Linea d'ombra - anno II - n. 9 - aprile 1985

SCUOLAPUBBLICAESCUOLAPRIVATA Aldo Capitini e don Lorenzo Mi/ani Nel 1959 Aldo Capitini lesse sulla rivista "Il Mondo" una recensione che diceva molto bene del libro Esperienze pastorali di don Lorenzo Mi/ani. Lesse il libro e, come ebbe a scriverepiù tardi allo stesso don Mi/ani, lo trovò "cosìfresco, vivo, sincero, schietto, che conferma nella certezza che ci sono persone bene orientate". Ne consigliò a tutti la lettura e ne parlò a più riprese nelle riunioni del suo Centro di orientamento religioso, a Perugia. Nel gennaio del 1960 scrisse a don Mi/ani per chiedere notizie sulla sua scuola e sul suo funzionamento, affermando che "era una mia vecchia idea quella della scuola che insegnava a capire ciò che è testo, leparole, la lingua". In effetti dai C. O.S. (Centri di orientamento sociale) del 1945 agli articoli di "Il potere è di tutti" degli anni '64-'65 il socialismo di Capitini si è venuto sviluppando sempre più chiaramente sul tema del legame fra potere esercitato da tutti e dal basso, e pos.sibilitàculturale e pratica per tutti di esercitare questo potere democratico. Con quella lettera cominciava tra Capitini e don Mi/ani un dialogo e un'amicizia troncati solo dalla morte. Capitini nel gennaio '60 chiedeva a don Mi/ani un incontro a Firenze o a Barbiana. Nel giugno dello stesso anno don Mi/ani scriveva che avrebbe gradito la visita di Capitini in qualsiasiperiodo e in qualsiasi giorno. Un giorno dell'estate successiva, 1961, insieme a Pio Baldelli accompagnai Capitini nella sua prima visita a Barbiana. Don Mi/ani viveva I[ dal 1954, ma dovemmo fare a piedi l'ultimo chilometro perché non c'era ancora una strada carrozzabilefino alla chiesa e allascuola di Barbiana. Come succedeva con tutti i visitatori, la nostra visita si trasformò in un interrogatorio a Capitini da parte di tutti gli allievi della scuola, che erano stati informati da don Mi/ani sulle sue idee religiose, sui libri che aveva scritto, sulla sua posizione di non-violento e vegetariano. Il colloquio avvenne all'aperto, sotto l'ombra dei grandi alberi di Barbiana e prosegui'durante ilpranzo e la siesta, fino alla partenza. Capitini e noi fummo molto impressionati dalla personalità di don Lorenzo, dallo spirito e dall'organizzazione della scuola di Barbiana: prima di partire chiedemmo a don Mi/ani cosa ci suggeriva di fare nella nostra Umbria, che potesse riflettere la nostra adesione ai principi guida della scuola di Barbiana. Don Mi- /ani ci propose di stampare un giornale destinato ai lavoratori umbri, contenente un solo articoloper numero, insieme a tutte le notizie di carattere linguistico e culturale necessarieper farlo capire a tutti. L'idea ci piacque e tornati a Perugia chiedemmo ai partiti di sinistra e ai sindacati i mezzi per realizzarla. Il Partito comunista, quello socialista e la Camera del lavoro di Perugia accettarono di aiutarci con soldi e indirizzi per la diffusione. Capitini organizzò un comitato di redazione e nel novembre del 1961 uscì ilprimo numero del "Giornale Scuola", "periodico di lotta contro l'analfabetismo", stampato presso la Tipografia Tuderte a Todi, come supplemento del "Solco" organo della Federterra umbra, diretto da Umberto Cava/aglio. Era un piccolo foglio a due facciate, con un solo articolo scritto da Capitini sulla Liberazione dei popoli coloniali, uno dei grandi temi di quegli anni, con al centro dell'interesse la Conferenza di Bandung, organizzata pochi anni prima, nel 1955. Il resto del giornale conteneva quattro rubriche: "un po' d'italiano" per spiegare le parole più difficili, scritte in corsivo nell'articolo; "un po' di storia" sulla conferenza di Bandung, "un po' di geografia" che parlava dell'India, uno dei grandi paesi liberatisi di recente; "problemi dell'istruzione" dedicato a notizie sull'educazione dei popoli coloniali. Nel dicembre del 1960 uscì il Umbria anni '50 (foto di Fulvio Roiter). secondo numero dedicato a Stampa e giornali con la solita rubrica di lingua italiana, un po' di storia e geografia dei giornali italiani e stranieri, un panorama dei giornali sportivi, dei giornali di destra e di sinistra in Italia. Il terzo numero, gennaio 1961, affrontava un altro grosso tema di attualità, La lotta per l'indipendenza del popolo algerino; il quarto numero, de/febbraio 1961, riportava l'articolo di Capitini sulla scuola con una difesa delle scuole pubbliche contro le scuole clericali, "che impongono agli scolari le loro idee reazionarie". Il "Giornale Scuola": che era gratuito e accettava solo offerte dai suoi lettori, suscitò apprezzamenti e interessefra i contadini e gli operai umbri che lo ricevevano, fu diffuso anche fuori dell'Umbria e ricevette numerose adesioni e richieste di invio da molte parti d'Italia. Dopo il quarto numero, per ragioni che non ricordo, ven 1 ne a mancare i/finanziamento e l'appoggio deipartiti e dei sindacati, per cui fummo costretti a sospendere lepubblicazioni, con grande dispiacere di Aldo Capitini, che si è sempre rammaricato di non aver potuto proseguire l'esperienza. Don Mi/ani riceveva naturalmente il "Giornale Scuola". L 'attacco di Capitini alle scuole clericali, contenuto nel quarto numero, non lo trovò d'accordo. Scrisse a me, che fungevo da responsabile della redazione, una lunga lettera in cui riaffermava la superiorità della scuola "clericale" di Barbiana sulla scuola statale, contestando il fatto che "milioni di contribuenti cristiani e poveri siano costretti a finanziare una scuola di stato profondamente anticristiana, profondamente antioperaia e anticontadina ... ". Temi che di lì a non molto sarebbero tornati nella Lettera a una professoressa. Non ricordo se Capitini, cui feci vedere la lettera, rispose privatamente a don Mi/ani: comunque "Giornale Scuola" e la lettera di don Mi/ani sono un esempio del grande contributo che alla cultura italiana venne in quegli anni dall'incontro di due uomini, fra i migliori che l'Italia abbia mai avuto. Il testo di Capitini su I nemici della scuola pubblica è inedito e risale agli stessi tempi. LASCUOLA Aldo Capitini Lanfranco Mencaroni Quando le scuole erano nei conventi e nelle parrocchie, pochi erano gli scolari ed essi imparavano poco. La civiltà moderna vuole che lo Stato apra SCUOLE PUBBLICHE per tutti. Questo è un bene per tutti perché: 1 ° - ogni uomo e ogni donna, se sa leggere e scrivere, non fa brutta figura davanti agli altri, quasi scusandosi di essere analfabeta; 2° - ogni uomo e ogni donna deve poter leggere libri e giornalai; deve imparare per chi votare nelle elezioni, nell'interesse di tutti i lavoratori; deve conoscere le grandi questioni dell'umanità, perché tutti i popoli devono essere fratelli, conoscersi, aiutarsi; 3 ° - ogni uomo e ogni donna deve imparare una professione e conoscerla benissimo per trovare lavoro e guadagnare dignitosamente; · 4 ° - ogni uomo e ogni donna deve sviluppare la sua intelligenza e le sue capacità di studio, di lavoro e di creazione culturale. Nelle scuole pubbliche deve esserci libertà d'idee per tutti, insegnanti e scolari. Bisogna imparare nella scuola a ri-

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