Linea d'ombra - anno II - n. 8 - febbraio 1985

78 SCHEDE/SAGGISTICA vrappone, strutturando il racconto, il mito dell'infanzia, la visione fresca e nuova dell'occhio bambino che scopre, osserva, conosce, spiega. Attraverso questa visione narrativa Soyinka ha fuso il mito culturale con il mito personale nell'individualità dell'irrequieto e curioso protagonista, Wole dalla· domanda sempre pronta, dall'interesse sempre attento. Aké offre una lettura incantevole al pubblico europeo, perché ripresenta un genere familiare anche alle nostre letterature - quello del romanzo di formazione, o Bildungsroman - plasmandolo nell'esperienza culturale africana; e più ancora perché il tutto prende forma in una prosa, dalle cadenze ritmate, gremita di metafore che si producono come per germinazione, l'una dall'altra, senza sforzo né stanchezza. In questo tessuto espressivo si incastonano mirabilmente i norossoscuola bimestraledi informazioni e commenti su scuola, cultura e società numero23 gennaio1985 Primopiano. Affari privati. Una minaccia da non sottovalutare: la proposta democristiana di finanziamento alle scuole private - Inchiesta. Metrò scuola, andata e ritorno. La mobilità da e per la scuola. Prima parte: parlano i nuovi assunti. Secondaria superiore. La normalizzazione della sperimentazione - Diritti umani. Qualcuno scriva al colonnello. I perseguitati politici adottati da Amnesty lnternational - Giovani oggi. Contraddittorie identità - Elementari. Il nuovo può diventare vecchio - Semiotiqued'abord. Teste, testi & Black&Oecker. numero 24-25(doppio) marzo 1985 SELEZIONEESVANTAGGIOCULTURALE Materiali del seminario nazionale - Firenze Censls. Vecchie ortodossie • Futurologia. 2001, odissea nella scuola. Le previsioni della Fondazione Agnelli - Ministero. Il bilancio della Pubblica Istruzione per il 1985 - Inchiesta. Lavorare nella scuola privata • Dibattito. La questione morale nella scuola - Lettere. Mors tua, vita mea. Ea chi tocca tocca. ROSSOSCUOLA • Un numero semplice, li· re 2.000 - Abbonamento annuale (cinque numeri) lire 10.000 • Versamenti sul ccp 14450100,intestato a Rossoscuola, strada della Magra, 5/b · 10156 Torino. NUMERI SAGGIOSU RICHIESTA. mi favolosi e le battute in lingua yoruba, insieme ai riferimenti a culture europee a noi familiari. Le glossedel traduttore - che sono peraltro discontinue - appaiono superflue a chi si abbandoni al piacere della prosa di Soyinka, che nel plurilinguismo riflette una pluridiscorsività strutturale. Sarebbe stato meglio - e qui il consiglio è rivolto non solo al traduttore, ma anche allo stesso autore - fornire il testo di un esauriente glossario finale, anziché interrompere il ritmo narrativo con note saltuarie. Purtroppo la traduzione rende solo a tratti lo specifico della prosa soyinkiana, i suoi valori ritmici, i suoi timbri ed echi interni, di suono e di senso. Così come nella traduzione sono svisati certi soprannomi dei personaggi - ad esempio Essay, soprannome del padre derivato dalla sigla S.A., viene tradotto con "Saggio" - oppure le battute in lingua pidgin nigeriana sono contraffatte in un italiano sgrammaticato che vuole forse riprodurre una presunta generica parlata negra che di fatto non esiste né nel testo né nella realtà linguistica. Con questo romanzo Soyinka ha dato ancora una volta prova della sua caratteristica versatilità, che gli consente di affrontare generi assai diversi piegandoli alle proprie esigenze espressivee rinnovandoli attraverso di esse. Insieme alla capacità innovativa riscontrabile nell'uso del genere autobiografico, in Aké è però presente anche una continuità tematica e culturale con le altre sue opere, ed una coerenza stilistica senza cadute né rallentamenti rispetto alla produzione precedente. Questo tipo di organizzazione narrativa, l'autobiografia, è stata scelta con sapienza letteraria. Essa è certamente familiare alla tradizione europea, ma è già comparsa nella recente tradizione scritta dell'Africa Nera: basti pensare all'Enfant noir del guineano Camara Laye (1953), testo molto conosciuto e letto in Africa, anche nella traduzione inglese; oppure a Teli Freedom di Peter Abrahams (1955) ed a Down Second A venue di EzekielMphahlele (1959),due autobiografie sudafricane che proprio nelle pagine che raccontano la prima infanzia hanno i loro momenti migliori. Come l'immaginario cristiano si fonde con il pantheon degli dei e degli spiriti yoruba dando origine a una nuova cultura, così anche l'architettura narrativa, tradizionalmente africana nel suo impianto biografico, squisitamente europea nel suo autobiografismo psicologico, offre un esemplare nuovo e attraente che, carico di odori e sapori antichi, ornato degli amuleti della tradizione, si ricrea attraverso l'invenzione formale e la capacità di visione poetica. SAGGISTICA I SEGNIDELLACONQUISTA Alessandro Triulzi "Voglio parlare della scoperta che l'io fa dell'altro." Così inizia il suo saggio La conquista dell'America. Il problema dell'altro (Einaudi, pp. 311, L. 24.000)Tzvetan Todorov, uno dei maggiori semiologi contemporanei, accingendosi a ricostruire le tappe della comunicazione umana attraverso una "storia esemplare", quella della Conquista dell'America da parte degli spagnoli. Il libro è dedicato alla memoria di una donna maya divorata dai cani per essersi rifiutata di prostituirsi ai conquistatori, "una delle ipotesi estreme" del rapporto con l'altro di cui è costellata la storia della conquista: "Scrivo questo libro per far sì che questo racconto, e mille altri simili, non siano dimenticati. .. Ciò che mi auguro non è che le donne maya facciano divorare dai cani gli europei che incontrano ... ; vorrei invece che venisse ricordato quel che può accadere se non si riesce a scoprire l'altro" (p. 299). Chi sia questo 'altro' per Todorov è presto detto: non l'altro "in rapporto a me", la parte oscura di noi, il "cuore di tenebra" della nostra individualità, e neppure quello collettivo "interno alla società" (la donna, il povero, il pazzo), ma "l'altro esterno e lontano" esemplificato nei gruppi maya, aztechi e incas della regione dei Caraibi e del Messico. La storia che Todorov ha deciso di raccontare è dunque "una storia esemplare": la scoperta dell'America, o meglio degli 'americani', da parte della Spagna bianca e cristiana del XV secolo, costituisce il primo incontro dell'Europa con un'umanità diversa ed estranea, sideralmente lontana da essa per lingua, costumi e mentalità. Per la prima volta nella sua storia, l'Europa si confronta a livello collettivo con l'alterità umana. Ed è subito scontro. Le tappe di questa scoperta, analizzate da Todorov con puntigliosità filologica e con martellanti citazioni tratte dalle fonti spagnole o indiane del tempo, corrispondono a quattro diversi procedimenti conoscitivi, Scoprire, Conquistare, Amare e Conoscere, che costituiscono l'ossatura di fondo del volume. È il piglio del grande moralista, non dello storico (come inspiegabilmente tradotto a pag. 6) che muove il discorso di Todorov. La sua analisi non vuole ricostruire la storia della conquista, ma analizzarne i 'segni' caratteristici delle varie fasi, dalla scoperta dell'altro alla sua negazione, dalla

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==