68 .,, con la musica: Bartok e blues progressions. Ne è vènuto fuori un mélange, éhe corrisponde perfettamente alla forma austera del film. Lurie ha lavorato SN'•un... duetto di violini e su un quartetto d'archi. Non ha usato strumenti elettrici né elettronica. L'austerità che ne ha ricavato è perfettamente in linea cori il clima del film e con i suoi temi. Non c'è scavalcamento da nessuna delle due parti. E la linea di demarcazione è sottile. Penso che per avere dei buoni risultati su questo piano, il compositore debba lavorare a stretto contatto con chi dirige il film, in , modo da ricavarne un feeling sufficientemente forte da farlo entrare nell'atmosfera. Farete il disco con la colonna musicale di Strangers? Sì, ma sarà solo un 45 giri. Non ce la faremo comunque prima dell'estate. Lurie lavorerà ancora con te? Sì, come tutti gli altri attori con cui ho lavorato fino ad oggi. Dicevi che una delle influenze più serie sul tuo lavoro è esercitatadalla letteratura; in che senso e chi sono i tuoi autori preferiti? I giovani, almeno in America, non sembrano avere grande conoscenza e confidenza con la letteratura. Per me è la forma più antica di narrazione e il luogo dove più è stato sperimentato il rapporto tra chi racconta e chi ascolta. In questo senso la storia della sperimentazione letteraria è per me assai più ricca e stimolante della storia del cinema. Chi ti ha influenzato di più? Ragazzi! Shakespeare, i poeti francesi del XIX secolo, i surrealisti, Bataille, Arta ud, i poeti beat in America, i poeti della scuola di New York, Faulkner, Balzac (lo sto rileggendo proprio in questo periodo, mi piace per il suo senso della descrizione e la resa di un certo scenario storico, insieme realista e non), Flaubert, la letteratura gialla (Chandler, Hammett, Cain, Richard Stark, Jim Thompson). · Scrivi? Sì, prima di fare film, volevo fare lo scrittore. Adesso la mia energia è concentrata per lo più nel lavoro di scrittura delle sceneggiature. Ma continuo a scrivere strutture narrative minimali. Hai pubblicato? Sì, recentemente sulla rivista "Bomb". Le altre cose sono ormai introvabili, sono uscite su piccole riviste underground sparite di circolazione. Parlami dell'uso del bianco e nero nei tuoi film. Certi film io li vedo a colori e altri in bianco e.nero. La decisione per l'uno o per l'altro dipende dalla forza di questa mia percezione. In generale mi sembra che il colore tradisca quello che si vede. La mia intenzione sarebbe di usarlo molto diversamente da come lo sta per lo più usando il cinema di questi tempi. Di solito il colore è ipersaturato, brillante, vivacissimo. Vorrei fare il contrario. L'uso del colore deve essere intenzionale, non accidentale. Permanent Vacation, per esempio, io l'avevo immaginato come un film blu. Pensi che il bianco e nero sia più realistico? Sì, ma perché siamo stati programmati a percepirlo come più realistico. Il bianco e nero è il colore dei materiali storici, del documentario. In realtà il bianco e nero è meno vicino alla realtà del colore, dato che ovviamente non vediamo in bianco e nero. Si tratta di una percezione di realismo. In più il bianco e nero, essendo astratto, permette di concentrare l'attenzione sull'informazione, che si fa più intensa, sui personaggi, sulla composizione. Il pubblico tende ad avere una reazione più emotiva di fronte ai colori. Per questo il colore Vausato con consapevolezza e delicatezza. C'è qualche regista che faccia del colore l'uso che hai in mente? Pochi. Tarkovskij in Stalker, Terijama in Fruit of Passion e anche, in un brutto film, Melville in Nick Costello con Delon. In quest'ultimo film i set erano completamente grigi e alcuni oggetti colorati erano, virati in grigio anch'essi. Ma si tratta più che altro di dettagli e di indicazioni nella mia direzione: Un altro che ha lavorato in questo senso è stato Nick Ray. In alcuni dei suoi film il colore di:. venta una specie di codice, come per Kandinsky. Basta pensare a Johnny Guitar o a Dietro lo specchio, in entrambi c'è una chiara risposta emotiva al colore. Cosa pensi di Douglas Sirk e dell'uso da lui fatto del colore? Sirk è stato un maestro. Lo amo molto. Le sue scelte andavano nella direzione di un cinema drammatico ed emotivo. Il suo studio del colore era in linea con questo suo gusto e ha fatto degli esperimenti interessantissimi, anche con il bianco e nero. Oggi, 1985, mi sembra però quasi ovvio che si debba andare in una di-
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