Mario Vargas Llosa (Co/ifa Fotografia, Barcellona). 11 .. .. ILPAESEDAIMILLEVOLTI Mario Vargas Llosa La città dove nacqui, Arequipa, situata nel sud del Perù, in una vallata delle Ande, è stata celebre per il suo spirito clericale e ribelle, per i suoi giuristi e i suoi vulcani, per la trasparenza del suo cielo, il sapore dei suoi gamberi e per il suo regionalismo. E, anche, per la nevada, una forma di nevrosi transitoria che tormenta i nativi. Un bel giorno, il più mite degli arequipegni cessa di rispondere al saluto, passa ore e ore con il volto corrucciato, fa e dice i piu stravaganti spropositi e, per una semplice divergenza di opinioni, cerca di accoppare il suo migliore amico. Nessuno si meraviglia o si inquieta, tutti sanno che quell'uomo ha "la nevada" e che domani sarà di nuovo il bonario mortale di sempre. Anche se a un anno dalla nascita la mia famiglia mi portò via da Arequipa e io non sono più tornato a vivere in quella città, mi sono sentito sempre molto arequipegno, e credo, anche, che le battute che circolano contro di noi in Perù - dicono che siamo arroganti, antipatici e perfino pazzi - siano dovute solo a invidia. Non parliamo forse il castigliano più puro? Non abbiamo quel prodigio architettonico, Santa Catalina, un convento di clausura in cui arrivarono a convivere cinquecento donne? Non siamo stati lo scenario dei più magniloquenti terremoti e del maggior numero di rivoluzioni della storia peruviana? Fino ai dieci anni vissi a Cochabamba, Bolivia, e di questa città dove fui innocente e felice ricordo, più delle cose fatte e delle persone conosciute, quelle dei libri che lessi: Sandokari, Nostradamus, i moschettieri, Cagliostro, Tam Sawyer, Sinbad. Le storie di pirati, di esploratori e banditi, gli amori romantici e, anche, i versi che mia madre nascondeva nel comodino (e che io leggevo senza capire, solo perché avevano l'incanto del proibito) occupavano le mie ore migliori. Poiché era intollerabile che i libri più belli avessero fine, a volte inventavo nuovi capitoli o cambiavo il finale. Queste continuazioni e varianti di storie altrui furono le prime cose che scrissi, i primi indizi della mia vocazione di narratore di storie. Come accade sempre alle famiglie straniere, vivere all'estero accentuò il nostro patriottismo. Fino ai dieci anni fui convinto che la migliore delle sorti era nascere peruviano. La mia idea del Perù, allora, aveva a che vedere più con il paese degli incas e dei conquistadores che con il Perù reale, che conobbi solo nel 1946. La mia famiglia si trasferì da Cochabamba a Piura, dove mio nonno era stato nominato Prefetto. Viaggiammo via terra, con tappa ad Arequipa. Ricordo la mia emozione quando giungemmo nella mia città natale, e le pantomime dello zio Eduardo, uno scapolone che era Giudice e molto bigotto. Viveva, con la sua fantesca lnocencia, come un nobile spagnolo di provincia, impettito, metodico, invecchiando in mezzo a vecchissimi mobili, vecchissimi ritratti e vecchissimi oggetti. Ricordo la mia eccitazione al vedere per la prima volta il mare, a Camana. Strillai e insistii tanto che i nonni acconsentirono a fermare l'automobile affinché potessi fare un tuffo in quella spiaggia aspra e selvaggia. Il mio battesimo marino non fu di gran successo perché mi pizzicò un granchio\ Ma, anche così, quell'amore a prima vista per la costa peruviana è continuato nel tempo. Quei tre chilometri di deserti, appena interrotti da brevi valli sorte ai margini dei fiumi che scendono dalle Ande e contro i quali si rompono le onde del Pacifico, hanno detrattori. I difensori a oltranza della nostra tradizione india, e i denigratori di quanto è spagnolo, accusano la costa di esterofilia e frivolezza, e assicurano che fu gran disgrazia che il centro della vita politicà ed economica peruviana si trasferisse dalla Sierra alla Costa - dal Cuzco a Lima - p0iché ciò diede origine all'asfissiante centralismo che ha fatto del Perù una specie di ragno: un paese con un'enorme testa - la capitale - ed estremità rachitiche. Uno storico definì Lima e la costa "l' Anti-Perù". lo, come arequipegno, e cioè serrano, dovrei prendere partito per le Ande contro i deserti marini in questa polemica. Tuttavia, se mi proponessero il dilemma di scegliere fra questo paesaggio o le Ande o la selva amazzonica - le tre regioni che dividono longitudinalmente il Perù - è probabile che mi troverei dalla parte di queste sabbie e di queste onde. La costa fu la periferia dell'Impero degli lncas, civiltà che si irradiò dal Cuz-
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