camino, preferiscono farsi narrare da una voce che muove da interni idealmente tappezzati dagli scaffali di una libreria: tappezzati cioè di sapere, di dubbio e di immaginazione. Nel rapporto che la letteratura fantastica finisce così con l'istituire non contro il reale ma con ciò che di ulteriore può esserci nella sua percezione, non contro il sapere ma entro di esso, con ciò che di inquietante può esserci nella sua memoria storica, il fantasma trova nuovo alimento, nuovo autore, nuova economia e plausibilità narrativa. È quanto succede nei sobri racconti di Montague Rhodes James ( 1862-1936), autore di quattro raccolte di storie di fantasmi uscite fra il 1904 e il 1925 di cui Theoria pubblica la prima, Raccami di fantasmi di un amiquario (traduzione di D. Marciano, introduzione e cura di M. Skcy), volume inaugurale dell'edizione italiana integrale. I fantasmi diM.R. James sono come impronte ineludibili dell'incorporeo impresse sul retro dell'enorme mole di sapere positivo edificato nell'Ottocento - il sapere della stratigrafia (geologia, storia, archeologia, linguistica storica, ccc.) - destinato a portarsi dietro come un calco la loro immagine rovesciata di fossili incongrui. Sono pronti a passare dall'inanimato all'animato solo che si scrosti qualche centimetro della superficie che li ricopre, come accade nel racconto Fischia e verrò da te. ragazzo mio. dove una raccapricciante sagoma di spirito senza corpo è messa in moto da uno scavo dilettantesco fra le rovine di un tempio dei Templari. È quanto accade anche nel racconto La numero 13, dove l'insolito si fa spazio (si crea letteralmente una stanza) insorgendo da un'antica pergamena celata nell'intercapedine del muro di un albergo: il patto con Satana stilato in una lingua misteriosa dal defunto Daniel Salthenius, professore di ebraico a K0nigsberg, Danimarca. È quanto accade ancora ne Il tesoro delfabate Thomas, dove rorrore di un viscido corpo amebico aspetta pe'r premiare di sé il compiersi delle erudite e imprudenti ricerche del signor Somerton attraverso rari libri ìn latino e le sovrapposizioni di colore, le iscrizioni e i crittogrammi di antiche vetrate di abbazia. Involontari collezionisti di questi singolari objets trouvés sono metodici e scrupolosi accademici di Oxford e Cambridge, archeologi, storici, paleografi, antiquari, archivisti, funzionari di musei, compilatori di guide di viaggio: gli austeri chierici insomma di monumenti piccoli e grandi innalzati a testimonianza delle ambizioni enciclopediche e delle propensioni classificatorie di un'intera secolo. Edvard Muncl1: La spilla (/903). Il fantasma nei racconti di Jarnes è "la cosa" incongrua capitata per caso fra le mani di un prototipo umano che potremmo far corrispondere a un darwiniano raccoglitore di fossili e licheni. E la scrittura che a questo fantasma si addii:e è quella disadorna di chi colleziona, registra,.osserva, classifica: può essere la scarna scrittura descrittiva di chi acquista e cataloga oggetti d'arte per musei, scrittura sconvolta dalla visione angosciante di creature che si animano a margine di banali incisioni di vedute di case inglesi (la mezzatinta); oppure la precisa scrittura <'.ta copista-dello studioso in viaggio per il continente curioso di cose/case antiche e colte da raccontare in libri e diari di viaggio del tipo inaugurato nel Settecento e molto diffuso nell'Ottocento: "Trovò la chiave del mausoleo dove si era aspettato di trovarla, e copiò quasi tuuo quello che voleva copiare; restò finché ci fu abbastanza luce"(// come A1agnus. p. 123). Fra questi appunti il fantasma si insinua lasciandosi cogliere registrato in qualche sintetica annotazione divenuta improvvisamente incandescente, pericolosa. Potenza del fantasma che non scompare sotto il peso di un sapere che vuole tutto ridurre a definito conoscere? O anche e piuttosto passione segreta mai sopita dell'Occhio interiore che si ostina a coltivare il suo perverso vedere, a confondere morbosamente animato e inanimato, immaginando per ogni superficie affiorante strati sottoSCHEDE/SAGGI stanti e lontani (nel tempo) di matena mai definitivamente separata dall'umano e dal presente? Bisogna leggere alcune storie di fantasmi del più noto Henry James, e in particolare// senso del passato (pubbl. postumo nel 1917, Garzanti 1983) per trovarsi appieno, come nota Agostino Lombardo nella postfazione all'edizione italiana, il complesso senso di attrazione e di incubo che il passato in quanto storia esercita sull'uomo: quel "buio fondale'' del tçmpo in cui il protagonista Ralph Penderci ama pericolosamente guardare. Oppure bisogna leggere i racconti fantastici di Vernon Lee (pseudonimo di Violct Pagc, 1856-1935) per vivere un analogo viaggio interiore a ritroso nei luoghi del tempo, dai cui archivi (musei, palazzi, monumenti, librerie, soffitte e retrobotteghe di antiquari) i fan'-asmi del desiderio rimosso, perturbanti genii foci e objets trouvés. riemergono rovinosi e seducenti per dire, nei colori patologici del gotico, ciò che di indicibile e di terrificante vi è nella memoria dell'uomo e nelle sue stratificazioni storiche, le angosce e il fascino nei confronti dei suoi residui oscuri. Alcuni racconti di questa colta e raffinata scrittrice inglese (fiorentina d'adozione eppure ancora poco conosciuta da noi) sono oggi disponibili in italiano grazie alle due raccolte curate da A uilio Brilli (Possessioni, Selleria 1982, e l'aman1efan1asma. Passigli 1984). Lo splendido racconto Amour Dure è anche incluso nell'antologia di racconti fantastici dell'Ottocento curata da Calvino. Anche Montague Rhodes James sapeva vedere nei "luoghi" il loro spirito, il loro fantasma. Alcuni suoi primi racconti sono ambientati nella Francia delle cattedrali (che pare abbia visitato quasi per intero in bicicletta), altri in Scandinavia, altri inantiche case dell'Inghilterra. Ma essi non appartengono tanto a un eccezionale, allucinato taccuino di viaggio, quanto piuttosto a quella biblioteca che prima o poi finiamo con l'ìncontrare in tuui i suoi racconti. Si sa intanto che essi costituiscono un passatempo a margine di una carriera accademica interamente spesa fra Eton e il King's College di Cambridge (fu anche direttore del Fitz~ william Museum e rettore dell'università) dove fu noto per i suoi poderosi studi biblici, filologici, classici~ si sa anche che prese a scriverli per animare (si pensi un po') gli incontri della Chitchat Socicty, un'associazione letteraria nata per la "promozione del dibattito razionale", e che continuò a farlo per i suoi amici e studenti del King's riuniti intorno al fuoco del giorno di Natale. Lo spazio di immaginazione dei suoi racconti più che i luoghi rimangono perciò i 121
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