Linea d'ombra - anno II - n. 9 - aprile 1985

IO APERTURA/DON MILANI-CAPITINI scuola di stato come è -'>ggisi parla di come dovrebbe essere allora vorrei non parlare più delle scuole di preti come sono oggi (molte) ma come sono alcune (poche) o meglio come dovrebbero essere. E in tal caso non c'è dubbio per me che sarebbero migliori quelle dei preti perché l'amore di Dio è in sé migliore che la coscienza laica o l'idea dello stato o del bene comune. Ma questi sono sogni senza costrutto perché né i preti né i laici potranno mai fare nulla di perfettamente puro e sarà dunque meglio lasciare che si perfezionino quanto · possano gli uni e gli altri possibilmente senza difficoltà economiche in libera e realmente pari concorrenza. Certo è che. oggi lo scandalo più grosso non è che pochi ebrei o protestanti come contribuenti siano costretti ad aiutare qualche scuola di preti, ma piuttosto che milioni di contribuenti cristiani e poveri siano costretti come contribuenti a finanziare una scuola di stato profondamente anticristiana profondamente antioperaia e anticontadina e che non lo è per opera dei governi cattolici (i quali l'hanno, da quei perfetti imbecilli e conservatori che sono, ereditata così com'è e conservata sotto vetrina, dai ricchi borghesi anticlericali dell'800). Vede dunque che per me l'ultimo numero del Giornale Scuola è disonesto. Nella mia scuola i poveri vengono educati con più "laicismo" (se laicismo significa rispetto della verità) di quel che non abbia questo numero del giornale. Restiamo naturalmente amici come prima e mi interesserà sempre vedere il giornale (anzi mi pare di non averne visto un numero. Ho avuto il Patto n. 1, la Scuola n. 2, la Stampa n. 4, cos'era il n. 3?). A Firenze non potrò venire per la ragione che ho detto. Spero dunque che vi farete vivi voi quassù. Qualche volta vado a Firenze per la V.E.S. o per la radiografia in tal caso sono dalla Mamma, 588491. Se non son lì sono sempre quassù. Un saluto affettuoso a tutti, vostro LERAGIONIDEINOSTRIAVVERSARI Aldo Capitini Lorenzo Milani 1. Quando si parla delle proposte dell'uno o dell'altro onorevole democristiano rivolte contro la scuola pubblica, bisogna tener presente che la fonte ispiratrice di tali proposte sta semplicemente, e autorevolmente, nell'Enciclica di Pio XI, del 31 dicembre 1929, intitolata Divini illius Magistri (chi non la conosca per intero, farà bene a leggerla, per es. nel libro La Chiesa e l'educazione, curato dal Casalotti per l'editore Armando di Roma). Il Papa disse: "La frequenza delle scuole acattoliche, o neutre, o miste, quelle cioè aperte indifferentemente ai cattolici e agli acattolici senza distinzione, è vietata ai fanciulli cattolici, e può essere solo tollerata, unicamente a giudizio dell'Ordinario, in determinate circostanze di luogo e di tempo e sotto speciali cautele. E non può neanche ammettersi per i cattolici quella ., scuola mista (peggio, se unica e a tutti obbligatoria) in cui, pur provvedendosi loro a parte l'istruzione religiosa, essi ricevono il restante insegnamento da maestri non cattolici in comune con gli alunni acattolici ... È necessario che tutto l'insegnamento e tutto l'ordinamento della scuola: insegnanti, programmi e libri, in ogni disciplina, siano governati dallo spirito sotto la direzione e vigilanza materna della Chiesa". Il Papa, applicando il canone 1372 (del diritto canonico) per cui "tutti i fedeli devono fin dalla fanciullezza essere educati in modo che nulla sia loro insegnato che sia contrario alla religione cattolica ecc.", combatteva, dunque, la scuola pubblica, uscita dal Risorgimento, convivenza di diversi e dialogo, sostenendo, al suo posto, una "scuola interamente cattolica per i cattolici" "con l'aiuto finanziario da parte dello Stato". È evidente che tale scuola, dominata da un'ideologia unica e affidata a gerarchie autoritarie, una scuola da cui restino esclusi - come dai seminari ecclesiastici - i nove decimi della cultura moderna e i cui alunni siano sottratti alla compagnia di adolescenti di altre ideologie e sottoposti a insegnanti conformisti a quell'unica ideologia, sarebbe una fabbrica di fanatici, oltreché la dissoluzione, per rriancanza di mezzi e di alunni, della comune scuola pubblica. 2. Lo Stato, dicono i clericali e dice l'Enciclica, deve dare i mezzi per le scuole private, perché ci sia la "libertà" nella scelta della scuola. È molto noto, ma bisogna ripeterlo, che i clericali danno alla parola "libertà" un significato diverso dal nostro. Mariano Cordovani, domenicano autorevolissimo nel Vaticano, ha scritto sull'Enciclopedia cattolica, alla voce "Chiesa": "Perché ad un eretico non dovrebbe esser tolta la libertà di propaganda, quando attentasse alla fede dei cristiani?" Possono questi tali far riconoscere che la loro scuola è ispirata alla libertà, come quella pubblica ispirata alla Costituzione repubblicana, e perciò meritevole, come la pubblica, di essere finanziata? 3. Si deve - dicono ancora i clericali e dice l'Enciclica - riconoscere il diritto dei genitori ad educare, come vogliono, i propri figli. Anche qui essi non vedono che un aspetto, mentre i diritti dell'uomo sono un insieme che colpisce l'autoritarismo dell'istituzione religiosa tradiziQnale. Anche i diritti del fanciullo. La Dichiarazione dei diritti de/fanciullo (derivante dai diritti dell'uomo riaffermati nel 1958), approvata all'unanimità all'Assemblea dell'O.N.U. il 20 novembre 1959 dice al n. 10: "Il fanciullo deve essere protetto da comportamenti o influenze che possono indurlo a qualsiasi forma di discriminazione razzia1e, religiosa o d_ialtro genere. Egli deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia tra tutti i popoli, di pace e fraternità universale e nella consapevolezza che dovrà porre le proprie energie e i propri talenti al servizio dei suoi simili". Come si concilia questo diritto, contrario ad ogni forma di discriminazione religiosa, che anche i rappresentanti della Nazione italiana hanno approvato, con l'educazione che i clericali danno, e per cui vogliono anche denari (oltre quelli, abbondantissimi, che per altre ragioni traggono dalle casse dello

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