Linea d'ombra - anno II - n. 8 - febbraio 1985

26 POESIA/SEIFERT Adagio Credi nei sogni? - Da un bel po' non ci credo. Anch'io mi sono svegliato dalle illusioni E cammino sulla solida terra. Eppure! E che ne è del tuo famoso lib_rodei sogni? - È molto tempo da quando lo apersi l'ultima volta. Nulla ho ottenuto dalla vita, solo tristezza e un po' di lacrime. Eppure! E che cosa ne dicono i poeti? Ne ho conosciuto uno. La sua notte era senza sogni - Bugie soltanto! e dormiva, d'un sonno profondissimo. Ma un mattino al risveglio e mentre s'infilava le pantofole mi raccontò un meraviglioso sogno. lo dormo alquanto male, e quando mi addormento mi capita trovarmi in un ambiente strano. A volte mi spaventa e nel migliore dei casi non è piacevole. Mai ho passeggiato in sogno tra le rose. Eppure! Ma io devo alla notte i rari attimi quando nel suo silenzio e nel suo buio incontro i morti che nella vita ho amato. Anche da noi meno male avvengono a volte miracoli! Giungono i morti da Dio solo sa dove e in mezzo a noi non c'è morte. In breve però nuovamente scompaiono e nuovamente Dio solo lo sa dove vanno. Invano li chiamo indietro. Di nuovo è in mezzo a noi la morte. Essere poeta Da tempo la vita mi ha insegnato che musica e poesia sono al mondo le cose più belle che la vita può darci. Oltre all'amore, ovviamente. In una vecchia crestomazia stampata all'epoca dell'lmperial-regia Libreria, nell'anno in cui moriva Vrchlisky, cercai una trattazione di poetica e stili di poesia. Poi misi una rosellina in un bicchiere, accesi una candela e cominciai a scrivere i primi versi miei. Divampi pure la fiamma di parole e arda, magari mi bruci le dita! Una sorprendente metafora val più che anello d'oro al dito. Ma nemmeno il Rimario di Puchmayer a niente mi servì. Invano raccolsi i pensieri e spasmodicamente chiusi gli occhi per udire il primo meraviglioso verso. Nell'oscurità invece di parole scorsi un sorriso di donna e una chioma svolazzante nel vento. Fu il mio destino. Dietro di lui ho arrancato senza respiro per tutta la vita. L'amante dei poeti è tratta dal volume L'albero di Piccadilly (1978), traduzione di Fiammetta Della Seta; Fumo di marijuana e Addio sono tratte da La colonna della peste (1981), traduzioni di Vladimir Mikes e Giovanni Giudici; le altre poesie fanno parte di Essere poeta (1983) e sono tradotte le prime due da Vladimir Mikes e Giovanni Giudici, le successive da Fiammetta Della Seta. Le edizioni E/O pubblicheranno le raccolte La colonna della peste e Essere poeta in un unico volume, nelle traduzioni di Vladimir Mikes, Giovanni Giudici e Elena Wildowa Tosi. A loro il nostro ringraziamento.

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