Linea d'ombra - anno II - n. 9 - aprile 1985

34 POESIA/TAROZZI alla sua vita da mutare in disegno. Cede l'oggetto per il segno, intreccia, disfa e ricomincia: non a tutti è dato l'odio di un dio o un cavallo di legno; c'è chi è degno soltanto di una tela. Nel tessere ora vive le tappe dell'eroe dopo la guerra: Circe e Calipso Nausica e le sirene. Le donne del guerriero, tutte, se le inventa, le ama e le abbandona, ma non riesce a dar corpo alle figure: restano marionette, disegni in silhouette, caricature. Circe è la figlia di un antiquario: si respira in famiglia una magica aura, un'abbondanza di stile. Qui la forma ha una sostanza. Possiede una villa sul mare, panoramica, uno studio in città, la barca a vela. Sulla sua cassettiera, porcellane (tesori della stirpe, doni di naufraghi, relitti?) preziose, azzurre. All'incanto dei comforts Circe aggiunge capelli rossi e carni rubensiane; non risultano vane le attrattive: colleziona dipinti e marinai, fidanzati e ceramiche finché Ulisse mette fine a quel viavai. Calipso lavora alla Pan Am; tra un volo e l'altro raccoglie viaggiatori, si lamenta degli ex, non è contenta, spende delle fortune in maquillage... (In un'altra versione, altrettanto probabile, Calipso per sette anni minaccia il suicidio: lo stillicidio è interrotto da Zeus.) Resta da immaginare Nausica, capricciosa teenager. Dell'amore gli ha detto: "Lo sapevo che la cosa valeva: l'hanno troppo calunniata." Ma è indecisa, svagata vuole attenzione. Invenzioni, fantasmi, fantasie: nessuna donna mai conquista Ulisse; solo vero rivale è Poseidone, sola minaccia il mare. E lì neppure Atena può salvarlo. Atena è un ragazzino androgino d'aspetto un astratto concetto in un corpo scolpito. Maniacale ragione, pura speculazione che lo guida. Con gli occhi azzurri e coi capelli ricci. Ma vince Poseidone mostro marino, immenso Leviatano: contro di lui si spezza ogni teoria nessun eroe scalfisce quel corpo troppo vasto e poco umano. L'antropofago figlio Polifemo ne incarna la cupezza meramente animale - una faccia del male orba ed oscena. Ma è lui, lo scintillante e ingannevole dio, sovrano oscuro dai mille volti, principio della vita, lui che guida le navi e le fortune. Con lui, contro di lui si giocherà nell'ultima partita. I fili di Penelope, ripresi conducono alle soglie del mistero - un emisfero che non sa inventare. Ora discesa sulla riva, dal mare risuonante sente voci lontane, antichi naufraghi, fantasmi che la vogliono afferrare. Ritorna sui suoi passi. L'esperienza del limite per lei è l'acqua incollerita della riva - per Ulisse lo schianto e la fine tremenda contro gli scogli, verso la leggenda.

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