74 S10RIE/CARONIA zione dei nuovi concetti. Il DCT era un oggetto misterioso e tale doveva restare fin quando il cliente non vi si fosse sottoposto. A noi istruttori sarebbe stato tassativamente proibito spiegare la natura del metodo. Al massimo avremmo potuto svelare lo sviluppo della sigla: "Diatermical controled therapy", e, a richiesta, procedere alla traduzione che lo stesso Lottani affrontò e risolse brillantemente per noi. Non felicissima forse, almeno nella circostanza, la sua pronuncia inglese ma considerevole il nuovo saggio di disinvoltura con cui riusciva a masticare lingue morte e lingue vive senza mordersi la propria. Non era da molti. Non sarebbe stato facile, d'accordo, eludere le domande dei futuri clienti, domande di certo insidiosissime, ma dovevamo riuscirci. Non stavamo forse lavorando duro, sottoponendoci ad un training massacrante dal quale non era detto, tanto per intenderci, che ne saremmo venuti fuori tutti? L'ipotesi ci paralizzò. Gli occhi di ghiaccio del nostro Lottani rotearono sul semicerchio di noi apprendisti seduti di fronte a lui e ci gelarono. Cosa non avremmo fatto per compiacerlo, per mostrarci degni di lui, per averlo come nostro dirigente tutti i giorni della nostra vita soprattutto adesso che ci aveva fatto intravedere la disgraziata possibilità di perderlo per sempre? Proprio quello spettro aveva agitato! L'aveva ben detto che sarebbe stato spietato. E noi, ormai catturati, soggiogati dal suo fascino magnetico, dalla sua disinvolta conoscenza di uomini, cose e lingue, noi, apprendisti istruttori, di tutto avremmo fatto e ce ne rendè.vamo conto ogni momento di più. Per lui, per il signor Lottani, per il suo DCT! Il motivo per cui su questo DCT bisognava mantenere un rigoroso riserbo era poi molto semplice: trattandosi di una terapia a base di ginnastica i più, per i motivi ampiamente descritti, si sarebbero rifiutati di sottoscrivere il contratto con l'istituto e di versare la quota relativa. Lo stupore ci mozzò.il fiato. Per Lottani fu un trionfo. Ancora una volta ci aveva frastornato. Non avremmo potuto immaginare qualcosa di più ingegnoso. Quell'uomo era diabolico. Cosa ci riservava ancora? Morivamo dalla voglia di sapere come funzionava questa terapia a base di ginnastica. In fondo al salone dove siedevamo, luccicante di attrezzi metallici come una sala operatoria, si vedeva una porta cui era applicata una targhetta con le tre fatidiche lettere: DCT. La vedevamo quella porta? Certo che la vedevamo. Noi tutti giurammo di vedere porta, targhetta e lettere fatidiche. Bene, oltre quella porta non c'era niente! Mormorii, sguardi, ammiccamenti, gomitate, di nuovo per Lottani il gustoso sapore del trionfo. Oltre quella porta c'era soltanto una stanza vuota con specchi alle pareti, moquette sui pavimenti e una bilancia. Oltre quella porta, sotto la nostra guida amorevole, "Amore! Amore per i clienti", essi avrebbero compiuto tutta la serie degli esercizi già effettuati nel salone. Esattamente gli stessi: ginnastica a corpo libero. Ma, attenzione!: anziché da tute o maglie di lana i signori clienti sarebbero stati fasciati da speciali bendaggi di gomma. Gomma! Fasce di gomma! In America, per dimagrire, le usavano già da quindici anni. Ah, l'America! Lottani aveva varcato l'oceano. Diatermical controled therapy. Terapia controllata a base di calore. Controllata da noi, riscaldata dalla gomma. In una sola seduta di DCT, per la gran quantità di sudore versato, si sarebbe immancabilmente registrata la perdita di peso promessa e garantita. Erano previsti almeno tre DCT per ogni cliènte, poi, a seconda delle cicce, anche di più. Facevamo davvero sul serio! Avremmo bendato dunque i signori soci del club più o meno come gli antichi egizi usavano con le spoglie dei loro defunti benestanti (Fraticelli mi strizzò l'occhio, eccitato, e dedicò poi ~ Lottani uno sguardo adorante) ma soltanto dopo un accurato controllo del peso del socio su quella bella bilancia cromata. Quindi, via pure, giù a scandire ritmi con le nostre voci vibranti: "Uno e due, uno e due, su e giù, avanti e indietro!" Dopo un quarto d'ora o mezz'ora, a seconda dei casi, avremmo dato l'alt e disciolto i bendaggi delle nosre mummie sudate e puzzolenti. Il sudore puzza, si sa, e con la gomma poi! Ma i nostri clienti potevano ben puzzare con quello che spendevano e comunque senza sacrificio non si ottiene nulla. Subito dopo avremmo effettuato il secondo controllo sulla bilancia. Fase delicatissima. Momento chiave del metodo. Noi non potevamo nemmeno immaginare con quale emozione un cliente nudo e gocciolante si accosta alla bilancia per spiare finalmente, con occhi lustri, la lancetta del quadrante! Momenti rari, magici. Vertigini! Altro che storie! Col tempo, ci saremmo potuti permettere confidenziali battute e scherzose scommesse col socio di turno sull'esatto numero di etti o chili perduti e, naturalmente, era prevista (impercettibile ammiccamento di Lottani) una taratura della bilancia alquanto disinvolta per i casi più difficili. Sono strumenti precisi e ben congegnati. Avremmo imparato l'uso dei congegni (nuovo ammiccamento) in modo che la bilancia fosse sempre a punto. Noi avremmo dovuto superare, è vero, l'inconveniente rappresentato dal fetore di quella gomma impregnata di sudore, ma non bisognava nemmeno esagerare con questa storia delle puzze: odori sono naturali, siamo tutti uomini o no?! Fraticelli fissò un punto lontano e Lottani che.fissava Fraticelli seguì il suo sguardo senza tuttavia trovare quel punto. D'altronde, l'inconveniente del cattivo odore l'avrebbero subito anche i nostri soci ma, potevamo tranquillizzarci, senza alcuna protesta, dato che avrebbero certamente riconosciuto nei propri effluvi personali le tossine eliminate, la propria ciccia ridotta ormai ad un'acquerugiola fetida su quelle fasce miracolose. Il loro sentimento nei nostri confronti sarebbe stato di gratitudine. Essi non ce ne avrebbero voluto per i loro fetori. Anzi! Fondamentale la cura delle fasce. Subito dopo ogni trattamento esse andavano da noi energicamente frizionate con alcool purissimo ed altre sostanze ad alto potere disinfettante fornite insieme ad uno stock di guanti di gomma d'ogni colore, potevamo scegliere, dall'istituto stesso. L'igiene innanzi tutto! Cosa avrebbe potuto pensare un socio nel vedersi mummifica-
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