Linea d'ombra - anno II - n. 9 - aprile 1985

tagna, portando con sé un formaggio e un pezzo di pancetta affumicata. Non stai spesso a casa di questi tempi! così lo salutò Edmond. Perché dici questo? Ho occhi. Mi accorgo quando la Land Rover passa. E sai dove vado? Edmond non ritenne la domanda degna di risposta, semplicemente fissò i suoi occhi vacui su Boris. Verrei sposarla, disse Boris. Ma non puoi, disse Edmond. Lei sarebbe disposta. Sei sicuro? Boris rispose battendo il pugno destro sulla palma sinistra. Edmond non disse niente. Quanti agnelli? chiese Boris. Trentatre. Lei viene dalla città non è vero? Suo padre fa il macellaio a Lione. Perché non ha figli? Non tutti i montoni hanno le palle, dovresti saperlo. Avrà un figlio mio. Da quanto tempo va avanti con lei? Diciotto mesi. Edmond alzò le sopracciglia. Le donne di città non sono come le altre, disse, e io ne so qualcosa. Ho visto abbastanza. Non sono fatte nella stessa maniera. Non hanno la stessa merda e non hanno lo stesso sangue. Né odorano allo stesso modo. Non odorano di stalla e cipolle e aceto, odorano di qualcos'altro. E quel qualcos'altro è pericoloso. Hanno ciglia perfette, gambe senza graffi e senza vene varicose, hanno scarpe con suole sottili come frittelle, hanno mani bianche e lisce come patate sbucciate, e quando si odora il loro odore, ti riempie di una voglia malvagia. Hai voglia di respirarle fino in fondo, hai voglia di spremerle come limoni finché non rimane più una goccia o un seme. E devo dirti di che cosa odorano? Il loro odore è l'odore del denaro. Calcolano ogni cosa per denaro. Non sono fatte come le nostre madri, queste donne. Lascia stare mia madre. Fai attenzione, disse Edmond, ti leverà anche la camicia. Poi ti getterà via come una gallina spennata. Con un colpo lento in faccia, Boris fece cadere il pastore. Lo stese a terra come un'aquila a ali spiegate. Niente si mosse. Il cane leccò la fronte di Edmond. Solo chi ha visto un campo di battaglia, può immaginare la completa indifferenza delle stelle al di sopra del pastore, steso a terra come un'aquila a ali spiegate. È di fronte a questa indifferenza che cerchiamo amore. Domani le comprerò uno scialle, bisbigliò Boris e, senza voltarsi indietro, riprese la strada per il villaggio. Il mattino dopo la polizia venne ad avvertirlo che le sue pecore erano un pericolo pubblico, perché ingombravano l'autostrada. Edmond, il pastore, era scomparso e nessuno lo vide più fin dopo la morte di Boris. STORIE/BERGER D I mese di agosto fu il mese del trionfo di Boris. O sarebbe meglio parlare di gloria? Perché era troppo felice, troppo preso da se stesso per vedersi come un vincitore che aveva trionfato sugli altri. Gli era diventato chiaro che le istruzioni iscritte al momento del suo concepimento non riguardavano solo la dimensione delle sue ossa, la grossezza del suo cranio o la forza della sua volontà. All'età di quarant'anni, era destinato a essere pienamente riconosciuto. Il fieno era arrivato, il fienile era pieno, le pecore pascolavano in alto sulle montagne, senza un pastore se non Dio a proteggerle, e tutte le sere egli sedeva sulla terrazza della Lira Repubblicana che dava sulla piazza del villaggio, con la bionda in vestito estivo, le spalle nude, i piedi in sandali argentati con i tacchi alti e, fino all'imbrunire, la coppia era la televisione a colori del villaggio. Offri da bere a tutti i tavoli, diceva, appoggiandosi all'indietro sulla sedia, e se ti chiedono perché, dì a tutti che Boris sta comprando dei cavalli. Gobbetto, non ogni sera, non puoi permetterlo! Ogni sera! Ho le palle piene. E allungò una delle sue enormi mani sul petto del vestito a pois rossi. La sua irruenza la fece ridere. È vero riguardo ai cavalli, disse, alleverò cavalli - per te! Alleverò cavalli da corsa che venderemo agli idioti che vengono i fine settimana. Che cosa dovrei fare con i cavalli? chiese, non so cavalcare. Se hai un figlio mio - Sì, Gobbetto. Insegnerò al bambino a cavalcare, disse. Un figlio nostro somiglierà a te e avrà il mio orgoglio. Quest'ultima parola non l'aveva mai pronunciata prima riguardo a se stesso. Se abbiamo un figlio, sussurrò lei, la casa dove abitiamo adesso sarà troppo piccola. Avremo bisogno almeno di un'altra stanza. E quanti mesi abbiamo per sistemare la questione della casa? chiese Boris con la sua circospezione da mercante di bestiame. Non so, Gobbetto, forse otto. Una bottiglia di champagne, urlò Boris, riempi i bicchieri a tutti. Compri ancora cavalli? chiese Mare, che, con la sua pipa e la tuta blu, è. quello che ha sempre qualcosa da dire sull'idiozia del mondo. Non sono affari tuoi, replicò Boris; sto comprando da bere. Diventerò brilla, disse la bionda. Ti prendo delle noccioline. Sul banco della Lira Repubblicana c'è una macchinetta in cui si mette un franco e viene fuori una manciata di noccioline americane. Boris mise una moneta dopo l'altra nella macchina e chiese una scodella. Quando gli uomini davanti al bar alzarono i bicchieri di 49

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