68 ... .. la gente di quella generazione di giovani. Erano assolutamente ''non censurati'', traboccanti di sperimentazioni, e di sesso e droga. Al momento attuale questo genere di cose non ha più lo stesso impatto, perché ovviamente un'operazione di rottura di per sé non può durare per sempre. Per questo il nostro lavoro di adesso si è stabilizzato ed è concentrato più che altro su una forte visione personale che emana dal singolo artista che non fa più parte di uno spirito collettivo. In una fase di forte conservatorismo politico come quella che stiamo attraversando in America, i fumetti underground stentano a sopravvivere. C'è stata una legge che ha reso assai difficile la loro distribuzione e circolazione, perché ha affidato alle autorità locali la decisione in materia di pornografia, per cui città e Stati interi (come, per esempio, l'Idaho), possono bandire questo tipo di prodotto, definendolo pornografico. Mentre una volta bastava la dicitura Adults Only sulla copertina a permetterne la circolazione, oggi, con tutti i gruppi di pressione, le istituzioni tipo chiese o club femminili che protestano perché "roba del genere può capitare nelle mani dei giovani", le autorità locali sono molto più sensibili al problema, e quindi più repressive. La situazione è aggravata dal fatto che la gente che gestisce le librerie specializzate in fumetti è spesso conservatrice; preferisce il prodotto da collezionismo o molto rifinito. I nostri fumetti si vendevano di solito in negozi associati alla controcultura giovanile, assieme ai prodotti "artigianali" hippy e agli accessori per la droga. Ma questo tipo di negozi, proprio per la presenza di questi accessori, è stato chiuso e quindi questo sbocco non c'è più. E i negozi di roba pornografica o i sex-shops non li vogliono perché sono giornali che costano poco e sui quali è difficile guadagnare. Quando parli dello spirito ribelle degli anni Sessanta ti riferisci anche ai tuoi rapporti personali con gli scrittori e gli artisti che vivevano a San Francisco allora? In effetti non c'è stato nessun rapporto. I fumetti non erano certo considerati parte della scena artistica, o dell'alta cultura. Però quando cominciarono a circolare i fumetti underground, entrarono subito a far parte della cultura hippy. I miei amici di quel periodo erano persone come Victor Moscoso, Clay WilsQn, Gilbert Shelton, cioè gli altri artisti nel campo dei fumetti. Forse un rapporto più stretto lo si aveva con chi faceva musica. Io, per esempio, ho disegnato la copertina di un LP di Janis Joplin, Cheap Thrills, nel 1968. Quello era il periodo in cui si andava sviluppando una rete di fumettari, sparsa per tutto il paese: a Chicago (Winch), a New York (Spain e Kim Deich). Nessuno di loro ha fatto i soldi, comunque. Probabilmente io sono quello che se l'è cavata meglio dal punto di vista economico, perché le mie cose sono state pubblicate un po' ovunque e poi per via,di Fritz the Cat. : • Come vedi il tuo rapportn con la cultura e la letteratura americane? Quali sono gli scrittori che preferisci? Non sono mai stato un gran lettore di romanzi. Mi piacciono le biografie, i diari, le autobiografie, soprattutto se di persone strane o interessanti. Per esempio, adesso sto leggendo l'autobiografia di Benvenuto Cellini. Che matto! Ma con la letteratura non ho un gran rapporto. Da bambino mia madre mi comprava i fumetti, e in casa mia, come in molte case americane non medio borghesi, non c'erano libri da leggere.
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