ILBENEDELLARAGIONE E ILBENEDELL'INFELICITÀ LACORRISPONDENZA TRAROTHEZWEIG Gershon Shaked Lei è saggio. Io non lo sono. Io vedo però ciò che lei non può vedere, perché la sua saggezza la esenta dal vedere. Lei ha il bene della ragione, io ho quello dell'infelicità. Joseph Roth a Stefan Zweig, Nizza, 13 luglio 1934• n capo principale di questo studio è quello di comprende- 11:.11 re il complesso rapporto tra due dei principali protagonisti della cultura ebraica mitteleuropea di lingua tedesca: Stefan Zweig, nato nel 1881 da un'agiata famiglia viennese dell'alta borghesia ebraica, suicidatosi a Pietropolis, in Brasile, nel 1942, e Joseph Roth, nato nel 1894 a Brody, da una famiglia galiziana della bassa borghesia ebraica, il quale trascorse quasi tutta la sua vita in Europa occidentale e morì a Parigi nel 1939.I Esamineremo qui l'interazione tra questi due scrittori alla luce della loro corrispondenza, composta da circa duecento lettere pubblicate nel 1970 nell'epistolario di Joseph Roth (1911-1939) a cura di Hermann Kesten. L'epistolario comprende la maggior parte delle lettere scritte da Roth a Zweig dal 1927 al 1938, oltre che numerose lettere di Zweig a Roth. Lo scambio epistolare è sempre stato un elemento ricorrente nei rapporti tra scrittori, e tra gli epistolari di questo tipo i più conosciuti sono probabilmente quello tra Schiller e Goethe, nel XIX secolo, e quello tra Kafka e Brod nel XX. Il principale interesse della corrispondenza Roth-Zweig consiste nel fatto che essa si colloca in uno dei decenni storicamente più importanti del secolo, e nell'intensità del rapporto di Roth col suo corrispondente, al quale egli scriveva, in talune settimane, a giorni alterni, o anche quotidianamente. 2 L'intensità di questo rapporto era perlopiù unilaterale: Roth corteggiava aggressivamente Zweig, mentre quest'ultimo si limitava a rispondere passivamente. E Zweig, pur rispondendo con un certo calore alle lettere di Roth, non ne fece mai il nome nelle sue memorie, Il mondo di ieri.3 Il rapporto reale esistente tra Zweig e Roth e quello che è riflesso nelle loro lettere non corrispondono tra loro. David Bronsen, il biografo di Roth, è giunto alla conclusione, dopo aver intervistato numerosi amici comuni degli scrittori, che i sentimenti di Roth nei confronti di Zweig erano molto più ambivalenti, e perfino negativi, di quelli rivelati dalle sue lettere. 4 Il fatto è, però, che è quasi impossibile determinare esattamente la natura di questo rapporto così come, forse, di qualsiasi rapporto umano. Tutto quello che si può fare è tentare di comprendere il tracciato del rapporto tra due persone, quale è testimoniato nei documenti scritti in nostro possesso. r., ualsiasi scambio epistolare tra due personaggi può esse- .:.il re considerato, io credo, una sorta di pseudo romanzo epistolare, a condizione che la quantità di materiale letterario prodotto dalle due parti (o anche da una sola) sia sufficiente a dare spunto all'interpretazione narrativa. Se questo genere di ... "~arrativa" così si sviluppa,, i corrispondenti diventano i prot~gonisti del "romanzq", mentre le altre persone citate ne di- " ventano i comprimari. Se la comunicazione si prolunga nel tempo (in questo caso quasi undici anni, dal 1927 al 1938) e nello spazio (Nizza, Amsterdam, Parigi, eccetera), si creerà un effetto dì dialogo (anche se ce ne è pervenuta una parte soltanto, come nel caso delle lettere di Kafka a Felice e a Milena), e comincia a prendere forma un abbozzo di trama. La corrispondenza tra Zweig e Roth ci offre un caso esemplare da studiare nelle suddette condizioni. In questa corrispondenza, ciascun scrittore assumeva un proprio ruolo. Oltre a ciò, appare evidente che Roth "costruiva" la propria immagine di Zweig a seconda delle sue necessità psicologiche, come dimostra il fatto che assumeva ruoli ben diversi con altri destinatari delle sue lettere, quali Bianche Gidon, la sua traduttrice francese, o Hermann Kesten, un amico personale. 5 Anche ad altri protagonisti di questa lunga corrispondenza (la moglie di Roth, la sua convivente Manga Bell, gli editori Vietar Gollancz e Herbert Reichner) era attribuito un ruolo specifico nel dramma che andava svolgendosi. Proseguendo la lettura, vediamo che le immagini dei due principali protagonisti perdono progressivamente il loro valore documentario, il loro significato di destinatari di referenti esterni (sia Roth sia Zweig), per diventare sempre più personaggi di un mondo fittizio, in cui le funzioni che essi assumono sono loro attribuite dal mittente o sono state adottate dal destinatario. La pubblicazione stessa dell'epistolario crea l'implicita figura del lettore, che interferisce attivamente nel codice originariamente inteso soltanto per i due corrispondenti. È il lettore che colma i vuoti e deduce i collegamenti, e in tal modo la pubblicazione dei materiali "documentari" di Kafka (quali le lettere e i diari)6 ha fatto di questi ultimi una parte integrante del corpus letterario kafkiano, e li ha dotati di un carattere semifittizio, se non del tutto fittizio. Molto è stato scritto sulla sottile linea di demarcazione tra reale e fittizio, tra personaggio "reale" e immagine, tra identità e ruolo, e sull'interazione tra il materiale biografico come documento e come proiezione. La mia personale posizione in merito è che la condizione fittizia del materiale non-fittizio è determinata dalla decisione di un lettore non implicito di leggere il testo come se egli fosse una presenza implicita. Come tale, egli potrà interpolare i ruoli giocati dai corrispondenti, interpretare le immagini che essi proiettano, ed evincere la trama implicita nella sequenza della corrispondenza, nonostante il suo arbitrario inizio, parte mediana e conclusione. Nell'analisi seguente, l'autore di questo articolo sosterrà la funzione di un lettore "implicito" che non è implicito. D nizierò con un'analisi dei due principali personaggi di questo "romanzo epistolare", per poi procedere alla definizione del loro rapporto, della "trama" creata dai loro prolungati rapporti, e del mito di fondo che sta alla base di questa Wahlverwandtschaft, affinità elettiva. Per Roth, Zweig era uno dei protagonisti del ristretto circolo degli intellettuali europei, l'uomo che poteva procurargli l'accesso a tutti i più importanti ambienti letterari. Una sua
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