76 STORIE/CARONIA elevatissima la prima ma tale da soggiogarci la seconda. La statura morale di Lottani era fuori discussione. Una volta in piedi egli fronteggiò la sua immagine nello specchio più vicino. Attimi di sgomento nell'austero salone. Rapito per com'era Fraticelli e sdegnato con quello specchio che tardava a pronunciarsi, stava per suggerire lui la risposta giusta, l'unica possibile del resto, ma Lottani li prevenne entrambi, specchio e Fraticelli, e, incurante di risposte, ebbro di conferme, rassicuratosi da solo, sedette di nuovo continuando tuttavia a mormorare, macchinalmente, la sua ultima frase. Quando l'ultima eco se ne spense riattaccò. Fisici sani dunque, diritti, doveri, rispetti e specchi vari. Non eravamo forse noi istruttori secchi e asciutti come sarde salate? Bene. Non dovevamo dimenticare d'essere stati scelti proprio per questo. Attenti dunque a non ingrassare di un solo etto. Mangiare poco o affatto, non si campa di solo cibo. Bere lo stretto necessario per orinare regolarmente e calmare l'arsura. Nessuna concessione insomma a debolezze gastronomiche pena l'immediato e definitivo allontanamento dai ranghi, licenziamento in tronco, addio missione e tutto il resto! Una volta ingrassati per dimagrire ce ne vuole. È proprio un bel casino. Altro che diete, ginnastiche e terapie speciali. Quelle lasciamoleai clienti. I quali clienti senza dubbio ci chiederanno: "Non sarà mica per il DCT che sembrate sarde salate?" L'avrebbero chiesto, potevamo giurarci, e noi cosa avremmo dovuto rispondere? "Sì, senz'altro! Proprio per quello, per il DCT!" "Bravi ragazzi! Così ci siamo!" Insomma i clienti ci dovranno invidiare. Forse ci odieranno ancbe ma ne vale la pena e poi non c'è odio senza amore e viceversa. Odio e amore anche fra i soci. Il più grasso odierà il più magro e questi lo compiangerà. Non dovessero verificarsi queste condizioni noi dovremmo promuoverle seminando un bel po' di zizzania. E così, alla fine di questo fatidico primo mese, dopo il primo DCT, dopo tanti sacrifici in palestra (lapsus di Lottani con fulmineo recupero) cioè nel salone, a nostro avviso, quale sarà il cliente che avrà voglia di svelare la soluzione del mistero? Nessuno lo farà. Troppo gusto nel vedere arrancare quell'altro, nel sentire i suoi grugniti, nell'osservarlo mentre schiuma con la bava alla bocca. Non lo farà nessuno. Nessuno parlerà e svelerà il segreto. Gli uomini si divertono con giochetti crudeli. Dobbiamo imparare a conoscere gli uomini, soprattutto quelli che sono clienti. Per gli altri .c'è sempre tempo. Ci scaferà lui, Lottani. Innocenza e perfidia, sadismo e frustrazioni, debolezze e sodomie! Fraticelli chiese se poteva fumare e fu incenerito da uno sguardo. Ci scaferà lui, Lottani e niente interruzioni! Lottani incalzava. Il socio che esce dal DCT, dopo un mese di ginnastica, non avvertirà un certo benessere? Non gli avremo reso un favore? Non ci perdonerà la piccola bugia, insignificante se confrontata al risultato conseguito? Perché il peso si perde, si perde, niente paura! E se proprio non lo vogliono perdere, glielo facciamo perdere noi a questi lebbrosi! A calci in culo se è necessario! (Lottani accusava qualche sintomo di cedimento). E finalmente allora, porco dio!, intostati i muscoli, sparito il flaccido, cosce e toraci come ferro, cazzi e testicoli come armi da fuoco, essi, questi nostri fottutissimi soci, potranno tornare non solo dalle loro puttane, ma anche a frequentare quelle zoccole delle loro mogli torneranno! Altro che svolazzi per dovere di firma! Saranno chiavate belle e buone! Disastri saranno, scempi, carneficine! E con quelle altre, con quelle smandrappate delle loro amanti, non ci sarà più la fatica di sucarsi dentro la pancia. La fatica la faranno loro le femmine, le pazze, cannate e percosse, stantuffate", sballottate e anche stuprate da quelle belve scatenate che esse stesse stenteranno a riconoscere per i loro esangui e smidollati maschiucci di una volta! Lottani aveva perso la testa, non respirava più. Parlava in apnea. La saliva gli spumava agli angoli della bocca ed egli non si curava di risucchiarla dentro. I suoi occhi saettavano furibondi e come la spada del giustiziere impugnava adesso il suo vezzoso bastone da passeggio di cui nessuno di noi si era ancora accorto. Cosa credono d'aver risolto abolendo le case chiuse?! Hanno chiuso le case? Bene, e noi apriamo l'istituto! Qualcuno di noi non afferrò il nesso, Fraticelli era di un pallore mortale, sudava, e temendo di puzzare si asciugava freneticamente. Il nesso probabilmente non c'era ma a Lottani ormai poco importava di nessi e schiuma di saliva e a noi nemmeno. L'avremmo seguito in capo al mondo fra i nonsensi e la schiuma, la merda e i buoni sentimenti, le fasce di gomma e i fasci littorii, sotto tutte le bandiere l'avremmo seguito! Lottani era tutti noi. Valentino Lottani ci aveva vinto. Ma era stanco e aveva la gola secca. Fraticelli prevenne il suo desiderio di un bicchiere d'acqua e glielo portò devotamente dopo una rapida incursione nel cesso di quegli stronzi dei futuri soci. Lottani bevve e cominciò a ricomporsi. Beveva e si ricomponeva accarezzandosi guance, camicia e mammelle. Insomma affari, benessere, prosperità per tutti. Avevamo capito adesso? Sì. Avevamo capito. Il corso fini. I dieci giorni erano trascorsi. Lottani ritenne che ne sapevamo abbastanza per cominciare. Dovevamo fare da soli. Anche noi lo pensavamo ma ci avvilimmo. Cosa sarebbero stati tutti quei giorni a venire senza la scanzione che aveva dato Lottani a quelli appena trascorsi? Il suo vasto sapere era scivolato dentro di noi. Chissà quante altre cose avrebbe potuto insegnarci ed ecco invece che si distaccava da noi, dai suoi discepoli. Chiunque si sarebbe intristito. Egli, tuttavia, il nostro Maestro, promise che ci sarebbe stato vicino, che non l'avremmo perso affatto di vista. Addosso ci sarebbe stato anzi, avremmo sentito il suo fiato sul collo! Era una promessa. Guai a sbagliare! Non sapevamo ancora di cosa era capace quando s'incazzava. Adesso bisognava fare sul serio. In ordinata processione lo seguimmo dal sarto, e presto indossammo le nuove divise. Divise fiammanti, su misura. Già dalla quarta ora del terzo giorno di corso io m'ero convinto d'essere nato per quel mestiere e di non aver desiderato che quello per tutta la vita. Avevo trovato la mia strada.
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