Chi si muove invece sui tempi lunghi è Aitan, che quest'anno, su "Corto Maltese" n. 3 e seguenti, ripresenta Ada, eroina di una serie che iniziò quando ancora "Linus" era di grande formato e continuò (proprio per questioni di formato) su "Alter", e fu (questo primo "capitolo") raccolto in albo da Milano Libri (Ada, 1979). Indubbiamente esisteun filo rosso ideale che unisce Friz Melone (Milano Libri 1977, ormai introvabile), Ada, Cuori pazzi (su "Linus", 1980, e in libro Mondadori BUM -) e Macao, la nuova storia pubblicata su "Corto Maltese", i lavori che mi paiono piu rappresentativi dell'Altan narratore. Racconti e romanzi in cui l'iperbole, sempre smorzata dall'ironia, è dichiarata, e non, come nel romanzo popolare ottocentesco alla Sue, nascosta e contrabbandata per realtà. Ad Altan il Nuovo Fumetto Italiano deve molto per aver aperto gli occhi ai giovani autori sulla possibilità di poter rielaborare la letteratura popolare, nel caso di Altan il feuilleton, riscattandola però come prodotto anche letterario coerente. In fondo, anche Jori riutilizza per le sue storie schemi visivie a volte anche letterari di un altro grande genere popolare, il fotoromanzo (vedi "Alter n. 8/9 e IOdi quest'anno) anche se i suoi testi e le sue trame si basano su idee assai piu semplici e meno articolate che nel lavoro di Altan. Altro autore che ha influenzato profondamente il Nuovo Fumetto Italiano e che merita a buon diritto un posto in questa carrellata dell'ultimo anno è Andrea Pazienza, forse il maggiore innovatore del linguaggio fumettistico post '77. Ogni elemento delle storie di Pazienza è calibrato e strettamente legato a. un'ispirazione che non dimentica ~mai"i"'femidella condizione giovanile. Di Pazienza· sòno usciti vari volumi: fentothal, MilJno Libri 1982; Aficionados, 0 1981, e Za- •. nardi, 1983, entrambi Primo Carnera Ed., e una citazione a parte meriterebbero la raccolta delle sue vignette apparse su "Il Male", e Pertini, uscito nel 1984; le "avventure di Zanardi" sono ora pubblicate su "Corto Maltese". La situazione (è un parere soggettivo) di quèst'ultimo anno di fumetto italiano mi pare un po' questa. Grazie agli autori citati e ad alcuni altri (ci scusiamo per le omissioni) il Nuovò Fumetto Italiano ha trovato una dimensione finalmente internazionale che prima non aveva. Quelli citati sono gli autori dell'oggi, ottimi protagonisti del segno, alcuni assai meno grandi sul versante scrittura, ma è già qualcosa. E poi ci sono autori in velocissima evoluzione: Massimo Ghini, divertito e divertente ricostruttore di architetture che ha pubblicato su "Alter" tra 1'83e 1'84 un racconto di ambiente areonautico-architettonico ispirato a un romanzo di Caccia Dominioni e sta preparando un altro lavoro in cui affronterà in cinque storie grandi scuole d'architettura del novecento; c'è Massimo Giacon, gelido evocatore d'ingenuità e nefandezze infantili, intelligente autore multimediale (attualmente su "Alter" Puzzi Bugsi è un uomo brutto e la serie Mimi' Colucci su "Frigidaire"); François Berthoud, giovanissimo e pittoricissimo autore anagraficamente svizzero (vedi Mascara Lilla, su "Alter" di gennaio '84 e seguenti). Questi sono, probabilmente, gli autori del domani prossimo: quelli da tenere d'occhio. 011 SEITu -:, E' ~Etio CHt:. TI VOLE.VD I <HIED~RE • DISCUSSIONE/CADIGLI UNANNO DI BEST-SELLERS Alberto Cadioli Per prendere in esame l'andamento del mercato, in particolare di narrativa, nell'arco di tempo compreso tra la fine del 1983e l'estate del 1984, è utile partire dai dati relativi alle vendite dei mesi estivi. In questo periodo, infatti, trova conferma il successo di quelle opere che si sono imposte davvero, nel primo semestre, raggiungendo una fascia di lettori così vasta da rompere i confini ancora ristretti del pubblico abituale. Ciò detto, c'è allora da interrogarsi sul ritorno ai primi po~ti assoluti delle vendite, tra giugno e luglio 1984,del Nome della rosa di Umberto Eco, pubblicato nell'ormai lontano autunno del 1981e recentemente riproposto in edizione economica. In primo luogo significa che il romanzo di Eco è davvero entrato a far parte del tessuto culturale degli ultimi anni, conquistando, con un processo che non sembra arrestarsi, un ampio consenso presso tutti i gruppi e le categorie sociali. Se fossero definiti (come sarebbe giusto) libri "di successo" solo quelli che entrano con forza nella società, abbandonando il piccolo territorio del mercato editoriale, - i cui rumori (ma anche i cui clamori) difficilmente raggiungono l'esterno, - negli ultimi anni, con La Storia della Morante e Un uomo della Fallaci, andrebbe ricordato senz'altro Il nome della rosa. Pochi titoli, nel corso di un decennio (La Storia è del 1974),e forse un'analisi particolare che si occupasse dei tre testi, dell'espressione estetica da essi sollecitata (o accettata) potrebbe portare a utili osservazioni. Ma non è questa la sede, e allora, come seconda riflessione sul successo di Eco anche nell'estate del 1984, si può affermare che è mancato, nonostante la pubblicazione di testi importanti, il romanzo italiano (ma anche straniero) in grado di collegare gruppi diversi di lettori. Alcune opere hanno mantenuto i primi posti in classificaper molti mesi, ma, passata· la stagione, o le stagioni, sembrano passate anche loro. In primo luogo va ricordato 1984 di Orwell, il libro più citato nei dibattiti autunnali e invernali (non c'è stato quotidiano o rivista che non vi abbia dedicato ampio spazio) e il più letto, di conseguenza, tra gennaio e la primavera. In secondo luogo, soprattutto alla fine del 1983, in coincidenza con la omonima trasmissione televisiva, va ricordato Uccelli di 85
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