ORSIPOLARI Marie Luise Kaschnitz Il inalmente, pensò, quando udì la chiave girare nella toppa. Stava già dormendo e questo rumore l'aveva svegliata: ora si meravigliava che suo marito non accendesse in anticamera la luce, che lei avrebbe dovuto vedere, dato che la porta era per metà aperta. Walther, chiamò, e per alcuni minuti temé che non fosse affatto suo marito, bensì un ladro che, quatto quatto, stava aggirandosi per l'appartamento, rovistando negli armadi e nei cassetti. Rifletté se non fosse meglio far finta di dormire, ma poi poteva entrare suo marito, e il ladro, dall'oscurità, avrebbe potuto sparargli. Decise perciò, nonostante la paura, di accendere la luce e controllare chi ci fosse. Ma proprio mentre allungava la mano per tirare la catenina dell'abat-jour, udì la voce di suo marito dal vano della porta. .Non accendere la luce, disse la voce. Lei lasciò cadere la mano e si rizzò un poco sul letto. Suo marito non disse più niente e nemmeno si mosse, e lei si chiese se, per caso, si fosse seduto sulla sedia vicino alla porta, troppo esausto per andare a letto. Com'è andata, chiese lei. Cosa, domandò suo marito. Tutto quanto, oggi, disse lei. L'affare. Il pranzo. IIviaggio. Di questo non vogliamo parlare adesso, disse suo marito. Di che cosa vogliamo parlare, chiese lei. Di allora, rispose suo marito. Non so cosa intendi dire, disse lei. Invano tentava di penetrare l'oscurità con i suoi sguardi, e si irritò con se stessa per la sua abitudine di chiudere completamente le imposte, e per di più di tira re le spesse tende blu. Voleva vedere se su.o marito era lì ancora in soprabito e col cappello, il che poteva significare che volesse uscire di nuovo, oppure che aveva bevuto e non era più in grado di prendere una decisione sensata. Intendo dire lo zoo, disse l'uomo. Lei sentì la sua voce provenire ancora dalla porta, vale a dire da lontano, dato che il loro era un vecchio appartamento, con un'ampia camera da letto dal soffitto alto. Lo zoo, disse lei stupita. Ma poi sorrise e si ridistese sui cuscini. Allo zoo ci siamo conosciuti. Ti ricordi ancora dove, chiese l'uomo. Certo che me lo ricordo, rispose la donna. Ma non capisco perché non ti spogli e non vieni a letto. Se hai fame ti preparo qualcosa da mangiare. Te lo porto a letto, oppure ci sediamo in cucina e mangi IL Buttò indietro le coperte per alzarsi ma, sebbene per suo marito dovesse essere altrettanto buio, lui sembrò aver intuito le intenzioni della donna. Non alzarti, disse, e non accendere la luce. Non voglio mangiar niente, e possiamo parlare al buio. Lei si stupì sentendo un timbro sconosciuto nella voce di lui, e anche del fatto che egli, nonostante dovesse essere molto stanco, non avesse nient'altro in mente che parlare dei vecchi tempi. Erano sposati ormai da cinque anni, ma ogni giorno che passava le sembrava più bello e più importante di tutti quelli trascorsi. Ma intuì che per suo marito la risposta era molto importante; si allungò nuovamente sul letto e mise le mani dietro la testa. Vicino agli orsi polari, disse lei. Avevano appena terminato di dar loro da mangiare. Dagli scogli gli orsi polari erano scivolati nell'acqua per prendere i pesci. Poi, col pelo ormai di colore bianco sporco, si erano rimessi sugli scogli, e... E cosa, domandò suo marito bruscamente. Lo sai bene cosa fanno gli orsi polari, disse lei. Muovono la testa da una parte e dall'altra, ininterrottamente, di qua e di là. Come te, disse suo marito. Come me, domandò lei stupita, e nel buio cominciò ad imitare il movimento appena descritto. Tu stavi aspettando qualcuno, disse suo marito. Io ti ho osservata. Venivo dai grandi uccelli, quelli che stanno tranquillamente appollaiati sui loro rami, e poi improvvisamente si gettano e volano una volta in cerchio, sfiorando le inferriate con la punta delle ali. Vicino agli orsi polari, disse lei, non ci sono inferriate. Tu stavi aspettando qualcuno, disse suo marito. Giravi la testa, ora da una parte, ora dall'altra. Ma colui che aspettavi non è venuto. La donna ora se ne stava in silenzio sotto la coperta. Aveva la sensazione di-dover stare all'erta, e stava all'erta. Non stavo aspettando nessuno, disse. Dopo averti osservata per un po', disse suo marito, ho proseguito per il sentiero e mi sono messo di fianco a te. Ho detto un paio di battute sugli orsi polari, e in questo modo abbiamo cominciato a parlare. Ci siamo seduti su una panchina e abbiamo osservato i fenicotteri che muovevano i loro colli rosa come fossero stati serpenti. Non faceva più tanto caldo e c'era un 'atmosfera di fine estate nell'aria. È allora che ho cominciato a vivere, disse la donna. Non ci credo, disse suo marito. Dài, svestiti, disse la donna, o accendi la luce. Sei almeno seduto su una sedia? Sono seduto e sono in piedi, disse l'uomo. Sono disteso e sto volando. Voglio sapere la verità. Nel suo letto caldo la donna cominciò a tremare dal fred- .do. Temeva che suo marito, un uomo allegro e simpatico, avesse perso il senno. Nello stesso istante però si ricordò che quel pomeriggio, allo zoo, lei stava veramente aspettando un altro, e non le sembrò per niente da escludere che suo marito l'avesse incontrato proprio quel giorno, e fosse venuto a conoscenza di tutto. Che verità, chiese, per guadagnart: un attimo di tempo. Quella volta, disse suo marito, ti ho accompagnata a casa. Un paio di volte siamo andati a passeggio insieme, e siamo usciti anche di sera. Ogni volta ti ho chiesto se tu quel pomeriggio allo zoo stessi aspettando un altro uomo, e se forse lo stessi ancora aspettando e non lo potessi dimenticare. Ogni volta hai scosso la testa e hai detto di no. Questa era la verità, disse la donna. Fuori cominciava probabilmente ad albeggiare, o forse i suoi occhi si erano finalmente abituati all'oscurità. Ad ogni
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