120 SCHEDE/SAGGI Max Emst: da Une scmaine de bonté. tà di rappresentazione. È una letteratura incline a legarsi a rituali formule tematiche e a fortunate vicende editoriali. ma i suoi fantasmi continuano a nascere da processi di esclusione, all'interno di aree che appart~ngono al disordine del non codificato, determinando quel tipico, contraddittorio movimento oscillatorio del fantastico fra stereotipo e rivelazione, evasione e sovversione. L'attenzione di pubblico e di critica che oggi viene rivolta a questo genere di letteratura ne va rivalutando il secondo aspc110. L'affermazione della letteratura fantastica appartiene all'Ottocento - il secolo del positivismo - e la sua evoluzione si segue (almeno in Inghilterra) attraverso quella che sembra essere una testarda voglia di vivere dei fantasmi del desiderio rimosso; quell'attaccamento alla vita che con tanto orrore insorge in creature come il mostro di Frankenstein, Mr. Hyde, oppure nei riti del dio Pan che nei racconti di Arthur Machen (1863-1947) tornano a ripetersi in una labirintica Londra di fine secolo(// gran dio Pan e a/ire storie soprannaturali. a cura di G. L1pp1, Mondadon 1982). Il soprannaturale, l'ignoto, l'inconscio, l'alterità costituiscono ciò di cui non si può dire se non per metafora e per immagine simbolica; proprio quando queste zone dell'interdetto sembrano essere sempre più private di forma e di nome, esse non cessano di modellarsene di nuovi chiamando a sostegno il mondo della materia e le sue scienze: la medicina, la geologia, l'archeologia, l'antropologia .. li fantasma riesce così a farla franca attraverso una strategia di adattamento e di mimetismo che nel racconto si iscrive come tema e come strategia narrativa - soprattutto come punto di vista. Il problema della plausibilità narrativa accompagna paradossalmente l'esplosione e lo sviluppo della letteratura fantastica nell'Ottocento. Essa si alimenta dell'auendibilità di chi vede e di chi narra, della loro posizione di realtà e di normalità. E questo perché il fantastico, genere storicamente iniziato col gotico nel secondo Settecento, vive non dell'accettazione del soprannaturale - saremmo nel meraviglioso, antìco quanto la letteratura, ci avverte Todorov- ma di un 'interrogazione. Che nasce dallo stupore provato dal protagonista e dal lettore nei confronti dell'evento insolito: frutto dell'immaginazione, illusione dei sensi o parte della realtà? (la leueratura famastica 1970, Gar1.anti 1977). Questa dialettica fra mondo empirico ed evento inverosimile è ancora poco determi• nante per esempio nel racconto fantastico del romantìcismo tedesco (Hoffmann, Chamisso, Arnim, ecc.) più incline al meraviglioso e al visionario, talvolta esotizzante. Meno presente lo è anche nel racconto-sogno alla Gérard de Nerval o alla Gautier, nei racconti legati alle leggende del folklore locale come quelli di Walter Scott o alcuni di Sheridan Le Fanu. e complessivamente nei racconti dei primi tre decenni del secolo. Simili considerazioni hanno indotto Italo Calvino a separare nei due volumi della sua antologia di Raccontifantastici tlelr Ottocento (Mondadori 1983) il fantastico "visionario" dal fantastico "quotidiano", distribuendo su due fasi cronologiche (primo Ottocento e resto del secolo) una distinzione stilistica che certo non può ritenersi categorizzante (e siamo d'accordo con lui) per nessuno degli autori della raccolta, ma che aiuta a cogliere una'linea predominante di evoluzione all'interno del genere: laddove l'effetto-di-reale ne diventa sempre più l'elemento fondante. Qui viene in mente Dickens, che in Inghilterra dette un impulso determinante all'affermazione della ghoSt story nella forma breve del racconto. Proprio lui decideva di aprire la narrazione di La casa degli spettri ( 1848) in spregio ironico alla retorica ··nera .. del genere nel quale si accingeva a scrivere: "Quando vidi per 13prima volta la casa che è la protagonista di questo racconto di Natale non si verificò alcuno di quegli awenimenti che normalmente accompagnano un'apparizione di fantasmi e anche i luoghi circostanti non risultarono per nulla spettrali. La vidi in pieno giorno, illuminata dal sole. Non tirava vento, non pioveva, non c'erano /11cìsio11peopolare toscana. né lampi né tuoni e non accadde alcun fatto strano o terribile che potesse in qualche modo impressionarmi ... Non dico che tutto rientrasse nella più piatta normalità perché soltanto le persone assolutamente banali danno tutto per scontato ..." (in C. Dickens, Il segnalatore e altri racconti soprmmarurali, a cura di R.C. Cerrone, Edizioni Le Masche 1982. pp. 77-78). Ed è anche significativo che gli speciali numeri natalizi dei periodici da lui diretti, dedicati a storie del soprannaturale (vi contribuirono fra gli altri Elizabeth Uaskell e Wilkie Collins), dopo le prime connessioni con il fuoco natalizio,A Roundo/Christmas Stories by the Fire ( I852) - indicazione di un'arcaica situazione fabulatoria e di una visionaria cifra stilistica-possano poi intitolarsi a una stazione ferroviaria, MugbyJunction (1866). Già con Dickcns dunque, ma sempre più nel secondo Ottocento e fra i due secoli. ai fantasmi comincia a imporsi diversa ubicazione, diverso testimone, un diverso narratore. Loro luogo più convincente non è più un mondo rurale remoto ma lo scenario urbano al tempo stesso tangibile, percorribile e misterioso; o quando ancora Io è, i fantasmi di un mondo magico cancellato prendono forma nello spazio di un gabinelto scientifico (mesmerista magari), negli interstizi delle sovrapposizioni architettoniche o del sapere storico, insorgendo fra le carte polverose di archivi e biblioteche. All'occhio superstizioso cominciano a preferire l'occhio scettico delflàneur. del medico e dello studioso; più che farsi evocare intorno alla fiamma di un
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==