Linea d'ombra - anno II - n. 8 - febbraio 1985

72 Una scena del film Daniel (distrib. New Gold). L'esecuzione della madre (l'attrice Lindsay Crouse) nello stesso film. to, una volta considerata l'intera storia. Warren Penfield è, nelle intenzioni e nei propositi, un personaggio minore nella vita di Joe Paterson, fino a quando ti chiedi: be', cosa ci fa lui lì? Una volta scoperto che Joe è il narratore, si capisce che Warren è li a rappresentare una sorta di amore retrospettivo verso un uomo col quale Joe si sarebbe dovuto identificare, invece di identificarsi con Bennet. In un certo senso il libro è la storia di un giovane che sceglieil padre sbagliato. Questo è il modo in cui io leggo il romanzo. E ciò che capita a Joe in età adulta, è di poter assumere la voce e l'aspetto di chiunque, perché lui stesso è nessuno. È vuoto. Quando pensa a Warren Penfield, Joe è del tutto consapevole del paradosso di un uomo che è un completo fallimento, un ubriacone pieno di autocommiserazione, un poeta mediocre ma, tuttavia, profondamente vivo. Laddove un uomo come Bennet, o Joe stesso, non lo è. Così il fallimento è in qualche modo un successo, mentre il successo è un fallimento. Questa è la chiave di tutto il libro. Ho pensato fosse abbastanza chiaro, ma può non esserlo sia perché nel corso del romanzo le soluzioni della trama sono continuamente posticipate, sia perché molte situazioni presentate all'inizio sono poi sviluppate più avanti nel libro. D'altronde ho scritto il romanzo nell'unico modo per me possibile. L'uso del finto linguaggio del computer è qualcosa che, verosimilmente, Joe avrebbe usato per fini narrativi. E questa è la chiave per capire che è Joe a stare dietro a tutta la storia, essendo stato, come apprendiamo dall'ultima pagina, un alto ufficiale della CIA. Alcuni lettori sono stati confusi dal fatto che la finta voce del computer somigliasse a una poesia, e infatti c'è un poeta nel libro, Warren Penfield. Quindi da un punto di vista tipografico è difficile riuscire a distinguere questi due tipi di frasi spezzate. Proprio per questo nella seconda edizione paperback ho cambiato i caratteri tipografici dei brani del computer e li ho fatti stampare in corsivo per chiarire che queste poesie, per quanto brutte, non sono di Warren Penfield, anche se possono essere su Penfield stesso. Quello che mi ha interessato di più in questo libro è l'idea di come si forma il carattere di una persona, di come una personalità si sovrappone a un'altra. La sovrapposizione, l'interferenza della voce di Penfield nel corso di tutta la narrazione di Joe, è un altro esempio di quelle misteriose relazioni che un personaggio intreccia con altri. Un giovane, credo, spessissimo, anche se non sempre, sceglie qualcuno e lo elegge al ruolo di genitore. Poi si trova a reiterare quella scelta nei vari rapporti che stabilisce nel corso della sua vita, vedendo negli uomini per cui lavora dei surrogati di padre o nella moglie e nelle amiche dei surrogati di madre. Questo processo è per me incontestabile; quindi l'idea di quel tipo di sovrapposizione, cioè costruire una personalità prendendone aspetti da altre persone - come se si prendessero dei colori per dipingersi - è fondamentale in Il lago delle strolaghe. E quest'idea, quando non se ne parla in astratto, è difficile da controllare in un romanzo. Penso che Joe abbia seri problemi nel comunicare con gli altri. Per esempio il suo rapporto con Clara è prevalentemente fisico e lo stesso rapporto fisico lo ha con tutte le cose. È difficile per me articolare nella sua complessità come Joe agisca e reagisca. Forse il miglior modo di vederlo è questo: Joe si trova ad aver a che fare proprio con le persone delle cui caratteristiche egli si serve per chiarire e definire se stesso. Per esempio Red James risulta essere molto importante per lui: è una spia, un truffatore, un simulatore e un traditore. A sva volta Joe abbandonerà e tradirà Sandy James, la giovane vedova di Red. Ma intanto tradisce e inganna se stesso quando pensa di poter usare e sfruttare Bennet, perché mentre tenta di far questo, viene gradualmente risucchiato da Bennet. Il suo rapporto con Clara è fisico ma da lei gli deriva un certo atteggiamento, un certo stile, un certo senso di classe. Se vi ricordate, Joe resta sorpreso nell'apprendere che Clara viene dalla strada, come lui del resto. Ma prima di saperlo Joe ha solo una visione di ricchezza e di raffinatezza, ed è questo che lui segue. Quindi Joe ha delle forze contraddittorie in se stesso, è un giovane molto ribelle, un rivoluzionario nato, eppure segue la ricchezza e s'insinua in un milieu di ricchi e alla fine preferisce quell'ambiente all'amore. La crescita di Joe, in tutto il libro, è in termini di donne: Magda, la moglie del proprietario del circo, Clara, Sandy James, la cameriera della casa di Il lago delle strolaghe - come si chiama? -be', comunque Joe la usa. Poi c'è Clara, senza contare la signora Bennet che lo attrae molto. Ma è con un uomo che Joe ha il suo rapporto più importante e cruciale; egli infatti usa le donne per arrivare all'uomo col quale stabilisce un vincolo filiale, un rapporto che lo crea e lo trasforma in Joseph Patterson Bennet. Parliamo dell'inizio, del fatto che Joe veda il treno e lo segua. Non è una specie di mito romantico? Vede una luce e si sente spinto a seguirla... Forse è per questo che non riesce a esprimere il vero se stesso: Joe non diventa un vero rivoluzionario perché insegue romanticamente una luce. Be', è romantico, ma cosa significa romantico? Una parte di lui è romantica. ma,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==