POESIE Jaroslav Seifert L'amante dei poeti Momenti sciocchi dei primi amori! Quella volta crede~o ancora che morire in mezzo ai fiori quando uno è innamorato fino ai capelli, o morire in un carnevale di Venezia potesse esser più bello che nel letto di casa. Però la morte è signora di tutti i dolori che il mondo conosce. Il suo strascico è intessuto del rantolo dei moribondi e ricamato di stelle di lacrime. La morte è lamento di liuto, falce di ardente sangue, è urna di bellezza e porta di nessunluogo. A volte è anche l'amante dei poeti. La corteggino pure fin nel fetore dei fiori morti, se a loro non disturba il rintocco di campane funebri, che si son messe in marcia e affondano nel fango insanguinato. La morte infila nei corpi delle donne la sua lunga mano stretta e sotto il cuore ne strangola i frutti. E questi arrivano, sì, in paradiso, ma ancora intrisi di sangue. È la sovrana di tutti i massacri e il suo scettro dall'inizio del mondo comanda gli orrori di tutte le guerre. Morte è sorella di putrefazione, è messaggera di rovina e vanità e sul petto di ognuno le sue mani scaricano il peso della tomba. Morte però è anche solo un momento, un tratto di penna e niente di più. ,. Fumo di marijuana Inchinarsi alla ribalta e abbassarsi fino a genuflettersi, al modo dei Francesi sulla scena, No, non farebbe per me. Appena però scritti un paio di bei versi sull'amore, coi miei occhi cercavo occhi di donne, con le mani le mani e con la bocca le stupite loro labbra. Dio sa come in questo paese le donne amino i versi. Forse perciò ai sospiri dei poeti con le palme così convulsamente non si premono i seni. Quand'ero ancora giovane e le donne imparavo a corteggiare, ah tu, mia vanagloria, ti ostentavi a quel tempo più che il pavone ostenta la sua coda, che è blu, rosata e d'oro come la tavolozza di Renoir. Abbindolavo di bugie me stesso, per fortuna son giunto poi alla fine, a una disp·erazione che ha nome di saggezza. Non so perché. Ma in quel momento qualcuno alle mie spalle mi sussurrò all'orecchio: come fumo di marijuana sono i versi dei poeti. E se quel lieve fumo apre le porte di ignote contrade, donde ci corrono incontro sorridenti voluttuosi momenti di felicità e si tengon per mano con i momenti di felice voluttà, perché a ciò non varrebbero anche i versi? Basta una sola canzone a far restare la gente senza fiato e a far sì che, nell'udirla, le ragazze si mettano a piangere. Come vorrei esserne capace! E oggi specialmente, che sono vecchio ormai, che mal mi reggo e le parole ~i stridono fra i denti.
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