118 SCHEDE/SAGGI diatezza luogo (1opo.s) chiaramente proiettivo: a chi lo avvicinò non interessò mai come realtà oggettiva dotata di una sua precisa fisionomia; fu piuttosto considerato alla stregua di un contenitore disponibile, alto a stimolare le più svariate proiezioni individuali. Luogo nel quale la fantasia del singolo autore poté cogliere le sollecitazioni sufficienti a favorire una personale ristrutturazione di questo mondo, secondo criteri che trovarono nel policromo microcosmo vagante della fiera uno spazio stimolante e fertile, non incontrando alcuna forte resistenza che potesse impedirne un camuffamento ideale e, in definitiva, una sorta di appropriazione indebita. La gente del circo appartenne quasi sempre a una dimensione socio-culturale fortemente impermeabile a tutte quelle in cui ebbe modo di esibirsi, e non a caso con fattezze diverse- la maschera del clown o la speùacolarizzazione del "numero acrobatico" - dp. quelle che nella vita comune era usa mostrare. Il circo esiste solo come tale: spenti i riflettori, nulla si sa, né interessa sapere, della vera identità di chi ha fornito ìl meraviglioso spettacolo. NOTIZIDEALL'AMERICA: LACRITICLAETTERARIA Bruno Falcetto Leggere un lavoro dedicato a illustrare procedure e posizioni della critica letteraria è di sovente un compito faticoso. Il testo sembra il più delle volte parlarci di entità disincarnate dietro le quali si fatica a scorgere profili di volti umani. La macchina della teoria pare muoversi da sola, il discorso sulla critica resta cosa preziosa da riservare a pochi atleti asceti dell'intelletto. on altrettanto accade per nostra fortuna con l'agile libro dedicato da Remo Ceserani alla critica letteraria americana degli ultimi anni, in cui sono raccolti e sistemati in un quadro organico precedenti interventi sul tema apparsi su riviste (Breve viaggio ne/la cri1icaamerict111a. ETS, Pisa, pp. 141, L. 10.000). Grazie anche a una scrittura briosa e ironica che adotta volentieri modi giornalistici Ceserani riesce infalli a saldare in modo armonioso e spiglia10 diversi piani d'approccio ai fenomeni critici: dall'indagine sulle teorie e i problemi, a quella sulla figura sociale del critico e la sua collocazione negli apparati culturali, alla delineazione della sua fisionomia imellettualc e umana. L ·attenzione concessa a quest"ultimo aspetto popola il volume di ritraili e autoritratti felici (K. Burke, W.C. 800th, W. Iser, ecc.) e ci ricorda come la pratica critica abbia uno spessore anche esis1enziale non certo 1rasceso dal lavoro teorico, contribuendo cosi non poco a vivacizzare la pagina e l'interesse della lettura. Il panorama offerto della critica americana - pur nel çarattere dichiarato di prima ricognizione sul campo - è sufficientemente ampio. 11 punto di vista che sorregge l'indagine non è soltan10 informativo. ma dirci utilmente .. di parte··: spesso si cela nella tendenza a cedere la parola ai direlli protagonisti - dando al saggio una caralleristica struttura a mosaico - per poi svelarsi subito però nel gioco delle scehe e delle accentuazioni. Non ci sono preclusioni, e della cosiddella scuola di Vale (G. Hartman, P. Dc Man, J. Hillis Millcr, H. Bloom), uno dei maggiori centri del derridismo americano, è svolta un'analisi allenta. Ma non è certo casuale nC l'ampio spazio concesso a una rivista come ..Criticai lnquiry··. portavoce di una concezione che sottolinea le componenti etiche e umanistiche dei falli letterari e della riflessione critica, e nemmeno che il .. viaggio .. termini prendendo in considerazione due recenti studi di Gerald Graffe Stanley Fish volti in forme diverse a reintrodurre una dimensione di socialità negli studi letterari. I brevi cenni dedicati alla questione della post modernità e ai suoi teorici di varia 1endenza (sono menzionati di sfuggita I. Hass2n e W.V. Spanos) indicano poi con eloquenza come per Ceserani al centro dell'orizzonte di rincssìone della metodologia letteraria debbano porsi "il problema della storicità dei testi letterari e quello della loro connessione con le strutture linguistico-retoriche. antropologiche cd economico-sociali"' (p. 9). L'idea che informa il saggio-reportage è quella, suggestiva e ampiamente condivisibile. di una critica totale che veda iscriversi nella specifici1à irriducibile dei testi l'intreccio delle pratiche sociali e umane proprie di un'epoca e di una società particolari; idea di critica che del resto ritroviamo consegnata al progetto di un'opera ambiziosa quale // materiale e fimmaginario delle edizioni Loescher. in cui Ceserani ha svolto un ruolo centrale. Muove da qui il giudizio sull'attività della critica d'oltreoceano. Il suo limite principale è infatti rintracciato nel prevalere di un senso delle .. separazioni .. (p. 8)- fra sociale e istituzione letleraria. tra aree disciplinari e metodologie - che rende difficoltoso l'affermarsi di una percezione compiuta della storicità e socialità dell'opera d'arte e finisce per privare l'analisi di spessore e ricchezza multila1eralc. La debolezza si manifesta in lince di ricerca anche mollo lontane fra loro: in ambito formalistico Ccserani nota le rigidezze di un'indagine pure molto suggestiva quale quella compiurn da I. Hassan sullo stile di Hemingway, mentre nel panorama della critica di orientamento marxista letture testuali come quella di P. Story denuciano l'incapacità di uscire da un modo wtto sommato meccanico di concepire le relazioni fra lingua e ideologia. Per non parlare infine del trasformarsi della critica simbolica in banalizzato repertorio di passe-partout buoni per tutte le occasioni, quando non sia esercitata da personalità dell'ampiezza di respiro di un Frye (pur con tutte le perplessità che possono suscitare certe sue posizioni). L'immagine che Ccserani ci presenta è in sostanza quella di una civiltà critica giovane, dove la grande veloci1à di sviluppo e volontà di sprovincializzazione acquisita sul finire degli anni sessanta è frenata da una situazione di partenza non favorevole. La tradizione, in cui spiccano con fisionomia autonoma le uniche due esperienze del New Cri1icism e della scuola di Chicago. è staia a lungo impermeabile agli influssi europei, perdendo anche in buona misura l'occasione offerta dalla cultura dell'immigrazione (Auerbach, Spitzer. Wellek, Jakobson). D'altronde la struttura stessa dell'insegnamento letterario nelle università americane distingue nettamente discipline storiche e linguistico-retoriche concorrendo non poco a instaurare le separazioni e rigidezze a cui si accennava sopra. All'individuazione dei caratteri per così dire interni della situazione fa riscontro l'analisi efficace e godibile della posizione sociale della critica. La ··,heory class.. si mostra iperattiva e indaffarata, ma anche travagliata da un interno disagio. Alla professionalizzazione esasperata, all'ipertrofia dello specialismo corrisponde nella società una caduta di prestigio del ruolo e dei valori delle discipline umanistiche. I modelli culturali hanno ormai altre vie di diffusione: quelle della visività multimediale del gesto e dell'oralità. Fra "cittadella" dei critici e "riti e linguaggi delle tribù della prateria" la scissione è netta. Sono le coordinate di un quadro epocale simile a quello che anche noi viviamo. certo più marcate ed esasperate, come si conviene a ciò che accade negli Sia ti Uniti, sorta di immagine anticipata e ingigantita di un nostro possibile fuwro. E le reazioni degli. intellettuali che Cescrani ci indica non sono poi molto differenti da quanto si vede qui in Italia (forse con un tanto di chiusura tradizionalista in meno). L'isolamento all'interno dell'istituzione, il gusto per la decifrazione delle manifestazioni della cultura di massa con apparati con-
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