Linea d'ombra - anno II - n. 9 - aprile 1985

come fossero fiori, al loro nascondiglio sotterraneo. Come vedove, si disse, come vedove. Una notte in cui le stelle splendevano come in primavera, l'ira tornò a eccitarlo. Così pensano che Boris è finito, borbottò ai cani, ma se la prenderanno nel culo. Boris è solo all'inizio. Dormì con il pugno in bocca e quella notte sognò. D 1 pomeriggio seguente stava disteso sulla schiena guardando in su verso il cielo, quando improvvisamente si rigirò per guardare al sentiero che attraverso la foresta portava alla strada asfaltata. Il suo udito era diventato acuto quasi quanto quello dei suoi cani. La vide venirgli incontro. Portava un vestito bianco e sandali blu, intorno al collo un filo di perline. Come stai, Gobbetto? Così sei venuta, alla fine! Sei scomparso! Sei scomparso! Aprì le braccia per abbracciarlo. Sei scomparso e così mi sono detta: andrò a trovare Gobbetto, e eccomi qui. Indietreggiò per guardarlo. Aveva la barba lunga, i capelli in disordine, la pelle era sporca e gli occhi blu fissavano spalancati un po' troppo lontano. Come sei arrivata qui? chiese. Ho lasciato l'auto allo chalet di sotto. Dove sta la vecchia? Non c'è nessuno lì adesso, e le finestre sono sbarrate con assi. Devono aver portato le vacche giù, disse, che giorno è? Il trenta settembre. Perché sei venuta quando bruciavo le pecore? Che intendi? Sei venuta alla rupe di Sant' Antonio con tuo marito. No. Il giorno in cui bruciavo le pecore, ti ho vista. Ti sarai confuso. Non scambierei mai un'altra donna per te. Mi è molto dispiaciuto sentire quello che era accaduto alle tue pecore, Boris. La nonna diceva che i sogni capovolgono la verità. La notte scorsa ho sognato che avevamo una figlia, così nella realtà sarà un figlio. Gobbetto, non sono incinta. È vero? Non voglio mentirti. Perché sei venuta a spiarmi? Se stai dicendo la verità, dilla. Io non volevo. Perché non sei venuta a parlarmi? Ero spaventata. Di me? No, Gobbetto, di ciò che stavi facendo. Facevo quello che doveva esser fatto, niente di più. Poi avevo intenzione di venirti a trovare. Ti aspettavo, disse lei. STORIE/BERGER No, non mi aspettavi. Avevi visto quello che volevi vedere. Sono venuta ora. Se sarà concepito oggi, nascerà a giugno, disse lui. La prese per un braccio e la condusse verso la sghembo chalet il cui legno era stato annerito dal sole. Aprì la porta con il piede. La stanza era larga abbastanza per quattro o cinque capre. A terra c'erano delle coperte. La finestra, non più grande di una radiolina a transistor, era grigia e offuscata dalla polvere. C'era una bombola del gas e un fornello su cui mise un pentolino con il caffè. Ti darò qualsiasi cosa vorrai, disse. Rimase lì nella penombra con le enormi mani aperte. Dietro di lui, sul pavimento, stava un mucchio di panni vecchi, tra i quali ella riconobbe il berretto dell'esercito americano e una camicia rossa che una volta gli aveva stirato. Nell'angolo più lontano qualcosa si mosse e un agnello zoppo si trascinò a stento verso la porta dove giaceva un cane. Il pavimento di terra battuta odorava di polvere, animali e fondi di caffè. Togliendo il pentolino dal gas, Boris abbassò la fiamma e il sibilo finì. Il silenzio che seguì non somigliava a nessun altro nella valle sottostante. Se sarà un maschio gli comprerò un cavallo - Ignorando la ciotola di caffè che egli le stava porgendo, senza aspettare la fine della frase, con gli occhi gonfi, fuggì. Lui andò alla porta e la guardò mentre correva, incespicando giù per la collina. Di tanto in tanto si voltava a guardare come se pensasse di essere inseguita. Lui non si mosse dal vano della porta e lei non smise di correre. La sera cominciò a nevicare, una neve leggera. Portati tutt'e tre i cani nello chalet, Boris sprangò la porta, come non faceva mai, si stese accanto agli animali e cercò di dormire, con il pugno in bocca. La mattina dopo sotto i pini bianchi e attraverso i rovi ghiacciati e le pozzanghere d'acqua, guidò il suo gregge di miserabili pecore grige verso la strada che scendeva al villaggio. r:,uando Corneille, il mercante di bestiame, si fermò ~col camion davanti alla casa di Boris, e a passi lenti, da quel grassone che era, attraversò la neve e bussò alla finestra della cucina, Boris non fu sorpreso; sapeva perché Corneille era venuto. Lanciò imprecazioni ai cani che abbaiavano, minacciò che li avrebbe salati e affumicati se non fossero stati zitti e aprì la porta. Corneille, il cappello gettato all'indietro, si sedette su una sedia. È molto tempo che non ti vediamo, disse Corneille. Non sei stato neanche alla Fiera del Freddo. Come va? Niente di nuovo, replicò Boris. Sai che stanno chiudendo il macello a Saint-Denis? Tutto deve essere portato ad A., ora. Non lo sapevo. Sempre più ispezioni, sempre più funzionari statali. Non c'è più spazio per l'abilità. Abilità! Questo è uno dei modi di chiamarla! 53

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==