Linea d'ombra - anno II - n. 8 - febbraio 1985

ILPREMIO Grazia Cherchi nono in attesa di Sandro e Roberto, di professione critici ll:.l1etterari. L'indispensabile c'è: una bottiglia di whisky e mezza dozzina di bottigliette di Campari. Chi arriverà per primo mettendomi discretamente in guardia dall'altro? Sandro: lo capisco dal suono del campanello, prolungato fino alla demenza. Neanche stessi in una reggia smisurata anziché in tre esigui locali. "Cominciavo a pensare che non ci fosse nessuno", dice. "lo invece non ero ben sicura di aver sentito suonare". Si toglie in un sol colpo soprabito e giacca e mi precede. "Sei sicura che Roberto venga?" chiede cominciando arovistare tra i libri sul tavolo. Ma quelli che mi premono, conoscendolo, li ho già trasferiti altrove. "Perché non dovrebbe venire?" "Sai com'è lui... Se ha trovato di meglio... " "Tante grazie!" "Via, dicevo così in generale ... Scusa, mi servo subito, ho una strana arsura". Con un sol sorso il primo Campari è K.O. "Qual è lo scopo della convocazione?" chiede sedendosi e sistemandosi accanto un libro che ho lasciato in loco solo perché l'ho in doppia copia. "A dire il vero l'iniziativa non è mia. Si dovrebbe parlare, tra le altre cose, del premio ... " I due hanno in mano la giuria e io ho un mio candidato. Che non dà ombra a nessuno, ma neanche prestigio a chi lo vota. "Ho altro a cui pensare. Devo finire l'articolo per il giornale e stasera, oltre a tutto, devo portare mia moglie a teatro. Mi sarà concesso di avere uno straccio di vita familiare?" Allargo le braccia: nessuna obiezione. "Ma Roberto è in ritardo", osserva consultando l'orologio. "Starà scrivendo il solito inno su qualche scrittorucolo. Non dovrebbe sprecarsi così". "Quanto a inni anche tu non scherzi. Il tuo pezzo di mercoledì scorso ... " "Per carità, lascia perdere. Non sei la prima a dirmelo. Però esagerate! C'è di peggio". Bella motivazione per le sue lodi sperticate. Arriva infine Roberto, con due bottiglie. "Santo cielo! E io, meschino, non ti ho portato niente", esclama Sandro. "Ci faccio la parte dell'avaro". È una parte che recita alla perfezione da anni. "Sono in aumento gli avari, i permalosi e gli invidiosi", puntualizzo versando whisky. "Ti trovo bene, Sandro", dice Roberto, maestro nel cambiar discorso. "Ma che dici? Sto in piedi per miracolo". Per coerenza Sandro si rimette seduto. Ora i libri accanto a lui sono due. "A che punto è il tuo libro?" chiede a Roberto. "Il mio dovrebbe essere pronto a marzo". . "Ti sarà difficile vincere un premio, sei nella giuria dei più importanti. Dovresti mandare una circolare di dimissioni'', osservo. ;- "-Sono in alto mare", d$ponde Roberto. È la risposta giu- ,. sta: Sandro assume un'aria più distesa e butta giù un Campari, quasi brindando al ritardo altrui. "Fai troppe cose, Roberto", dico. In realtà si mormora che abbia troppe donne contemporaneamente. Di lui so ben poco e, cosa che mi affascina, capisco ben poco. Decido di guardarlo con complicità. Mi sorride senza impegno: ne so come prima. "Anch'io sono letteralmente sommerso", dice Sandro. "Devo recensire Vidal, Caproni e Krakauer per la settimana prossima". "Lo confesso: anch'io gli stessi tre", dice Roberto. Avviano subito un fitto conciliabolo sul modo in cui variare il menu al malcapitato lettore. L'accordo è rapidamente raggiunto dato che autori e prose annesse sono intercambiabili. "Affrontiamo l'argomento premio, così poi parliamo d'altro", propongo riempiendo ancora i bicchieri. "A proposito", dice Sandro, "bisogna farsi aumentare il gettone di presenza. È una tal miseria! Col tempo che si perde a leggere tutte quelle schifezze... " "Siamo giusti, non è che le leggiamo proprio tutte", replica Roberto. "Sempre troppe, sempre troppe ... " "Quante in media?" chiedo. "Dipende, dipende". Sandro fa il riservato. Punto sul prossimo Campari per saperne di più. "Mi piacerebbe essere presente in spirito a una seduta della giuria. Se ne devono sentire di tutti i colori", insisto. "Ma è una tal noia!", dice Sandro. "La suspence è data solo da qualche ripicca. Si spartiscono i settori: se, mettiamo, io favorisco il candidato di tizio nella saggistica, lui deve votare il mio nella narrativa. C'è ogni tanto il pericolo di un disturbatore ... " "Ad esempio uno che i libri in gara se li è letti tutti e vuol dire la sua. Ma in genere è un isolato", dice Roberto. È solo, come ormai lo è ogni lettore. "I partiti pesano molto?" chiedo. "Personalmente non ho tessera", dice Sandro. "Mai avuta", rincara Roberto. Anche se, ovviamente, votano a sinistra. La vecchia talpa ha scavato talmente in profondità che se ne sono perse le tracce. "Il gruppo romano è molto forte?" "Oh, quelli ... ", dice Sandro con compatimento. "Non contano, non contano", assicura Roberto. Da quando? Mi accorgo di colpo di essere quasi sbronza. "Sono qualcosa i vizi, se si sa quel che si vuole. Due sceglietevene: ché è troppo uno", annuncio. I due mi guardano interdetti. "Sono versi di Brecht", li tranquillizzo. "Non ho mai scritto su Brecht", dice Sandro come sorpreso di sé. "Roberto sì", dico. "Ho recuperato proprio in questi giorni un tuo saggio del '76". "Mi sembra di averlo scritto in un'altra vita. Ricordo che nel '76 amavo molto una donna di nome Annamaria".

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