certo, nudi gireranno per gli spogliatoi incrociando i loro avvocati, commercialisti, amministratori, ma bisognerà convincerli a superare fastidi, complessi, vergogne e imbarazzi. Bisognerà rasserenarli e restituire loro la giovanile e smarrita disinvoltura, bisognerà, se è il caso, risolvere i loro problemi personali. Noi lo dovremo fare, noi istruttori! E molto di piu dunque che semplici istruttori saremo, perché cureremo non solo i ·corpi dei nostri clienti ma anche le loro anime. Altro che istruttori, altro che palestre! Questi signori non dovranno più andare nemmeno dallo psicanalista. Il lettino o la poltrona di pelle la troveranno qui da noi. È una Missione la nostra, non un mestiere! Con noi essi dovranno trovarsi meglio che con le loro_puttane. Noi saremo le loro puttane! Gheishe saremo, ben lavati, sani, scattanti, attenti e premurosi. Mai invadenti. Nelle nostre casse dovranno finire i loro denari, non altrove. Per uno stipendio fisso non era poi così tanto. D 'apprendistato durò dieci giorni. Per dodici ore, ogni giorno, ci erudirono e noi imparammo il nostro mestiere, la missione. Le prime sei ore erano dedicate ad imparare esercizi ginnici, nelle altre si studiava il rapporto col cliente. Sapevamo che al termine del corso era prevista una nuova selezione e ci impegnavamo di buona lena. Una specie di esamino ci sarebbe stato e tutti noi ci tenevamo molto non più soltanto ormai allo stipendio ma alla missione. Eravamo elettrizzati! Ci informarono che al termine del corso saremmo andati dal sarto per le divise da indossare durante il lavoro. Divise su misura! Di nuovo elettrizzati. Naturalmente andrà dal sarto chi nel frattempo non verrà scartato. Nuovo stimolo, nuova lena. La divisa su misura! .Fraticelli si agitava. Sentir parlare di missione e di divise, di missioni in divisa lo eccitava. La febbre gli dava, e alla sera, quando ce ne tornavamo a casa, mi raccontava dei suoi sogni di adolescente: erano appunto sogni in divisa da missionario. Che poi fosse Tananarive o Milano non cambiava. Avremmo curato le anime non solo le cicce. C'era dunque della spiritualità nel nostro nuovo lavoro. Il suo viso di asceta si trasfigurava sotto i lampioni. Noi dieci apprendisti istruttori sedevamo in semicerchio, e uno di quei signori eleganti e seri che ci aveva così attentamente osservati il primo giorno, sedeva di fronte a noi, al centro della palestra, sì insomma dell'istituto, tra la ferraglia luccicante degli attrezzi. · Era il signor Valentino Lottani. Serio ed elegante si accarezzava le guance e la camicia di lino all'altezza dei pettorali, sotto la giacca, indottrinandoci del suo sapere. Imparammo molto. Sapeva molte cose. La quota d'iscrizione dei clienti era alta. Essi, i clienti, avrebbero pagato caro i nostri servigi. A questo punto il signor Lottani ci guardò con complicità. Con affetto ci guardava e ci faceva capire che il nostro impegno e il nostro lavoro non sarebbero stati vani. Pagheranno salato! Questo pagamento salato bisognava che noi istruttori ce lo facessimo dare in un'unica soluzione. Niente rate mensili e assegni fuori piazza. Niente STORIE/CARONIA assegni, anzi, per lo meno all'inizio. Pagamento in contanti. Certuni avrebbero storto il naso ma era meglio un naso storto che un assegno scoperto. Di lestofanti in giro ce ne sono troppi. Dovesse venirgli in mente di venire a fare i furbi proprio qua! E poi, pagando subito l'intera quota, il cliente si toglie il pensiero una volta per tutte, se lo toglie proprio dalla mente e dalla tasca quel pagamento salato, ed è più invogliato a frequentare l'istituto. È dunque nel suo interesse. Era tutto nell'interesse del cliente al quale peraltro, secondo il vecchio motto, non bisogna mai dire di no. A qualunque domanda, ci fu spiegato, bisognava sempre rispondere: "Sì, senz'altro!". Esordire sempre con quel "Sì, senz'altro!", che. aiuta a prendere tempo nel caso la risposta non sia pronta e ben dispone l'interlocutore-cliente nei nostri confronti. Ci sarebbe stato ben bisogno di risposte pronte perché i clienti cento ne pensano e cento ne fanno di domande. Avremmo visto, avremmo visto! "Sì, senz'altro!" dunque. Rispondere sempre così anche se ci vien chiesto: "Sono per caso le due?" e tutti gli orologi indicano le quattro. "Sì, senz'altro. Erano le due poco fa, ma che importa, nel frattempo si sono fatte le quattro. Il tempo passa in fretta qui da noi. Qui all'istituto, come a tavola, non s'invecchia mai. Sono gli unici due posti". L'asso nella manica dell'istituto, il fiore all'occhiello del dirigente signor Valentino Lottani, era il DCT. Su questo argomento egli era e rimase sempre assai rigido e severo. Fu proprio spietato. Il DCT! Le sue lettere, a caratteri cubitali, occupavano ormai da settimane la pagina pubblicitaria dei quotidiani più autorevoli e si sarebbero stampate per sempre anche sulle nostre fronti. Si trattava di un infallibile metodo per dimagrire, un metodo americano, garantito al punto che si restituivano i soldi in caso di mancato risultato. Quattro, cinque, sette, dieci chili, tutti i chili che il cliente voleva perdere li avrebbe persi con il DCT senza fatica. Senza fatica! Questo era il punto su cui si basava tutta la pubblicità. Non ci era stata forse appena spiegata la diffidenza della . gente per le palestre? Non ci era stato forse appena detto che certi uomini non vogliono faticare con degli stupidi esercizi, sempre quelli, che magari hanno già eseguito da giovani quando in palestra ci andavano costretti da severi genitori al motto agostiniano del "mens sana in corpore sano?" C'era stato proprio detto così, compresa la citazione in latino, con relativa traduzione, che il signor Lottani aveva sciorinato imperturbabile, lasciandoci intravedere la qualità del suo bagaglio culturale. Mostrava davvero di sapere molte cose quell'uomo. Dunque niente fatica qui da noi. La fatica la si lascia fuori. Qui ci si distende, ci si svaga e si dimagrisce. Adesso però il signor dirigente ci fissava severo e ringhiava come se a ribadire questi concetti fosse stato costretto da un'insufficiente attenzione del suo auditorio. Eseguì allora con leggera frenesia il rituale delle sue carezze a guance e mammelle, vi aggiunse qualche gesto nuovo come una pulitina all'orecchio col mignolo inanellato, quindi proseguì più calmo nell'esposi73
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