L'AMICODELMIOAMICO PierreMertens È difficile dire la verità, perché ce n'è una sola, ma è viva e perciò ha un volto che cambia con la vita. Kafka Ovunque lo porti il suo viaggio, la Greciagii fa male. Seferis D giorni passavano e stavo quasi dimenticando lo scopo della mia visita all'isola di Skyros. Dopo tutto, non era forse la prima volta che mi'era concesso visitare la Grecia da turista? Di quel teatro bianco, cullato da una musica aspra e da una luce stridente, avevo esplorato, durante sette anni di dittatura, soltanto le quinte penitenziarie. Paese a doppio fondo, come. un baule insanguinato portato dalle onde. Ero sorpreso - e quasi urtato - di scoprire una terra che ristabiliva così tranquillamente i rapporti con la propria magnificenza. Ad Atene non mi ero fermato a lungo. Appena saputo che Andreas Papadiamantis si era rifugiato in un piccolo porto delle Sporadi, per rimettersi dalla prova subita negli ultimi mesi e per evitare i giornalisti, mi ero lanciato sulle sue tracce ... "Lei", mi aveva detto la sua amica italiana Renata Morelli "Andrea non l'ha certo dimenticato ... Si interessava al suo caso quando la stampa internazionale - tranne lei e me, naturalmente - restava in silenzio! Scommetto che la riceverà ... Gli dica che gliel'ho promesso io... ". Dopo di che, mi raccontò di aver iniziato un libro - un'autobiografia appena travestita da romanzo - nel qu~.leevocava le sofferenze patite da Andreas... · "Un modo come un altro di tradurre, attraverso questo ca- : so esemplare, quelle vissute da tutto un popolo, capisce?". Credevo di capire. "Pensi", aggiunse, "che prima ancora di aver condotto a termine la mia opera, editori italiani, francesi, americani, giapponesi, danesi e perfino sloveni ne hanno acquistato i diritti! Devo già discutere il colore delle copertine! Guardi questa: scarlatta ... Un po' vistosa, un po' pleonastica, non le pare? È quella francese. Personalmente preferisco l'americana: blu metalizzato ... È più sobria. Che ne pensa?". Le dissi che, a mio avviso, la scelta della copertina di un libro consacrato all'uomo della propria vita" doveva somigliare un po' alla scelta della sua lapide. (Ci sono probabilmente donne che non aspettano neppure la morte del loro compagno per divenire vedove abusive.) Ma, naturalmente, non ci capivo nulla. Era ora di fermarmi: in un accesso di franchezza, non rischiavo forse di compromettere il mio incontro con Andreas? Questa donna non mi piaceva proprio. Appena liberato, il compagno Papadiamantis si era buttato, a corpo morto, in una passione tempestosa per la "superstar" della stampa italiana. Mentre era ancora in galera, lei era andata a trovarlo in prigione. Alcuni giornali scandalistici avevano subito evocato l'eventualità di un matrimonio ... Tutto questo era stato assorbito senza difficoltà in un'aura di leggenda, quasi di mitologia. Come non capirlo? I paparazzi si erano impossessati della faccenda con un appetito da cannibali. Ma sospettavo Renata - "la Morelli" - di aver ben diretto la cosa. Conosceva l'antifona. E non faceva niente per niente. Speravo di sbagliarmi. In ogni modo, non si deve giudicare la qualità degli amori dei propri amici. A maggior ragione se uno di questi amici si chiamava Andreas Papadiamantis. Perlomeno, alcuni articoli clamorosi - e un tantino retorici - apparsi, tempo fa, su La Stampa avevano avuto il merito innegabile d'attirare l'attenzione della "opinione pubblica mondiale" (mi piace quest'espressione: mi fa irresistibilmente pensare al "milite ignoto", anch'egli votato a un pudico anonimato) sullo "scandalo della repressione politica in seno allo Stato stesso che aveva inventato la democrazia!''. Aveva il senso della bella formula, la Morelli ... Questa aveva fatto il giro del mondo. Pensavo, però, non senza malizia, che per condurre a termine la propria convalescenza, l'ex detenuto Andreas Papadiamantis aveva, certo, seminato i corrispondenti della stampa internazionale ma, soprattutto, si era allontanato dalla temibile "inviata speciale ad Atene" che gli faceva da amante! Il fatto è che voleva davvero guarire, il compagno. Ma stavo per diventare cattivo. L'indomani stesso del mio incontro con la "diva", mi imbarcavo per Skyros. Ah, vivere in un paese in cui si arriva, da ogni parte, per mare! Un paese in cui gli esseri che vi sono cari vi accolgono sulle banchine di un porto e non sui marciapiedi di una stazione: basta questo a cambiare il volto delle cose. Ritrovare qualcuno giungendo dal mare è una cosa ben diversa. Crociera; traversata ... Si incrocia, si attraversa davvero ciò che vi separa da questa persona. Portati dai rulli infaticabili delle onde. Anche l'inevitabile promiscuità con quei turisti per i quali nulla è cambiato, che giungono in Grecia ogni anno e sanno appena che, stavolta, qualcosa è cambiato, che una pagina di Storia è stata girata, Tedeschi chiassoni, Inglesi condiscendenti, Argentini arroganti, Francesi medi, sì, anche quest'inevitabile vicinato ha poca importanza: stiamb viaggiando verso l'isola di Skyros, stiamo per rivedere Andreas Papadiamantis, fra poco saremo nel cuore delle cose... Una volta sbarcato, mi misi alla ricerca di un alloggio: con grande fatica, scovai la cas.upola di un mulino ormai abbandonato - il cui tetto a forma di cappello cinese era forato. Ogni volta che avesse piovuto, ci sarebbe stata un'inondazione, ma la cosa mi era indifferente: quell'estate, non avrei scritto una sola pagina il cui inchiostro potesse andar perduto! Per tutto mobilio, vi trovai solo la rete di un letto - sulla quale dovetti imparare a dormire acciambellandomi nel cavo delle molle - e un bicchiere per gli sciacqui... · Mi bastava questo per scoprire una Grecia tutta nuova. Quella prima mattina, per esempio, in cui, appena aperte le
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