Linea d'ombra - anno II - n. 7 - dicembre 1984

imposte, scorsi un'anatra sul mare - come aveva potuto finire lì? avevo davvero visto bene? - che si faceva largo tra reti da pesca rosa leggere come ali di farfalle ... Ben presto mi abituai a svegliarmi all'alba per assistere al ritorno dei pescatori. Alle sei del mattino bevevo il mio primo ouzo marca "Senza Rivali" nel mio bicchiere per gli sciacqui. Sgranocchiavo avidamente un pesce alla griglia del quale avrei ignorato per sempre il nome. Partivo alla scoperta dell'isola. Passando, scambiavo qualche gentilezza con un'asina e il suo asinello. All'estremità dei rami dei fichi, frutti tagliati, scoppiati. Immondizie multicolori sospese ai rami dei corbezzoli. Una cornacchia morta di traverso sulla strada. Pensavo ad Andreas Papadiamantis che non avevo ancora cercato di ritrovare. Immaginavo che, in quell'isola, dovesse riacquistare il gusto di vivere, come si dice. Pensavo che questo era anche il mio caso, benché lemie ragioni non valessero certo le sue. M'impossessavo del villaggiocon fantasie e astuzie da conquistatore. Ero investito da immagini e da odori forti. Il sole colpiva come un gong un vassoio di rame rosso in mezzo a una vetrina. Attraverso la porta socchiusa di un negozio di barbiere una ragazzina lasciata sola si divertiva a far salire e scendere il proprio sedile. Nell'ombra della viuzza, una donna spargeva incenso con gesti ~a seminatore. Un gatto seguiva pazientemente i passi di un pescatore che rientrava in casa, col cesto pieno. Andai a bere una spremuta di limone carbonated al CafèBar Nostalgia, mentre un venditore ambulante mi proponeva, alla rinfusa, alcuni "really fantastic souvenirs! No obligation to buy... Guardalo un po': è stupendo, in ogni caso è speciale e, diciamolo, non è caro ... ". La piazzetta puzzava di formaggio caldo e di sterco di gallina. Stavo riflettendo, Andreas, al modo in cui avrei dovuto cominciare per ritrovarti, per rivolgerti la parola. Stavo meditando sulla Grecia che avevi riscoperto uscendo di prigione. L'avevi almeno riconosciuta? E cosa c'era, in realtà, da riconoscere? Questo paese non è un paradiso nè un inferno: ci rende soltanto, crudamente, un'immagine ingrandita della nostra felicità, della nostra tragedia. E noi dobbiamo arrangiarci. Mi ricordavo che all'indomani del "ritorno della Grecia alla democrazia'', avevo seguito, alla televisione, un recital delle "vedettes'' elleniche in esilio: Nana Mouskouri che intonava, con gli occhiali appannati d'emozione, Milise mou, con un'orchestra di Indiani Guarani, Demy Roussos che si riprometteva di Morire lontano dal mio amore, gran bel programma, e infine Vicky Leandros che faceva il cascamorto in tedesco, in inglese, in francese, insomma in tutte le lingue tranne il greco, ma con il Partenone in diapositiva o lo sci nautico al largo delle Cicladi, sullo sfondo: La felicità ha per te il sorriso di un'altra... Eppure mi bastava questo, Andreas, per sentire le lacrime STORIE/MERTENS salirmi agli occhi. Perdona il tuo amico: ha poco gusto ma i nervi fragili. La prima volta che ti scorsi fu dall'erbivendola, stavi comprando una collana di spicchi d'aglio e delle melanzane, ma camminavo rasente i muri, per paura che tu mi riconoscessi. Me la svignai col cuore che batteva. Non mi sentivo ancora pronto. Cosa aspettavo per affrontarti? Di avere, come te, ripreso gusto all'estate del mondo. Suvvia! C'erano pure buoni motivi per rallegrarsi, non è vero, compagno? Qui, ormai, si sarebbe venuti soltanto in vacanza... Quale strano presentimento, allora, intaccava l'esultanza, al punto da impedire che mi abbandonassi completamente a essa? Esistono senza dubbio uomini incapaci di assaporare pienamente queste vittorie. Perché ne conoscono il prezzo e le ambiguità. Sono, in modo definitivo, uno di questi uomini. III o, no", m; d;ss,, "fo,se i; stupITò, o pegg;o, i; deluderò, pazienza, corro questo rischio, ma non ti darò l'intervista che mi chiedi, e in nome dell'amicizia stessa che ci lega... ·cerca di capirmi bene: è proprio perché siamo, tino per l'altro, ciò che siamo diventati, che non ripeterò, un'altra volta, a te, quel che ho confidato a tutti gli altri... Questa storia, del resto, l'ho già raccontata più volte ... Che interesse può avere? Fanne ciò che vuoi. .. Ma non chiedermi di riferirtela una volta di più". · Mi ritrovavo, curiosamente, nella situazione di un bambino che insiste perché gli raccontino, ancora una volta, una storia già raccontata cento volte e che dovrebbe conoscere a memoria ... Ma non ero più un bambino da un bel pezzo, e la storia che volevo sentire era una terribile storia da adulti. Naturalmente comprendevo il rifiuto di Andreas Papadiamantis. Se si fosse trattato soltanto di comprenderlo, lo comprendevo, probabilmente anche troppo bene. Se si trattasse soltanto di comprendere qualcuno, una volta, di tanto in tanto, ci si arriverebbe senz'altro, ma quando si tratta di comprendere la Storia, attraverso qualcuno, attraverso ciò che è accaduto a qualcuno, allora: tutto si confonde, si annebbia, si appanna, sì tutto ridiventa, subito, così complicato ... "Lo sai", mi disse, "che una ragazza il cui padre era stato torturato, ha finito per sposarne l'aguzzino?" "Hai saputo che la vedova di quel deputato pacifista assassinato tempo fa su una piazza di Salonicco - la vicenda ha suscitato grande scalpore, all'epoca, ne hanno perfino fatto un film di successo, un brutto film a quanto pare, non so: non l'ho mai visto - ebbene sì, quella donna alla fine si è risposata con un ufficiale di marina e, per far quadrare i conti, si è perfino offerta il lusso di citare il film per diffamazione?". 39

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