Linea d'ombra - anno II - n. 8 - febbraio 1985

Harlem Document (1935; da: A. Siskind, Cinquant'anni di fotografia 1931-1981, a cura di Giuliana Scimé, Selezione d'immagini, Monza 1984). CINQUANT'ANNI DIFOTOGRAFIA INCONTRO CONAARONSISKIND a cura di Antonio Ria 81 anni sono una bella età; oltre 50 anni di attività fotografica, e ancora è qui, attivo, vivace, in piena forma. Ma come è cominciato, Siskind? Ci parli della sua infanzia, della sua famiglia. I miei genitori venivano dai pressi di Kiev, in Ucraina. Ebrei russi, poverissimi, emigrati in America a fine '800. Mio padre faceva il sarto. Giunti in America, andarono ad abitare a New York, nel Lower East Side, dove nascemmo noi, loro figli - cinque di noi. Erano povera gente, di livello culturale infimo. Io non ho ricevuto mai molto da loro; ma lavoravano duro, ed erano brava gente, tranquilli. Io sono cresciuto per strada, in quel quartiere che allora era composto da edifici dai quattro piani, affollati di emigranti soprattutto ebrei. I miei parlavano yiddish, lingua che io ho sempre capito. Fra il 1880e il 1900giunsero in America oltre un milione di ebrei russi e polacchi, e tutti approdarono al Lower East Side, da dove poi si distribuirono in tutto il paese. Nel giro di una generazione le opportunità offerte dagli Stati Uniti furono incredibilmente grandi: i figli erano completamente staccati dalla tradizione dei padri, come fossero un'altra stirpe. Accettammo una nuova cultura, andammo a scuola e, insieme ai nostri genitori, cominciammo a uscire dal Lower East Side per andare a vivere in zone migliori. La sua adolescenza? I suoi studi? Da ragazzo, quando andavo a scuola e giocavo per strada - soprattutto quando lasciammo il Lower East Side - i miei amici erano di ogni tipo, e non soltanto ebrei: irlandesi, italiani... E io mi vergognavo del mio yiddish, che limitai alla comunicazione con mia madre. Così anch'io perdetti ogni traccia della cultura originaria, nonostante i rari momenti di cerimonie rituali con altri ebrei. Crebbi, e studiai al City College di New York senza mai spendere un centesimo, e diventai insegnante. Per 23 anni ho insegnato inglese ai ragazzi delle scuole elementari. A quell'epoca mi interessavo molto di letteratura, volevo diventare scrittore, scrivere poesie, comporre musica. Dopo il diploma di maestro, sposai la mia ragazza, maestra anche lei. Presi a far fotografie molto più tardi e per caso: mi regalarono una macchina fotografica ... Nel frattempo mi ero accorto che come poeta non valevo un gran che, e che suonavo il piano da far spavento ... Ma ci deve essere un rapporto fra le sue prime ambizioni, come la musica e la poesia, e la realtà cui poi approdò, la f olografia. Oh sì, c'è un rapporto, molto molto profondo e importante, fra le mie prime esperienze in campo poetico e musicale e la fotografia. Le qualità estetiche essenziali del mio primo periodo furono usate nella fotografia. Per esempio, in poesia un elemento importante è l'ambiguità; poi c'è economia di enunciazione: tutte cose che sono andate a formare le mie fotografie, che sono molto "economiche", molto semplici, secche, e, nel medesimo tempo, piene di significati multipli. A eccezione delle prime, in cui c'è un'impostazione nettamente documentaristica, le mie foto sono sempre intessute di metafore. Le qualità essenziali della musica - il ritmo, il tempo - si combinarono dentro di me e si trasfusero nella fotografia. Fin dall'inizio le mie foto erano organizzate ritmicamente; pittori mi chiedevano: "Ma come fai? Non hai mai studiato pittura, arti figurative". Il fatto è che io componevo la fotografia come fosse un fatto musicale, o una lirica, usando ritmo e accenti e cadenze. Fu molto facile per me fotografare, e fu un grande piacere. Mi sentii come liberato, sciolto dal peso della composizione poetica, in cui mi affaticavo senza riuscire: improvvisamente fui capace di vedere le cose, di organizzarle con scioltezza. Mi venne naturale, e fu un immenso piacere. Così seguii questa strada, mentre continuavo a insegnare ai bambini. Era l'inizio degli anni Trenta, un periodo dolorasamente significativo per la storia e la società americane. Quali sono, Siskind, i suoi ricordi di quegli anni? In che modo - attraverso la sua incipiente attività di f olografo - si inserì in quel magma

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