126 SCHEDE/TEATRO Leo de BerardifllS e Francesca Moz..1.0 ;,, King Lear (/010 di Piero Casadei). Leo de Berardinis. zato con Perla nel 1970) Leo dice il brano di Paolo e Francesca. Anche Lear è un viaggio attraverso st3di di conoscenza che vede alla fine Lear, nell'incontro con Cordelia, spoglio ormai di illusioni, ritrovare una unità e una totalità perduta. Su uno sfondo siderale, con due mappamondi e due luci rosse da segnalazione, Lcar incontra le tre figlie. li testo è ridotto ai suoi clementi essenziali, blocchi drammatici e drammaturgici che permettono allo spettatore una lettura precisa degli avvenimenti e offrono all'attore e al regista ampie possibilità di elaborazione. Dalla scena lo spettacolo si estende alla platea, svuotata dalle poltrone e riempita di essenziali clementi teatrali: un alberello dai fruui enormi. un tronco, fiori, una torrcua di copertoni d'auto. Una fila di specchi fissata al gradino del palcoscenico aumenta lo spazio e gli dà profondità. Leo-Lcar appare coperto da una palandrana rossa e una lunga barba bianca - quest'ultima efficace segno teatrale. nella sua finzione, che disincarna il personaggio dal luogo comune del "vecchio" per riportarlo al centro di un viaggio ancora da percorrere. Il tema della "vecchicz1..a·· diviene centrale: accumulo di esperienze dove la traversata nella tempesta dei sentimenti approda a una lucidità superiore. Con voce profonda e evocatrice, poi contrappuntata dal mare. Lcar intraprende il suo viaggio e perde man mano i segni teatrali della vecchiaia, e l'attore ne guida la navigazione nella storia. La prima parte presenta il rapporto di Lea r con le figi ie: la spartizione del regno, lo scontro con Cordelia fino alla rivelazione dei veri interessi di Rcgan e Goncril. 11secondo blocco drammatico è contrassegnato dal viaggio di Lear. ridotto a vagabondare nella tempesta fino alla pazzia, evidenziata da un semplicissimo gioco con una maschera che Leo mette e toglie continuamente. La pazzia non è la perdita del senno, ma il passaggio a una lucidità maggiore, a un livello sovrarazionale che permeue di vedere con nuovo occhio gli avvenimenti. Nell'ultima parte, l'incontro tra Lear e Cordelia è avvolto in un nitido candore in cui tutto è bianco e purificato. La prima parte si svolge sul palcoscenico nudo, le tre figlie in maschera e Lcar con la lunga barba. La seconda, il viaggio, avviene nella platea, luogo del reale e dell'esterno, dove si affronta la tempesta. Si torna sulla scena solo nell'ultima parte quando tutto sembra ridivenuto chiaro e puro. Questi tre blocchi drammatici, tre stadi di conoscenza. sono rivelati da un sapiente quanto affascinante uso dello spazio e degli elementi teatrali che lo occupano: segni geometricamente in rapporto tra loro che fanno da contrappunto alle azioni degli attori, come il tronco d'albero tra quauro pietre bianche dove Lear trova riposo dopo la pazzia. ridotto anch'egli a tronco senza più radici. Il fascino dello spettacolo è dato anche dal particolare uso delle luci {lame sottilissime, per strisce e quadrati, o di taglio e soffuse), che rendono, anche nella sccha del colore. sentimenti e situazioni. Gli otto attori che lavorano con Leo sono in grande sintonia con lui e dimostrano una particolare abilità nell'evitare ogni psicologismo. rendendo i personaggi come delle linee tracciate sulla scena (tra loro Aldo Sasso e, soprattutto, Francesca Mazza). A dodici anni di distanza dal King Lacreme Lear Napu/i,ane dove Lear era contaminato nella sceneggiata, questo lear è uno spettacolo di sintesi. un assolo sulla solitudine e sulla ricerca interiore che trova in alcune ··zone .. del testo gli elementi espressivi principali. Esso è definito "'studi e variazioni'". come il precedente Dame e il prossimo nuovo allestimento dell'Amleto: una formula che dichiara la volontà di continuare una ricerca e il bisogno di sperimentare ora a partire dai classici. reinterpretandoli all'interno della propria ricerca espressiva. per riportarli alla loro essenzialità. epurati dell"'universalità" tematica a cui mira tanto "'teatro del consenso". Chè Dc Bcrardinis non può certo venir accomunato al gusto agiografico delle messe in scena auuali, non potrebbe mettere in scena Shakespeare se non facendo, ancora una volta, unO spettacolo .. di Leo".
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