Linea d'ombra - anno II - n. 7 - dicembre 1984

42 STORIE/MERl'ENS Di figli, del resto, non avevi ancora trovato il tempo di farne uno solo, tu che,amavi tanto le donne, è tutto dire. I tuoi figli, Andreas, sì, i tuoi figli in potenza, è come se fossero morti al Politecnico, e pronunciando il tuo nome. Non c'era davvero motivo di provare vergogna per qualcosa, quando ci si chiamava Andreas Papadiamantis ... Eppure questo non era il tuo caso: "Fra poco sarà come non ci fossero mai stati fascisti, qui, lo sai bene ... Come se questa dittatura fosse caduta in mezzo a noi come un meteorite ... Sì, una specie di catastrofe naturale. Come se avessimo soltanto vissuto un brutto sogno. E come se l'incubo non fosse durato più di una notte,,. "Eppure mi dispiacerebbe", aggiunse, magnanimo, "di lasciarti ripartire così, a mani vuote, perciò farò qualcosa per te, anzi: farò qualcosa per noi due, ti manderò da qualcuno che potrà raccontarti molto più di me... Si chiama Christos Ikonomou. Ricorda questo nome. Via Lyciou, 19... Ritorna ad Atene. Va a trovarlo. Non te ne pentirai. Non si stupirà della tua visita. Prima che tu sia giunto da lui, io l'avrò già avvisato. Ti chiedo una sola cosa: credi sulla parola tutto ciò che dirà. So che ti dirà la verità ... ". "Vuoi che lasci un messaggio da parte tua a Renata Morelli?" "Renata sa dove, quando e come trovarmi. Comunque vadano le cose... Non è il caso di occuparsene. È affar mio. Insomma, voglio dire: è anche affar suo, non è vero?". E pensare, mi dicevo che non avrei avuto neppure il tempo di visitare davvero l'isola ... Che non sarei andato a contemplare la tomba di quel poeta neoromantico ingleseche un tempo è venuto, modestamente, imperiosamente, a morire qui. Non sarei nemmeno andato a vedere Kaymeni Natasa, al locale cine club. Spesso, la domenica, i bambini venivano a inciampare tra i miei piedi, e le ragazze mi superavano sempre mentre si recavano, al richiamo delle campane, al tempio ortodosso. I vecchi che giocano con i loro rosari sulla soglia delle case acciecanti per il biancore. Esitazioni mortali davanti ai tavolini dei caffè deserti... Lo sforzo sovrumano di chiedere da bere, a certe ore, in certi posti - quando ogni comunicazione ha l'aria decisamente interrotta. Si passa una mattina a scrivere una lettera, e un pomeriggio a imbucarla ... Quella vecchia, in riva al mare, protetta dal sole da un ombrello nero come lei. Qualcosa, in me, s'identifica con quel profilo. Quella pietrificazione, forse? "Allora, fra poco vedremo quel che potremo fare ... ", mi disse, come ogni giorno, Andreas Papadiamantis. Acconsento, come se tutto fosse normale. Non sa che sto per lasciare l'isola, stasera stessa, con destinazione il Pireo. Che la so abbastanza lunga. Non glielo dirò. Sul ponte della nave, mi sdraierò su un sedile di legno. Mi toglierò le lenti a contatto, senza farmi notare dai vicini. Mi avvolgerò in un plaid con l'insegna dell'ammiragliato ellenico. E aspetterò l'alba dalle dita di rosa ... Solo al mondo. Ma il mondo mi ricambierà largamente. Ah perché mai bisogna sempre strapparsi alle persone e ai luoghi con questa violenza imbecille e disumana? D perché, poi, ero ritornato così presto ad Atene? Mi sforzai di dimenticarlo. Depositati i bagagli all'Hotel Amazon, all'angolo tra Mitropoleso e Pentelis recitai la parte di chi non sa perché si trovi lì. Come il primo turista arrivato, andai a bere un caffè sketo a Kolonaki, salii Venizelou fino al Lycabette e lo ridiscesi, comprai l'ultimo disco di Markopoulos da Ikaros, in via Voulis... Al caffè Apotsos, le sedie coprivano i tavoli, a gambe levate, e si sarebbe detto per l'eternità. Al Brazilian vi servivano un caffè già freddo e di malavoglia. Si mostravano meno premurosi che al tempo dei marescialli supergraduati? Sulla soglia dei locali notturni che univano Othonos a Syntagma, ragazzotti britannici o californiani si facevano cacciar via, dalle nove di sera alle tre del mattino, unjoint tra le labbra, con la formalità d'uso. La cosa degenerava nel rituale. Del resto, durante tutta la giornata, cortei di gauchistes barbuti proclamavano, sui loro striscioni: NATO-CIA PRODOSIA. Ma chi tradiva cosa e a vantaggio di chi? Come fare a saperlo? Lo sapevano davvero, forse, soltanto quegli studenti ciprioti che, anche all'ora della siesta, scrivevano sui marciapiedi, davanti all'hotel King Georges e al Parco Nazionale, graffiti in onore di un arcivescovo miracolato ... Ma chi se ne sarebbe preoccupato? Gli euzoni nei loro gonnellini a pieghe continuavano a deambulare, con i loro zoccoli, calzini e berretti a fiocco, davanti a un palazzo reale diventato repubblicano senza che per questo fosse cambiato il destino di un solo cittadino ellenico. Tanto va la Storia dei mascalzoni che alla fine qualche volta si spezza! Ma la brava gente se ne preoccupa realmente?· Il meno che possa dire, è che cercavo l'ispirazione ... Ah! Mi sarebbe piaciuto sottolineare, a gara, tutto ciò che distingueva la Grecia di oggi da quella di ieri! Mi sarebbe davvero piaciuto proclamare che perfino il suo odore era cambiato. Assistetti, in mancanza di meglio, al ritorno di Andreas Papandreu "in mezzo ai suoi". Al trasporto di quest'ultimo dall'aeroporto olimpico fino alla sua villa, mentre gli studenti ciprioti iniziavano, come ultima risorsa \ma nell'indifferenza generale, uno sciopero della fame. Bisognava davvero che qualcuno pagasse la fattura del ritorno della Grecia alla democrazia? E che la cosa non interessasse assolutamente nessuno? "Torna ad Atene", mi aveva detto Andreas Papadiamantis: "è Il che tutto succede". Non poteva essere più esatto ... Ma cos'altro succede, ancora una volta, se non la negazione della speranza? · Perché non mi precipitavo da Christos Ikonomou, quell'amico di Andreas a cui, nel frattempo, costui aveva dovuto annunciare la mia visita e raccomandarmi caldamente? Non avevo neppure voglia di comporre il numero di telefono 88.26.603 che mi aveva dato Andreas, per prendere almeno un appuntamento. Cosa poteva trattenermi? Lo ignoro. Del resto, non cercai di rivedere nessun altro: nessuno di

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