzurro del vestito di lei, l'ombra che cadeva dall'albero fiori-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==