Linea d'ombra - anno II - n. 8 - febbraio 1985

c'è politica, quella vera, quella seria, senza un riferimento morale, e allora la politica diventa analisi teoricamente e moralmente motivata (e non per questo meno vissuta), non. azione diretta dentro il sistema politico. Diventa azione, invece, contro le degenerazioni del sistema politico, quando appunto lo richiede una motivazione morale, come nel caso della resistenza al fascismo. Oggi, negli anni Ottanta, l'analisi del sistema politico induce a un lucido e motivato pessimismo. Anche sul terreno delle forme, delle regole del gioco del sistema politico, nell'analisi de Il futuro della democrazia (Einaudi, Torino 1984), Bobbio non può fare a meno di ribadire il "dovere di essere pessimisti". Molti, nell'area comunista, ritengono proprio questo terreno della riflessione politica di Bobbio sulla democrazia come regole del gioco e procedure per la sua attuazione quello più debole e pericolosamente astratto, per il suo rischio di neutralismo e in definitiva di indifferenza rispetto ai contenuti sociali e politici. Personalmente, da marxista non completamente pentito, ho imparato proprio da questa riflessione di Bobbio di più sui limiti e le insufficienze del marxismo che non da tutta la vasta letteratura sulla "crisi del marxismo". La ripresa del dibattito sul marxismo teorico passa a mio avviso, oltre che sulla riproposizione di tutta la tematica della soggettività, anche.attraverso il riconoscimento dell'autonomia del problema delle forme e delle procedure della democrazia. Piuttosto, dalla mia prospettiva, ravviso altrove un "nocciolo duro" e perfino una contraddizione nel pensiero di Bobbio. E nel fatto che al pessimismo che si accompagna allo spirito critico nella analisi del sistema politico, si affianca un pessimismo più radicale, quasi antropologico, un'antropologia negativa di sapere hobbesiano. Lo riscontro nell'accettazione esplicita da parte di Bobbio · delle tesi dell'élitismo democratico di Mosca e Pareto: la storia la fanno le élites non le DISCUSSIONE/DIMI masse, chi decide e chi continuerà a decidere, anche attraverso la rappresentanza democratica, sono sempre gruppi e persone espressione di questi gruppi; non si tratta solo della constatazione di un fatto storico, ma anche dell'affermazione di una necessità, di una legge ferrea. Ma c'è anche una contraddizione, che ritengo produttiva. Una contraddizione che emerge soprattutto nel confronto con Capitini. Capitini ha infatti una visione opposta, ma non riducibile né a una pura e semplice riformulazione della democrazia diretta né a organicismo religioso e mistico. Ebbene, Bobbio coglie molto bene questa diversità di Capitini, quando afferma che "il fine della nonviolenza non è la pace, sia pure la pace universale, che è fine puramente negativo, ma la 'liberazione'!' (Maestri e compagni, pag. 291). E la registra, in un confronto quasi accorato e per1niente intellettualizzato, alla fine del saggio (pag. 294): "la differenza tra lui e me stavaìlell'essere lui un persuaso (con questo termine, esplicitamente ripreso da Michelstaedter, Capitini traduceva il credente, nel senso di 'autopersuaso', quasi di 'pervaso'), io un perplesso. I perplessi restano perplessi. Ma è pur vero che la storia di orrori e di follie continua a svolgersi sotto i loro occhi di spettatori impotenti". È possibile sperare e lottare per la liberazione, pur essendo e rimanendo rigorosamente critici, perplessi? NEI PROSSIMI NUMERI: Storiedi Joao Guimaraes Rosa, Nathalie Sarraute,Mario Schifano,Peter Handke, Grace Pa/ey,John Berger,Henry Roth, De/moreSchwartz,Sam Shepard,Arnold Barkus,Ling Shuhua,Clarice Lispector, FabriziaRamondino,Antonio Tabucchi. Inchiestesui giovani teatranti, cineasti e autori di fumetto italiani. Discussionidi Aldo Capitini, don LorenzoMi/ani, Raniero Panzieri,Vieto, - Serge, GershonShaked, Stanley Kubrick,TadeuszKantor,Otar lose/iani, GiovanniJervis, Paola Splendore,Mario Matti, BonnieMarranca. 13

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